Il Rambotti riapre con un nuovo allestimento per l’aratro più antico del mondo

DESENZANO DEL GARDA - Da venerdì 12 giugno 2020, con apertura alle ore 14.30, torna visitabile il Museo "Rambotti" con il nuovo allestimento della sala dedicata all'aratro più antico del mondo in una nuova esperienza immersiva.

Il museo riapre in sicurezza, secondo i protocolli previsti per i poli espositivi.  Tra le novità, si segnalano i biglietti d’ingresso gratuiti per guide turistiche, accompagnatori turistici e guide ambientali-escursionistiche. L’ingresso al museo, inoltre, è libero per tutti i cittadini di Desenzano.

Il Museo, intitolato a Giovanni Rambotti, conserva uno straordinario patrimonio archeologico dell’età del bronzo che documenta il vasto e complesso processo di insediamento palafitticolo sulle sponde del lago di Garda e nei bacini inframorenici.

Una visita al Museo permette di approfondire i diversi aspetti della vita nell’età del bronzo: dalle abitazioni all’aratro del Lavagnone ( il più antico reperto di questo tipo del mondo, risalente al 2000 circa a.C.) dall’agricoltura alla ceramica, dalla metallurgia agli ornamenti all’alimentazione e alle lavorazioni artigianali (selce, osso, corno).

All’interno del Museo sono esposti reperti provenienti dal sito palafitticolo del Lavagnone.

Reperti esposti al Museo Rambotti.

 

Il sito archeologico del Lavagnone

Le sponde di questo bacino inframorenico furono frequentate a partire dal 6500 a.C. da gruppi mesolitici Castelnoviani e successivamente durante il Neolitico; le fasi cronologiche meglio documentate, però, sono quelle dell’età del Bronzo, quando il bacino fu abitato senza interruzione dalle fasi iniziali del Bronzo Antico (fine del III millennio) al Bronzo Recente (XIII sec. circa a. C)

La palafitta del Lavagnone è uno dei 111 insediamenti palafitticoli facenti parte del sito transnazionale “Siti Palafitticoli preistorici dell’arco alpino” dichiarato nel 2011 dall’UNESCO patrimonio dell’umanità.

L’area archeologica del Lavagnone, a Desenzano.

 

L’aratro del Lavagnone

L’aratro del Lavagnone fu scoperto nel 1978 in uno strato torboso, incastrato tra i pali dell’insediamento palafitticolo risalente ad una fase iniziale della cultura di Polada (circa 2000 a.C.). Si tratta del più antico aratro giunto sino a noi, realizzato interamente in legno di quercia (il giogo è invece in faggio) ha potuto conservarsi in ottime condizioni grazie alle caratteristiche del deposito archeologico: la torba infatti è anaeorobica e non permette pertanto che il legno si decomponga. In museo sono esposti numerosi altri manufatti in legno provenienti dal Lavagnone.

 

 

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