Progetto depurazione: domani la decisione?

LAGO DI GARDA - Si riunirà mercoledì 2 la cabina di regia sul progetto depurazione tra Ministero, Regioni e Ato. Gli amministratori gardesani auspicano una decisione definitiva. I sindaci valsabbini contestano la scelta del Chiese come corpo recettore delle acque depurate.

Confermata la riunione in videoconferenza della “cabina di regia” sulla questione depurazione. Domani alle 10 si riunirà il cosiddetto “tavolo tecnico”, allargato ai sindaci di Gavardo e Montichiari e ai loro tecnici, poi, alle 12, toccherà alla “cabina di regia”, nella quale siedono i firmatari dell’accordo di programma sottoscritto nel 2017 per promuovere il progetto, cioè Ministero dell’Ambiente, Regioni, Ato Brescia, Ato Verona e Ats Garda Ambiente, vale a dire i sindaci del lago.

Questi ultimi, come hanno ribadito nei giorni scorsi (ne abbiamo scritto dettagliatamente qui), si aspettano un verdetto definitivo da parte del ministero sul progetto che prevede, a fronte della dismissione della sublacuale Maderno-Torri, la realizzazione di un nuovo sistema di collettamento e di due depuratori a Gavardo e Montichiari per i comuni lombardi (tranne Desenzano e Sirmione che continueranno ad avvalersi del depuratore di Peschiera), con il fiume Chiese come corpo recettore delle acque depurate.

Al ministro Sergio Costa i gardesani chiedono una «assunzione di responsabilità per scongiurare il rischio di un disastro ecologico». I sindaci del lago «ribadiscono l’urgenza di una non più differibile decisione e ritengono che, essendo ogni aspetto tecnico già lungamente e attentamente valutato e ponderato, sia ora necessaria e improcrastinabile una assunzione di responsabilità da parte dei soggetti decisori».

Su posizioni diverse i sindaci di 40 Comuni dell’asta del Chiese, che chiedono «che l’ipotesi di utilizzare il Chiese come recettore delle acque depurate delle fognature dei Comuni del Garda venga accantonata. Riteniamo che, alla luce degli studi dei tecnici, l’adeguamento del depuratore di Peschiera costituisca la soluzione migliore dal punto di vista ambientale».

E ancora: «Il progetto di fattibilità tecnica elaborato su mandato dell’Autorità d’ambito di Brescia non ha previsto l’eliminazione degli sfioratori e degli scarichi abusivi, né la separazione delle acque bianche dalle nere, ma soprattutto rimanda di circa dieci anni la risoluzione della principale criticità derivante dallo stato della condotta sublacuale».

Lo schema della futura depurazione del Garda Bresciano, con i depuratori (D) di Gavardo e Montichiari.

 

 

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