Troppe reti e lenze abbandonate nel lago di Garda

LAGO DI GARDA - Continua il lavoro dei sub del Wwf per liberare il lago dalla piaga delle reti abbandonate o perse che giacciono sui fondali del lago, pericolose trappole di plastica che impattano sulle specie ittiche e sulla salute umana.

Anche oggi il Wwf Bergamo Brescia ha annunciato «recuperi dei nostri sub, a San Sivino a Moniga del Garda».

Si tratta dell’ennesimo intervento eseguito dal Wwf, che anche sul Garda è operativo con l’operazione Reti Fantasma lanciata dal Comando Generale della Guardia Costiera, su indicazione del Ministro dell’Ambiente, una campagna mirata ad individuare e recuperare le reti da pesca abbandonate nei fondali di mari e laghi.

Le cosiddette reti fantasma sono responsabili dell’alterazione dell’ecosistema in quanto disperdono nell’ambiente le microparticelle sintetiche delle quali sono composte, rappresentando per le specie ittiche che vi rimangono intrappolate (fenomeno conosciuto come bycatch che coinvolge non solo pesci, me anche altri animali) dei veri e propri “muri della morte”, sempre più spesso, purtroppo, a danno delle specie ittiche anche protette oltre che un pericolo per la sicurezza di subacquei e bagnanti.

L’ammontare delle attrezzature da pesca sommerse, in gran parte di plastica, rischia di continuare a crescere a dismisura e le conseguenze sugli ecosistemi rischiano di divenire irreparabili.

 

Anche il 1° novembre scorso il Wwf aveva comunicato il «recupero di una rete “fantasma” che purtroppo ha intrappolato e ucciso moltissimo pesce. Alcuni esemplari come due grossi lucci e una decina di persici sono stati liberati durante l’immersione perché ancora vivi. La pericolosità di questa rete però non era solo per il pesce ma poteva rivelarsi una trappola per i sub che si immergevano durante allenamenti o didattiche subacquee, perché questa si trovava proprio in sospensione e agganciata alla “palestra subacquea” di Desenzano del Garda».

Il recupero di una rete killer, il 1° novembre scorso.

 

 

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