Traffico sul Ponte Visconteo, allo studio le alternative progettuali

VALEGGIO SUL MINCIO - Trovare un’alternativa all’attraversamento veicolare su un manufatto d’enorme importanza storico-artistica come il ponte visconteo. Ci prova la Provincia di Verona, intenzionata a spostare il traffico pesante dal ponte.

Traffico sul Ponte Visconteo, allo studio le alternative progettuali. La Provincia di Verona aggiornerà e valuterà le diverse ipotesi progettuali per spostare il traffico pesante dal Ponte Visconteo.

La decisione segue l’incontro avvenuto nei giorni scorsi tra il Presidente Manuel Scalzotto e il Sindaco di Valeggio sul Mincio, Alessandro Gardoni.

Il manufatto storico, risalente alla fine del XIV secolo e di proprietà del Comune, è attraversato dalla strada provinciale 55 “Viscontea”, arteria di collegamento da e per il vicino territorio mantovano. Già nei primi anni duemila i due enti avevano redatto alcune ipotesi e tra queste l’adeguamento e l’utilizzo di una vicina strada comunale o la possibilità di costruire un nuovo ponte a monte di quello esistente, per poi collegarlo con un raccordo alla viabilità provinciale.

È una struttura di grande valore storico e una delle più prestigiose porte d’ingresso al territorio veronese – afferma il Presidente Scalzotto –, riteniamo perciò doveroso riavviare un iter che ne garantisca una sempre maggiore tutela. Il ponte era uscito dalla programmazione della Provincia nel 2015, dopo la riforma Delrio. Penso che ora i tempi siano maturi per riprendere in mano un progetto risolutivo per la viabilità nell’ovest veronese”.

Sottolinea il Sindaco Gardoni: “Trovare un’alternativa al Visconteo per il traffico veicolare e fare in modo che non sia semplicemente una strada ma che acquisisca la dignità di un monumento di grande pregio storico e architettonico è un obiettivo della nostra amministrazione. Peraltro, un primo studio progettuale potrebbe permettere alla Provincia di partecipare ai futuri bandi previsti dai decreti del Mef per le realizzazioni di nuovi ponti dove quelli esistenti presentino limiti strutturali”.

 

 

 

Il ponte fu costruito nel 1393 e ultimato nel 1395 per volere di Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano, allo scopo di garantire l’impenetrabilità dei confini orientali del ducato. Era un tempo raccordato al sovrastante castello scaligero da due alte cortine merlate e integrato nel complesso fortificato detto Serraglio, che si estendeva per circa 16 km nella pianura veronese fino alle paludi di Grezzano.

La direzione dei lavori fu affidata a Domenico dei Benintendi di Firenze, ingegnere militare conosciuto come “Domenico da Firenze” ; i lavori consistettero nello scavo di due fossati paralleli con accumulo del terreno nella parte centrale e successiva edificazione delle mura.

Sembra ormai assodato che lo scopo della costruzione fosse di formare una diga per bloccare e deviare le acque del Mincio dal suo normale percorso verso Mantova. Successivi eventi storici e anche complicazioni tecniche (sarebbe stato necessario tagliare la collina che sovrasta Valeggio sul Mincio) vanificarono questo intendimento.

La rocca centrale è situata quasi a cavallo sul Mincio, nella zona sottostante erano presenti le bocche di scorrimento del fiume (costruite deviando il flusso del corso d’acqua) fatte saltare nel 1701 dai francesi, ora sono visibili le parti laterali degli archi e le basi di appoggio sul fondo del Mincio.

Negli anni venti del XX secolo fu costruito l’attuale ponte in ferro che ha ripristinato la circolazione sul ponte; negli anni trenta fu oggetto di lavori a ovest per il passaggio del canale Virgilio e della relativa strada di servizio e a est per la breve galleria della ferrovia Mantova-Peschiera; negli anni cinquanta fu costruito il canale diversivo Mincio per la protezione dalle piene dell’abitato di Borghetto.

Verso la fine del XX secolo la rocca ovest fu parzialmente restaurata e messa in sicurezza; nel corso dei decenni le condizioni delle mura sono andate peggiorando, con il continuo sgretolamento e la rimozione di frammenti.

Nel 2007 il ponte è stato inserito nella lista dei cento monumenti da salvare a livello mondiale, perché in grave pericolo a cura del World Monuments Fund (Wmf).

 

 

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