Ex Tavina, flashmob di protesta di Legambiente e Comitato Acque e Terre

SALO' - Sit-in del circolo Legambiente per il Garda e del Comitato Acque e Terre del Garda contro il progetto Ex Tavina:  "Un'idea di sviluppo del territorio sbagliata e un'occasione persa".

Nell’ambito della campagna di Legambiente Goletta dei Laghi, in arrivo sul lago di Garda, il circolo Legambiente per il Garda e il Comitato Acque e Terre del Garda si sono dati appuntamento oggi in località Tavina a Salò per comunicare in modo congiunto la propria posizione nei confronti del progetto Ex Tavina:  “Un’idea di sviluppo del territorio sbagliata e un’occasione persa. Questa è la valutazione che diamo al nuovo progetto di urbanizzazione del comparto Adt 12 di Salò noto come “Ex Tavina”. Ci si trova di fronte alla scelta di un’Amministrazione che opta per non dare una linea sostenibile al suo sviluppo urbano. Con tutte le conseguenze che questo comporta sulle voci principali della vita di un territorio: traffico, ambiente, socialità, turismo” sottolinea il Comitato Acque e Terre del Garda.

Si legge nel comunicato diffuso da Legambiente: “L’Operazione EX-Tavina risale a più di 16 anni fa. Lo stabilimento d’imbottigliamento che sorgeva al di sopra delle sorgenti in concessione alla Tavina SPA, a pochi passi dal golfo di Salò, chiede, per motivi logistici, di spostarsi in una nuova lottizzazione a circa 5-6 km dall’attuale sito, liberando in questo modo un’ampia area a lago che, a seguito di un’azione di pura speculazione finanziaria, viene resa edificabile per 85.000 mc di struttura residenziale, con una parte alberghiera e una manciata di mc commerciali. Il nuovo sito d’imbottigliamento in località Cunettone, va ad occupare una zona di pregio sia paesaggistico che agricolo con l’unico difetto dell’essere contaminata da prospicienti insediamenti industriali. Nel 2021 il Consiglio Comunale approva il progetto di Variante che seppur riducendo leggermente la volumetria iniziale prevede l’edificazione per una carico abitativo pari a circa 1000 Abitanti Equivalenti, circa il 10% dell’attuale popolazione residente a Salò”.

“Pare che nessuno – sottolinea il Circolo Legambiente per il Garda –, al di fuori delle poche voci dissonanti, si ponga il problema della viabilità sul Garda, dei servizi tecnici che graveranno nuovamente sul primo recettore finale: il lago, del traffico localizzato, delle sorgenti soffocate nelle nuove abitazioni, della crisi immobiliare conseguente, della nuova valanga di cemento che grava sul Lago. Proprio in un periodo storico in cui si parla della problematica dei reflui del primo lago italiano, della localizzazione di un nuovo depuratore, del giusto corpo recettore delle acque depurate, tema che sta creando forte contrapposizione fra comuni rivieraschi e i comuni delle comunità vicine, c’è ancora chi insiste nella speculazione di un territorio già saturo e stanco di cemento”

Recentemente l’Amministrazione di Salò ha previsto lo spostamento degli orti sociali e dell’area cani di via Anime del Purgatorio, con previsione di trasferimento delle suddette aree in zona Villa di Salò. Del suolo libero che si verrà a creare in Via Anime a ridosso del centro storico gli ambientalisti si chiedono quale sarà la destinazione, confidando non si tratti nuovamente di un’espansione urbanistica.

I capannoni dei vecchi impianti di imbottigliamento Tavina.

Sulla questione registriamo anche la posizione di Giovanni Ciato, consigliere di minoranza, capogruppo di Salò Futura:  «Contrariamente a quanto dichiarato dai Comitati l’area non è agricola, in quanto è interamente edificata, al contrario bisogna demolire per consentire la sua riqualificazione, e anche se sulla carta esiste il vincolo paesaggistico bisogna tenere presente che oggi quei capannoni non verrebbero mai concessi, mentre la riqualificazione dell’area è paesaggisticamente migliorativa e auspicabile .

Il problema – dice Ciato – è che la volumetria concessa è troppa, tanto che le fognature non possono essere convogliate nella conduttura esistente perchè insufficiente per il numero di abitanti previsti, ma devono essere spinte fino a Burago in via Minelli, mentre è stato fatto divieto di utilizzare dell’acqua di acquedotto per annaffiare i giardini e alimentare le piscine. Questi 2 elementi, da soli, dimostrano che la quantità di abitanti insediabili è eccessiva e che la volumetria residenziale andrebbe ulteriormente ridotta».

Il consigliere Ciato affronta anche il tema del futuro albergo previsto nel comparto: «Un albergo costituito da 3 corpi di fabbrica con il lato corto rivolto a lago e quelli principali che guardano le Zette e via San Benedetto, con una stecca in mezzo che ammira le finestre degli altri 2».

E ancora: «Non si parla di tempi per la demolizione dello stabilimento, mentre è concessa la vendita e gli interventi in forme frazionate. Discorso a parte riguarda la viabilità, che meriterebbe un vero e proprio passaggio, a cui non mi sottraggo ma che affronterò in Consiglio comunale.

Per questo, e nell’interesse della città – conclude Ciato -, credo che sia importante tentare di ridurre ancora la volumetria residenziale per oggettiva difficoltà a servire la zona di tutti i servizi primari, e migliorare la convenzione nei punti più critici, prevedere alloggi per giovani coppie in convenzione, ma non perdere l’occasione di riqualificare l’intera zona.

L’ingresso della fabbrica dismessa.

 

 

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