Romanterra, il chiodo d’oro che racconta la storia del pianeta

BAGOLINO - Si chiama Romanterra ed il nome è già il racconto di una storia antica. Si trova a Bagolino ed è uno dei pochissimi siti geologici a livello mondiale a cui è stato riconosciuto il Chiodo d’Oro. Ce ne parla Cristina De Rossi (Il Mondovunque).

Si chiama Romanterra ed il nome è già il racconto di una storia antica. Si trova a Bagolino, un piccolo comune della Valle Sabbia circondato da una possente natura rigogliosa, a pochi chilometri dal Lago d’Idro. Il toponimo indica un ponte di pietra ancor oggi transitabile costruito nel 1537. Prima di quello probabilmente ne esisteva un altro in legno, o, forse, inizialmente, era solo un punto di attraversamento del fiume Caffaro usato già in età romana per entrare e uscire da Bagolino. Dopo i romani, nel VII secolo, divenne un avamposto longobardo.

Il chiodo d’oro

Proprio da questo ponte è possibile scorgere uno dei pochissimi siti geologici a livello mondiale a cui è stato riconosciuto il Chiodo d’Oro. Quest’appellativo, per me che non sono una geologa, ha suscitato una grande curiosità spingendomi a documentarmi e ad andare a visitarlo…

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Cos’è il “Chiodo d’oro”?

Nella moderna scala geologica internazionale ogni limite tra le suddivisioni dei diversi periodi deve essere definito con un singolo punto di riferimento mondiale. Tale punto viene denominato Global Stratighraphic Section and Point, brevemente “golden spike” (chiodo d’oro) che, simbolicamente, indica la posizione esatta del limite.

Nel 2005 il sito di Romanterra è stato scelto come punto di riferimento per il limite tra i piani ANISICO (24,5 milioni di anni fa) e LADINICO (240,5 milioni di anni fa) per i suoi fossili, per la rappresentatività dell’affioramento e per la precisione della datazione degli strati. I fossili marini di Romanterra comprendono resti di ammonoidi e gusci di bivalvi utili a stabilire l’età degli strati. L’accesso all’area del chiodo d’oro è libero e gratuito.

 

 

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