Struttura socio sanitaria di Salò, le ragioni del “no”

SALO' - Approvazione quasi unanime, 15 favorevoli e un contrario, per il protocollo d'intesa per la nuova struttura socio sanitaria a Salò. L'unico voto contrario è quello del consiglio Manuela Zaminato, che motiva le ragioni del suo "no".

Nei giorni scorsi il Consiglio comunale di Salò, facendo seguito alla delibera della Giunta regionale, ha approvato lo schema di Protocollo di intesa tra Regione Lombardia, ATS Brescia, ASST Garda e Comune finalizzato alla realizzazione della struttura territoriale socio-sanitaria a Salò. Scarica qui la delibera della Giunta regionale e il Protocollo d’intesa.

L’accordo prevede la realizzazione, a Cunettone di Salò, di due strutture denominate «Casa della Comunità» e «Centrale Operativa Territoriale», previsti dal Piano Nazionale Ripresa e Resilienza.

I tempi sono dettati dal protocollo: «Asst del Garda si impegna a ultimare la nuova sede dei servizi socio sanitari entro 48 mesi dalla immissione in possesso del terreno». Nell’ambito dell’operazione il Comune si impegna a modificare la destinazione del vecchio ospedale, che diventerà una struttura ricettiva.

L’operazione è stata approvata dal Consiglio comunale di Salò a larghissima maggioranza, quasi unanime: 15 voti a favore e uno contrario, quello di Manuela Zaminato, che ha votato diversamente dagli altri consiglieri del gruppo di minoranza Salò Futura e che spiega con la nota che pubblichiamo qui sotto le sue ragioni.

 

IL MIO VOTO CONTRARIO MOTIVATO

«Un argomento così serio ed importante, quale la presenza di strutture sanitarie pubbliche per il futuro della nostra comunità, richiederebbe un maggior coinvolgimento del Consiglio Comunale per una più completa valutazione ed una visione più ampia in rappresentanza di tutti i cittadini che ci hanno eletto, al fine di un’ampia condivisione delle scelte che ricadranno proprio sulla cittadinanza e sul territorio.

Invece ancora una volta ci troviamo a cose fatte che necessariamente devono essere “portate” in Consiglio Comunale; ancora una volta è evidente come questa maggioranza veda il Consiglio Comunale non come uno strumento di ampia rappresentanza dei cittadini ma come un obbligo istituzionale a cui non ci si può sottrarre: un obbligo anziché un’opportunità!

La nuova struttura determinerà un ulteriore consumo di suolo del poco territorio comunale ancora disponibile; l’area individuata, al netto degli argini e delle distanze necessarie dai confini con la strada principale e aree limitrofe, è molto piccola quindi è lecito chiedersi se sia la più idonea salvo che non si preveda un edificio “in verticale” che potrebbe prevedere la necessità di tre/quattro piani. Si aggiungerà un aggravamento della viabilità già problematica nell’area di Cunettone che ha un servizio molto limitato di mezzi pubblici.

L’area, di proprietà del Comune di Salò, verrà messa a disposizione in diritto di superficie, gratuitamente, senza limitazioni e per un tempo molto lungo, peraltro senza alcuna garanzia che ASST del Garda non ne dismetta l’uso sanitario o addirittura ceda l’edificio a terzi per altre funzioni.

Nel protocollo si legge: “l’approvazione del protocollo d’intesa disposta con la presente deliberazione costituisce, ad ogni effetto, atto diretto a promuovere presso il Consiglio Comunale, organo a ciò deputato, prima della costituzione del diritto di superficie, la proposta di ASST del Garda volta a modificare la destinazione urbanistica dell’ex ospedale di Salò in “turistico/ricettivo”.

Con questo protocollo si accetta il presupposto che ancor prima che vi sia l’acquisizione dell’area (che il Comune di Salò metterà a disposizione per lungo periodo, senza vincoli) per la realizzazione della nuova struttura, il Comune di Salò realizzi in tempi brevissimi la variazione urbanistica di destinazione d’uso dell’ex ospedale da struttura sanitaria in struttura turistico/ricettiva; garanzia vera per la Regione Lombardia di poter cedere l’immobile e realizzare un incasso a fronte di un semplice impegno della stessa Regione a chiedere al Ministero di destinare risorse europee sul nostro territorio. Cediamo certezze per promesse.

Non va mai dimenticato che l’ex ospedale fu acquisito dalla Regione gratuitamente, solo per fini socio sanitari; presupposto che se viene meno dovrebbe far retrocedere l’immobile ai cittadini salodiani.

Il cambio di destinazione d’uso dovrebbe essere subordinato alla realizzazione certa della nuova sede, con l’impegno di utilizzare i soldi ricavati dalla vendita dell’ex ospedale per attivare servizi aggiuntivi alla sanità pubblica della zona Salò – Alto Garda. Con questa modalità vi sarebbe uno scambio pressoché alla pari.

Inoltre si aggiunge che la dicitura “turistico-ricettiva” contiene urbanisticamente molte tipologie di residenze preposte all’accoglienza di persone, quali alberghi, ostelli, campeggi ma anche quelle attività extra-alberghiere che producono reddito, ad esempio una casa vacanza che si può poi trasformare direttamente in residenza.

La Giunta Regionale nella delibera, in merito a questa operazione cita espressamente: “dato atto che il presente provvedimento non comporta oneri a carico del bilancio regionale o delle aziende sanitarie coinvolte e che regione Lombardia, a seguito della stipula dell’allegato protocollo di intesa, avvierà le procedure per ottenere la disponibilità da parte dei ministeri competenti dei fondi come meglio dettagliati nella DGR XI/4385/2021”;

Da tutto quanto sopra ne consegue che:

  • la Regione Lombardia non ci mette 1 euro: sono i fondi europei del PNRR sperando che il progetto vi rientri;
  • dalla futura vendita dell’ex ospedale al Comune di Salò non arriverà nulla;

Il valore economico dell’ex ospedale è sicuramente maggiore del nuovo fabbricato e ben misero è il vantaggio per la comunità salodiana che cede il proprio ospedale in cambio di una somma di servizi già esistenti senza alcun servizio aggiuntivo, anzi i servizi previsti nella nuova struttura secondo il protocollo d’intesa non comprendono i poliambulatori attualmente localizzati nell’ex ospedale.

La variante urbanistica prevista, se non arrivano i soldi, sarà cancellata? La Regione potrà vendere ai privati l’ex ospedale prima che i soldi del Ministero arrivino?

Nel protocollo si legge: “l’impegno del comune di Salò e di ASST del Garda, secondo le rispettive competenze, a valutare la futura possibilità di attivare posti letto di ospedale di comunità nel territorio comunale. …”. Cosa significa nel “territorio comunale”? È lecito pensare che ancora una volta i posti letto finiranno nella struttura privata presente, rinunciando ancora ad offrire opportunità alternative così da poter offrire al cittadino la libertà di scelta?

Si rinuncia all’Ospedale di Comunità pubblico per l’Alto Garda lasciando spazio ancora una volta ai privati.

I vasti edifici di proprietà comunale, una volta liberati dalle funzioni sanitarie che verranno delocalizzate a Cunettone, che fine faranno? Altre alienazioni ? Esiste almeno un’idea di programmazione del loro futuro?

Questo protocollo è una scatola vuota, manca una bozza di come sarà lo stabile, la previsione dello spazio necessario ad ospitare tutti i servizi e una progettazione urbanistica sul futuro della città.

Si aggiunge che la localizzazione è priva di servizio pubblico, incrementando inevitabilmente l’uso di automobili e il conseguente inquinamento.

Si chiede in sostanza di votare a favore delle buone intenzioni della Regione – conclude Zaminato – a fronte della certezza di perdere un patrimonio sul nostro territorio: per questo motivo il mio voto è contrario ad un Protocollo di intesa che chiede certezze al Comune di Salò a fronte di NESSUN onere a carico di Regione Lombardia se non un burocratico avvio di procedure presso il Ministero per ottenere i fondi del PNRR».

L’area di Cunettone dove sorgerà la nuova struttura socio sanitaria.

 

 

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