Polo socio sanitario a Cunettone, la posizione di Scelgo Salò

SALO' - Una voce fuori dal coro in merito al protocollo d'intesa che prevede la realizzazione, a Cunettone di Salò, della Casa della Comunità. E' quella dell'associazione Scelgo Salò.

Riportiamo integralmente il comunicato stampa diffuso da Scelgo Salò e firmato anche da Antonio Bontempi e Gianpaolo Comini.

«Protocollo d’intesa tra Regione Lombardia, ATS Brescia, ASST del Garda e Comune di Salò: i motivi per cui pensiamo non sia una buona intesa.

Le radici di questa intesa per insediare servizi sanitari pubblici a Salò, non hanno un affondo profondo in una preventiva valutazione con gli organismi di rappresentanza dei cittadini come premessa per una visione ampia del tema sanitario che tiene banco nella nostra città da ben oltre 20 anni ed ha già avuto sul suo percorso un intesa che non vide mai la realizzazione. Commissione e consiglio comunale convocati nell’ambito di 48 ore e con il preavviso di 5 giorni. Assenza di confronto con la cittadinanza stessa e almeno con i sindaci dei territori interessati dai futuri assetti di quanto prospettato.

L’intesa mette nero su bianco la condizione determinante: il Comune di Salò entro il 31.12.2021 deve perfezionare con atto notarile il diritto di superficie gratuito ad ASST del terreno per il nuovo edificio a Cunettone: l’atto deve essere preceduto dalla realizzazione della variante urbanistica dell’ex ospedale da struttura sanitaria in struttura turistico/ricettiva. A fronte della variante che consegna alla Regione la possibilità di cedere l’ex ospedale e ottenere un incasso cospicuo, la stessa ha sottoscritto l’impegno a chiedere al Ministero di destinare risorse europee al nostro territorio per realizzare la casa di Comunità.

La Regione ne trae un vantaggio economico di tutto rispetto senza alcun impegno di risorse proprie nel nostro territorio; a Salò arriveranno, forse, risorse dell’Europa per realizzare una “ Casa della Comunità”
L’ospedale che la nostra comunità ha costruito e che la Regione ha acquisito gratuitamente e unicamente per svolgerci funzioni socio sanitarie, dovrebbe esserci restituito ed eventuali vantaggi dovrebbero ricadere sulla comunità salodiana…

L’area di Cunettone dove sorgerà la nuova struttura socio sanitaria.

 

In cambio di un cospicuo patrimonio, ben misero sarà il vantaggio che ne trarrà la comunità salodiana con il nuovo insediamento: solo una parte dei servizi già esistenti sarà trasferita a Cunettone, infatti il protocollo non menziona nell’elenco dei servizi, il trasferimento dei poliambulatori attualmente localizzati nel vecchio Ospedale (perché?). Anche la pura ipotetica possibilità di attivare posti letto per un ospedale di Comunità è riferita genericamente al “territorio comunale” e non alla nuova struttura; in realtà la proposta di legge di riforma della sanità lombarda in discussione in Regione prevede la localizzazione degli ospedali di Comunità a Vestone e Lonato e ne lascia completamente sprovvisto Salò e l’Alto Garda, salvo non incrementare ulteriormente la sanità privata convenzionata presente a Barbarano.

Tornando alla realizzazione della nuova casa di comunità a Cunettone, ci chiediamo perché non si è immaginato di utilizzare i ventilati finanziamenti del PNRR uniti a fondi Regionali, per ristrutturare gli edifici pubblici storici senza un ulteriore consumo di suolo del poco territorio comunale ancora disponibile? Gli edifici di proprietà comunale (in via Fantoni, viale Landi e Campoverde) che verranno liberati a quale destinazione saranno adibiti? saranno future alienazioni o vi è un’idea di programmazione sul futuro?

Il lotto di Cunettone individuato per realizzare il nuovo stabile è molto piccolo, impegnato in parte da ripidi argini alberati, per immaginare di realizzarvi dei servizi potenziati rispetto a quelli esistenti; manca una verifica di fattibilità tecnica ed il parere preventivo della Soprintendenza sulle volumetrie realizzabili.

L’area scelta, di proprietà del Comune, impedisce potenziamenti futuri (come eventuali posti letto) e verrà messa a disposizione in diritto di superficie, gratuitamente, senza limitazioni e per un tempo molto lungo, senza alcuna garanzia che ASST del Garda non ne dismetta l’uso sanitario o addirittura ceda l’edificio a terzi per altre funzioni. Il protocollo prevede quali condizioni per il futuro, la cessione gratuita del terreno per 50 eventualmente rinnovabili o in alternativa a riconoscere ad ASST il valore dell’immobile al termine del periodi di cessione gratuita. Perché la stessa alternativa non vale per l’ex- ospedale a favore del Comune?

Il tutto si riassume: il protocollo sottoscritto, non rappresenta l’interesse della comunità salodiana e tantomeno dell’alto Garda; si è sottoscritto un programma che prevede la liquidazione finale del nostro Ospedale. Sottrae servizi sanitari (i poliambulatori) e riunifica servizi amministrativi (uffici) già presenti a Salò.

L’impegno di “valutare la futura possibilità di attivare posti letto di ospedale di comunità nel territorio comunale” è già contraddetto dalla proposta di riforma regionale che non lo prevede sul nostro territorio.
È a rischio di legittimità che la Regione chieda l’immediato cambio di destinazione d’uso dell’ex-ospedale, a fronte di una sua richiesta al Ministero di finanziamento per la nuova struttura senza alcun impegno economico sul medesimo territorio.

Non serve essere del settore per leggere nel protocollo d’intesa i presupposti che costringeranno i cittadini a rivolgersi ai servizi privati, ancorché convenzionati.

Non c’è alcuna garanzia che la struttura venga realizzata perché il finanziamento non vedrà un euro di esborso della Regione Lombardia ma arriverà solo se verrà inserito nel PNRR (fondi europei) che non prevedono alcunché in cambio tantomeno una variante urbanistica importante come quella dell’ex ospedale».

Firmato: Associazione Scelgo Salò, Bontempi Antonio e Comini Gianpaolo.

L’ingresso del vecchio ospedale di Salò.

 

 

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