Salò, il teatro comunale è il set di un film su Edith Eva Eger

SALO' - Il vecchio teatro comunale di Salò, in fase di restauro, diventa il set di un film dedicato alla storia di Edith Eva Eger, deportata a Birkenau a 16 anni. Un film sulla danza e sull’arte come elemento di resilienza. La sceneggiatura è di Emanuele Turelli.

Al teatro comunale di Salò i lavori di restauro si fermano per due settimane per fare spazio alla troupe cinematografica che lavora a un film sulla storia di Edith Eva Eger, giovane ballerina ungherese deportata a Birkenau 16enne che si salvò dallo sterminio grazie alla danza.

La sceneggiatura è dell’autore e storyteller bresciano Emanuele Turelli (www.emanueleturelli.com), che ha saputo coinvolgere un pool di aziende bresciane (tra cui il main sponsor Techne e Cassa Rurale, Germani, Fonte Tavina, Gruppo Saef, Iso Controlli e Torri) , per finanziare una produzione importante (l’investimento supera i 150mila euro), destinata alla distribuzione nelle sale e alle piattaforme streaming.

 

La regia è affidata a Marco Zuin, mentre la parti principali saranno interpretate da Marco Cortesi e Mara Moschini, due attori bravissimi, che spesso scelgono storie difficili da raccontare, come nel film Rwanda, ad esempio.

E come quella di Edith (che dopo la guerra si è trasferita negli Usa, dove ancora vive): aveva 16 anni ed era una promettente ballerina, nel giro della nazionale di ginnastica artistica, quando le SS la deportarono insieme alla sua famiglia ad Auschwitz, dove lei si aggrappa alla danza per rimanere in vita. È una storia vera. Joseph Mengele, dopo aver inviato i suoi genitori alla camera a gas, chiese a Edith di danzare per lui sulle note del valzer «Sul bel Danubio blu», ricompensandola con un pezzo di pane.

La storia colpisce Turelli, che ne ricava una sceneggiatura che propone ai due attori. «Si può fare – rispondono –, ma serve la location giusta, che trasmetta l’angoscia del tema trattato, meglio se un vecchio teatro».

Da qui l’idea di Salò, anche per il simbolismo che lega questo luogo alle vicende della Rsi e di quel periodo buio.

 

Non è stato facile convincere il Comune a sospendere i lavori di restauro per due settimane, ma alla fine, vista l’importanza della produzione, l’arte ha avuto il sopravvento.

Sarà un film di narrazione: per questo potrà essere girato tutto all’interno dell’immobile in fase di restauro, in vari ambienti.

Nella cornice del teatro, dove le vicende di Edith sapranno scuotere ed emozionare, danzeranno anche 15 studenti del liceo coreutico Tito Livio di Milano, coinvolti in un progetto di alternanza scuola-lavoro, così come sei ragazze dell’Ok School di Brescia per il trucco e parrucco. Il film durerà 70-80 minuti e sarà pronto in primavera.

Poi si valuterà la diffusione: «Potrebbe avere una distribuzione nelle sale – dice Turelli – ma anche sulle piattaforme, comprese quelle scolastiche». In attesa di tornare ad ospitare spettacoli (il restauro richiederà ancora qualche anno), il teatro fa da quinta a un film.

 

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