Processo Zanardini, il Comune non si costituirà parte civile

TOSCOLANO MADERNO - Respinta la richiesta delle minoranze affinché il Comune si costituisse parte civile nel processo per morte del vicecomandante della Polizia Locale. La maggioranza: «Sciacallaggio politico».

Consiglio comunale “caldo” lunedì sera a Toscolano Maderno (lo puoi rivedere qui).

La discussione si è accesa sulla richiesta delle minoranze, respinta, di costituzione di parte civile del Comune nel processo per la morte dei Gino Zanardini, 61 anni, vicecomandante della Polizia Locale colpito accidentalmente da un masso mentre era in servizio in Valle delle Cartiere il 12 giugno 2018 e deceduto il giorno seguente.

I gruppi di opposizione Obiettivo Comune e Centro Destra Toscolano Maderno, appreso del rinvio a giudizio del sindaco Delia Castellini e di funzionari comunali nell’ambito del processo sulla scomparsa dell’agente (la prima udienza è fissata per il 31 marzo), hanno appunto chiesto che il Comune si costituisse parte civile: «Un atto dovuto, nulla di politico o personale nei confronti di amministrazione o sindaco», dice l’opposizione.

Il vice comandante della Polizia Locale Gino Zanardini.

Di altra opinione la maggioranza, il cui legale, l’avv. Mario Gorlani, ritiene «tecnicamente inammissibile» procedere in tal senso. Se il Comune si costituisse contro sé stesso, invocando di fatto una condanna contro di sé, per Gorlani si verrebbe a creare «un corto circuito che creerebbe oggettive problematiche persino di ammissibilità».

Dopo il diniego della minoranza all’invito di ritirare le mozioni, il dibattito politico si è infiammato.

In particolare la maggioranza ha accusato l’opposizione di sfruttare la vicenda di Zanardini per infangare sindaco e amministrazione, e trarne indirettamente e indebitamente un vantaggio politico.

La nota della maggioranza

Il gruppo di maggioranza Delia Fare Comune ha diffuso il seguente comunicato, intitolato «Pieno sostegno a Delia Castellini».

Scrivono i consiglieri e assessori Andrea Andreoli, Ermanno Benedetti, Davide Boni, Mariagrazia Boschetti, Anna Campanardi, Paolo Collini, Alessandro Comincioli, Simone Crescini e Francesca Mortari: «Il rinvio a giudizio per il processo che si aprirà a riguardo della triste vicenda di Gino Zanardini, come già a suo tempo comunicato pubblicamente dal Sindaco, è un fatto che ha dell’incredibile e che si inquadra in un dettato legislativo eccessivamente penalizzante nei confronti degli amministratori pubblici.

Siamo comunque certi che il sindaco Delia Castellini non debba e non possa ritenersi responsabile per quel tragico fatto. Esprimiamo a lei il nostro sostegno, convinti del fatto che noi al suo posto non avremmo in quel momento potuto o saputo far meglio, e che il sindaco non avrebbe potuto evitare il verificarsi della triste fatalità e pertanto siamo fiduciosi che la Magistratura non possa che riconoscerlo.

Nei riguardi di coloro che non esitano a cercare di sfruttare la vicenda di Gino, per infangare il sindaco e l’attuale maggioranza, e trarne indirettamente e indebitamente un vantaggio politico, esprimiamo tutto il nostro disappunto e la nostra commiserazione.

È palese – continuano gli esponenti di maggioranza – come venga strumentalizzata la vicenda, attraverso un gratuito attacco personale verso il sindaco Delia. Così facendo seminano odio e cattiverie non degne del nostro paese e assolutamente non rispettose della dignità delle persone e della pluralità di opinioni; questo odio è destinato a segnare profondamente la nostra Comunità; per contrastare questa logica è necessario resistere personalmente e collettivamente come compito di civiltà.

Il dolore per la perdita di Gino e il cordoglio verso la sua famiglia sono fatti che uniscono la Comunità, e appare irresponsabile che qualcuno tenti di usarli per introdurre divisioni e strumentalizzazioni politiche. Riteniamo che il corretto e civile svolgimento della vita politica locale debba trovare diverse e migliori modalità, non tanto per l’interesse di una sola parte politica, quella del sindaco, ma per il civile confronto e soprattutto la crescita di tutta la collettività toscomadernese».

 

 

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