Business e bracconaggio recidivo nel Bresciano

BRESCIA - Ricorso respinto in Cassazione per il bracconiere di Capovalle recidivo che, come riferisce la Lega per l'abolizione della caccia, avrebbe già ricevuto una ventina di denunce.

Riceviamo e pubblichiamo questo comunicato stampa della LAC Lega Abolizione Caccia.

«Per molti cittadini i tempi della giustizia sono lunghi, e la LAC Lega Abolizione Caccia aggiunge «che, magari, se non fosse necessario occuparsi dei ricorsi a oltranza di riconosciuti, e in questo caso persino «famosi» bracconieri seriali, forse si guadagnerebbe tempo.

Il dato positivo, però, è che almeno un uccellatore recidivo, il tristemente celebre «buon bracconiere» di Capovalle, dopo aver incassato nella sua carriera quasi una ventina di denunce riceve solo bocciature dei suoi tentativi di uscire dai guai.

A pochi mesi di distanza sono state due le sentenze di Cassazione ad inchiodarlo alle proprie responsabilità, una pubblicata lo scorso due dicembre (sent.n.44636, Quinta sezione Penale della Corte di Cassazione) che lo ha condannato a 10 mesi di reclusione e 400 euro di multa e ha confermato la contraffazione di strumenti destinati alla pubblica autenticazione (468 C.P.) per uso di anelli farlocchi ai richiami vivi: con alterazione dei dati incisi e riportanti un anno di nascita degli uccelli esageratamente incompatibile con l’aspettativa di vita degli uccelli.

Un’altra più recente decisione della Corte di Cassazione ha rigettato in toto il ricorso del bracconiere della Val Sabbia contro la condanna in primo grado già confermata dalla Corte d’appello di Brescia in data 26.11.2020. È la seconda volta che accade in pochi mesi.

 

La condanna originaria – continua la nota della Lac -, con tra l’altro maltrattamento di richiami vivi, una delle tante e risalente a un’operazione dell’ex corpo forestale dello Stato di Gavardo del 2013, era a 8 mesi di reclusione e al risarcimento della parte civile – la nostra associazione che si era costituita in giudizio -, poi è stata maggiorata nella parte economica dopo la sentenza d’appello, ed essendo quest’ultima resa definitiva dalla Cassazione ci aspetteremmo, finalmente, che questo orgoglioso saccheggiatore dell’avifauna, questo fiero organizzatore di ripetute sagre di spiedi illegali e messe della “Madonna del buon bracconiere” nel suo roccolo abusivo al monte Manos (foto sotto) – mai demolito dal Comune Capovalle nonostante le reiterate richieste della nostra associazione – finisse finalmente in galera.

Questo impenitente uccellatore, oggetto di interrogazione parlamentare, molto vicino ad ex-consiglieri regionali, arrestato nel passato per la quantità di reati venatori accumulati e al centro di procedimenti penali ancora in corso, oltre che colpito da un provvedimento che gli ha vietato a lungo l’ingresso sul territorio di Capovalle, sintetizza benissimo gli effetti devastanti delle pene irrisorie che colpiscono i bracconieri e i trafficanti di fauna selvatica; effetti moltiplicati da una Regione, la Lombardia, che strizza loro l’occhio lasciando spazio a norme e progetti di legge già illegali nelle basi che vorrebbero reintrodurre lo spiedo con gli uccelli (ne abbiamo scritto qui, ndr)».

 

 

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