Fauna selvatica, l’inesorabile scomparsa degli habitat

LAGO DI GARDA - Un lettore si chiede se l'ecosistema gardesano sia ancora adatto alla vita della fauna selvatica. Ecco la sua lettera.

Pubblichiamo questa riflessione di un lettore sugli habitat della fauna selvatica gardesana.

In riferimento all’articolo –  Wwf: “Non date cibo alla fauna selvatica” (lo puoi leggere qui) vorrei porre alcune domande pubbliche al WWF Bergamo Brescia partendo dalla frase finale riportata nel testo che, riferendosi in generale alla fauna selvatica, recita: “Ricordiamoci – conclude il Wwf – che l’ecosistema lacustre offre loro  tutto quello di cui han bisogno”.

E’ proprio vero che l’ecosistema lacustre oggi offre loro tutto quello di cui hanno bisogno? Di che ecosistema lacustre stiamo parlando? Dai ricordi di ragazzo le aree e le coste che si potevano definire “naturali”, o almeno con un basso impatto della presenza umana per qualità e quantità della stessa, oggi non le vedo più.

La faunaselvatica può oggi nidificare, riprodursi o vivere in un habitat “naturale” o si è deve per forza di cose adeguare ai ritagli non “naturali” che l’uomo gli ha lasciato?

Il resto è venuto da se: stretta commistione, dipendenza alimentare, selezione di quelle specie incompatibili con l’antropizzazione a favore di quelle che si nutrono delle nostre elargizioni o scarti. Risultano evidenti le ottime intenzioni dell’appello del WWF, ma ridurre tutto al “non date loro da mangiare” mi sembra fuorviante.

Ogni anno piani urbanistici, opere private o pubbliche vengono valutate con grande dispendio di “carte” anche su tematiche ambientali e naturalistiche … ma quanto siano efficaci queste valutazioni è sotto
gli occhi di tutti.

Al WWF chiedo ad esempio: avete per caso valutato la proposta in itinere di variante  agli strumenti urbanistici salodiani che guidano o influiscono con questi temi? Riferendoci a tutti i settori, ma soprattutto a quello amministrativo pubblico, dovremmo ricordare come non basti affermare che quello che si vuol fare è conforme ai principi dello “sviluppo sostenibile”… per esserlo veramente e ricordo come tra i peccati, in questo caso politici, vi siano anche quelli di omissione, non affrontando dei problemi, o di finzione come quando li si affrontano con formalismi fini a se stessi.

Concludo riadattando, per il tema in oggetto, un noto proverbio: “tra il dire e il fare … c’è di mezzo il lago”

Antonio Bontempi

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