Da palazzo di giustizia a palazzo della cultura

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SALÒ – L’ex palazzo di giustizia di via Leonesio diventerà il palazzo della cultura della città di Salò. E’ la metamorfosi che si appresta a vivere l’ex tribunale salodiano, soppresso lo scorso 13 settembre.

Il progetto è contemplato nel programma elettorale del sindaco Giampiero Cipani, nel quale si legge: «Bisogna prevedere il trasferimento della biblioteca nell’ex palazzo di giustizia, creando le condizioni per spazi di studio e di incontro coordinati da personale qualificato, in collaborazione con istituti scolastici locali e con la possibilità di acquisizione di fondi e collezioni per ampliare il patrimonio librario oggi ancora insufficiente».

Cipani, nel corso dell’ultimo Consiglio comunale, ha confermato le intenzioni annunciate dal programma. Ma c’è di più. L’ex tribunale non ospiterà solo la biblioteca comunale (che da tempo reclama una sede adeguata: oggi è ospitata a Palazzo Fantoni, su una superficie di 150 mq quando, secondo i parametri europei, una città come Salò meriterebbe una biblioteca da 700 mq), ma anche altre funzioni culturali. «L’idea di questa Amministrazione – dice Cipani – è quella di creare un grande centro culturale, con la presenza di una casa per i giovani. Il palazzo di giustizia presenta spazi importanti. Li si potrebbe realizzare una biblioteca all’avanguardia, finalmente al passo con i tempi, sull’esempio di quella di Vobarno». Non solo. «L’ex tribunale potrà ospitare anche l’Ateneo di Salò, il Centro studi e documentazione sulla Rsi, così come i locali a disposizione del gruppo archivisti dell’Asar, oggi relegati nella mansarda del palazzo comunale».

Ci sta tutto questo? «Certo – dice Cipani -, e ci sta anche, nei locali ora occupati dal giudice di pace, la casa per i giovani, che potrà interfacciarsi e interagire con le realtà culturali salodiane, a cominciare da biblioteca. È un progetto – conclude Cipani – che l’assessorato alla Cultura porterà avanti con grande determinazione».

L’ex palazzo di giustizia salodiano fu inaugurato il 20 ottobre del 1985, alla presenza del ministro guardasigilli Mino Martinazzoli. Il palazzo consta di 18 locali e di due aule di udienza da 70 e 109 metri quadrati, più ampi spazi interrati. È una scatola vuota dal 13 settembre scorso, quando, in seguito alla razionalizzazione degli uffici giudiziari, è stata disposta la soppressione della sede staccata di Salò (cui faceva riferimento un circondario costituito da 37 Comuni dislocati tra Alto Garda, Valtenesi e Valsabbia, con una popolazione di 103mila abitanti) e il suo accorpamento al Tribunale di Brescia. Ora, dopo trent’anni, per l’edificio di via Leonesio si apre un nuovo capitolo. Diventerà il fulcro della vita culturale salodiana.

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