Orsa Daniza. La parola al Wwf

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ALTO GARDA – L’attacco di un’orsa (Daniza, vecchia conoscenza dell’Alto Garda) ad un cercatore di funghi a Pinzolo: per il Wwf i provvedimenti vanno concordati a livello nazionale e sovranazionale. 

Il comportamento dell’orsa va inquadrato nel suo significato biologico, e i provvedimenti vanno concordati a livello nazionale e sovranazionale. Questa la posizione del Wwf sul caso dell’orsa protagonista di un’aggressione in Trentino. Il presidente del Wwf Italia Domatella Bianchi fa gli auguri  di pronta guarigione al signor Daniele Maturi, ma si dichiara indignata e chiede che le amministrazioni competenti operino con la massima scientificità e rigore, rinunciando a soluzioni di comodo, sbrigative e demagogiche, valutando con serenità e calma tutti gli elementi, umani animali e ambientali.

Il WWF chiede che prima di mettere in atto decisioni di eventuali catture o uccisioni, venga lasciato il tempo necessario per un approfondimento su come l’incidente sia accaduto, e per un monitoraggio dell’animale che meglio tratteggi gli attuali atteggiamenti e comportamenti dell’orsa. 
Il WWF auspica che nella decisione dei provvedimenti sia data una particola attenzione alla presenza dei due cuccioli: se Daniza é un esemplare adulto, con un potenziale riproduttivo già ampiamente espresso, ai due giovani, peraltro non responsabili di alcun comportamento aggressivo, va garantita la possibilità di diventare adulti in grado di sopravvivere nell’ambiente selvatico.

Questo il testo del comunicato stampa diffuso in questi giorni dalle delegazioni Wwf di Trentino-Alto Adige, Lombardia, Veneto e Piemonte: «In riferimento all’aggressione di cui in data 15 agosto 2014 il sig. Daniele Maturi di Pinzolo é stato oggetto da parte di un orso bruno femmina (Daniza) accompagnata da due cuccioli, le delegazioni regionali Wwf di Trentino-Alto Adige, Lombardia e Veneto desiderano in primis esprimere il loro apprezzamento al sig. Maturi per la presenza di spirito e la freddezza con cui ha fatto fronte alla situazione, evitando che la risposta aggressiva di una madre, inevitabilmente determinata a proteggere la prole, sortisse conseguenze più gravi per la persona. Si potrebbe dire che, complice il maltempo persistente (che ha probabilmente fatto abbassare la guardia a molti animali selvatici nei confronti della presenza di uomini in giro per i boschi), la sfortunata casualitá di essere involontariamente finito, in cerca di funghi, troppo a ridosso dei tre plantigradi, sia stata compensata dalla fortunata casualitá di una prestanza fisica e di un sangue freddo che gli hanno permesso di tener testa (e concludere senza troppi danni) all’inevitabile risposta dell’animale e non si può che essere felici che l’incontro non abbia avuto altri epiloghi.

Quanto all’evento in sé (ed ai provvedimenti che allo stesso faranno seguito ad opera dell’amministrazione provinciale), le delegazioni Wwf auspicano ed invitano la collettività ed i decisori ad un’analisi dell’accaduto che sia il più possibile oggettiva e scientifica e dalla quale vengano banditi tutti gli approcci emozionali, demagogici e strumentali.

Pur riconoscendo che l’aggressione di un uomo da parte di un animale selvatico ha su chiunque dei risvolti emotivi che sono estremamente difficili (per non dire impossibili) da tralasciare, in quanto affondano nella dimensione antropologica ancestrale dell’uomo e del suo timore di divenire preda, si vorrebbero portare all’attenzione del dibattito pubblico e del processo decisionale che porterà ai prossimi provvedimenti le seguenti considerazioni: l’aggressione dell’orsa, per quanto potenzialmente in grado di portare a conseguenze estremamente serie e gravi, non va in alcun modo considerata come un comportamento predatorio o deliberatamente aggressivo dell’animale contro l’uomo (l’orso bruno europeo non preda neppure occasionalmente la nostra specie), ma come la (purtroppo) inevitabile risposta di una madre con cuccioli nei confronti di un altro grosso mammifero – l’uomo escursionista nella fattispecie- che abbia scientemente o incoscientemente varcato la distanza minima di sicurezza dai cuccioli, al di sotto della quale ogni organismo macroscopico viene percepito dall’orsa come una possibile minaccia alla propria prole».

 

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