Tavina: la parola a GenerAzione Salò

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SALÒ – Dopo gli otto “no” al piano Tavina pronunciati dal gruppo d’opposizione «Scelgo Salò», anche la minoranza di «GenerAzione Salò» interviene sull’operazione urbanistica approvata il 15 dicembre dal Consiglio comunale.

«Abbiamo letto – scrive GenerAzione Salò in un post sulla sua pagina Facebook – gli 8 motivi per cui la lista civica Scelgo Salò ritiene che l’operazione Tavina, così come è stata approvata dall’attuale amministrazione sia senza senso, e dobbiamo dire che, pur con stupore, su alcune cose siamo assolutamente d’accordo.

Il progetto che era stato portato in Consiglio Comunale dall’amministrazione Botti (pur tappandosi il naso…) aveva previsto non solo una notevole riduzione delle volumetrie previste dal Piano di Governo del Territorio, ma anche l’obbligatorietà dell’utilizzo del ricavo delle operazioni (oneri, ecc.) per opere da realizzarsi nei quartieri che avrebbero subito gli interventi.
In particolare si prevedeva che a lago, con il ricavo della riconversione del fabbricato industriale, potesse essere costruito un centro (sportivo/culturale,e comunque da definirsi secondo le esigenze dei cittadini) che rivitalizzasse l’intera zona delle Tavine, San Benedetto, il Muro, ecc. Mentre a Cunettone, oltre alla sistemazione di tutte le fognature, si immaginava di poter dare al quartiere (compresa Villa e Burago) la possibilità di non esser solo dormitorio da una parte e zona artigianale/industriale dall’altra, bensì di diventare un quartiere abitabile, magari con una scuola ed altre attrezzature sportive al servizio degli abitanti. Questo era quello che avevamo sostenuto noi di GenerAzione Salò durante la campagna elettorale.
Tutte queste previsioni nel progetto approvato sono state tolte, perché l’attuale amministrazione vuole essere libera di decidere cosa farne dei soldi, fregandosene altamente delle esigenze dei cittadini.
Gli interventi dunque in precedenza avevano una motivazione, ma ora? Perché stiamo regalando alla Tavina tutta quella volumetria se non abbiamo una finalità precisa rivolta al benessere dei salodiani?
Ricordiamoci che questo progetto era arrivato in Consiglio spinto da pressioni anche discutibili, da parte di tanta gente che si era lasciata condizionare da affermazioni in merito al futuro dell’azienda. Gli operai avevano manifestato sotto il Comune, il Prefetto aveva convocato più volte il sindaco, era intervenuta l’Associazione industriali: tutti a spingere per ”salvare gli operai”. Però, improvvisamente, cambiata amministrazione, l’amministratore delegato rilascia interviste dichiarando che è felicissimo, perché la fabbrica ha commesse da tutto il mondo, che non ha mai lavorato tanto, e dunque?
Dove si è mai visto che una nuova fabbrica debba esser finanziata con i proventi della riconversione della vecchia? Normalmente se un comune concede una volumetria nuova è perché si rinuncia alla vecchia…

Possibile che la fabbrica non possa essere riconvertita in altro che non siano altri appartamenti? Quanti ce ne sono sfitti o invenduti?

Anche noi di GenerAzione Salò riteniamo che manchi un’idea unitaria e complessiva per l’intera area e che servirebbe un “polo attrattore”, di uno studio che integri l’intero intervento nel contesto;
questo è quello che pensava anche l’amministrazione precedente, pretendendo che gli oneri fossero investiti in quell’area: ma è anche esattamente ciò che l’attuale amministrazione non voleva, visto che in quell’orribile Consiglio comunale del dicembre 2013, quando fino all’ultimo sembrava che i consiglieri di Cipani (presente in aula) potessero votare a favore (come avevano scritto in un documento) alla fine dissero che votavano contro proprio perché non veniva tolta la destinazione dei soldi a quello scopo.
Fin da allora dunque, si preparava il terreno per il nuovo piano Tavina che, come contropartita per i cittadini, non è dato sapere cosa porterà: ma vi sembra giusto?
Le uniche cose chiare, come alcuni interventi di manutenzione, verranno realizzate in tempi biblici: nell’accordo ci sono previsioni, anche per le sistemazioni minime, che vanno da 4 a 10 anni .
Valeva la pena?
E’ questa la strada per far ripartire Salò, come ha tuonato per mesi l’attuale amministrazione?».

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