Medaglia d’onore alla memoria a Bodrato

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ARCO DI TRENTO – Il Presidente della Repubblica ha conferito la medaglia d’onore alla memoria a Sebastiano Bodrato, cittadino arcense classe 1925 scomparso il 5 gennaio del 2013, in quanto «ex internato militare destinato al lavoro coatto per l’economia della guerra».

La solenne cerimonia di consegna – a ricevere l’onorificenza sarà il figlio Domenico – si svolge il Giorno della Memoria, martedì 27 gennaio, nella sala affrescata «Santoni» di Palazzo Marcabruni-Giuliani, presenti per l’Amministrazione comunale il sindaco Alessandro Betta e l’assessore alla cultura Stefano Miori, inoltre una rappresentanza delle autorità militari e civili e delle associazioni combattentistiche e d’arma, e dell’associazione Lega Vita Serena. L’inizio è alle ore 16 (a seguire, a partire dalle ore 17, la solenne cerimonia del Giorno della Memoria, al monumento di via Galas, e la marcia nelle vie del centro).

Sebastiano Bodrato è nato a Mele, in provincia di Genova, il 15 febbraio 1925, ed è morto ad Arco il 5 gennaio 2013. All’età di 15 anni ha iniziato a studiare per diventare perito elettrotecnico, mentre già lavorava come apprendista all’Ansaldo. Si occupava di grandi trasformatori, mansione per la quale è diventato poi caporeparto.

Nel corso della guerra, nel 1944, dunque all’età di 19 anni, durante un rastrellamento è stato imprigionato e subito avviato in treno verso l’Austria, prima tappa il campo di concentramento di Mauthausen, dove è rimasto circa un mese. Poi è stato destinato al lavoro coatto in una fabbrica di Lienz: «Un periodo particolarmente duro – ricorda il figlio Domenico, che martedì riceverà la medaglia – all’insegna soprattutto della fame e degli stenti. E tanta, tanta fatica, a causa soprattutto di turni di lavoro sfiancanti». Nell’estate del 1945, dopo circa un anno di prigionia, la fine della guerra e il ritorno a casa.

Nel 1971 Sebastiano Bodrato si trasferisce a Genzano, vicino a Roma, chiamato dal gruppo Ansaldo quale caporeparto dei montaggi esterni della nuova filiale di Pomezia, dove lavorerà fino al 1982, anno della pensione. Rimasto vedovo nel 1989, due anni dopo si trasferisce ad Arco, seguendo il figlio Domenico. Qui entra a far parte dell’associazione Lega Vita Serena, dove trasferisce la sua naturale propensione ad occuparsi del prossimo, a lavorare per il bene della collettività, a mettersi a disposizione. Ad Arco nel 1996 si è risposato.

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