L’antica cappella recuperata

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ARCO – Grande partecipazione, nella mattina di domenica 21 giugno, alla benedizione della cappella di San Luigi Gonzaga, nell’omonima località (San Luigi) alla Maza.

La benedizione è stata impartita da don Bruno Bombarda, parroco di Bolognano, Massone e San Martino, a conclusione dell’intervento di recupero e restauro, realizzato gratuitamente dal Gruppo Alpini di Tenno e da altri volontari in due anni di lavoro, il tutto sotto la guida dell’architetto Gianluca Nicolini (progetto e direzione lavori), con la collaborazione del noto scultore Livio Tasin (che ha realizzato la pala d’altare in terracotta raffigurante San Luigi) e con il sostegno dell’Amministrazione comunale di Arco e della Cassa Rurale Alto Garda.

«Se siamo qua oggi così numerosi è grazie al sogno di Nando e Angioletta Miorelli – ha detto l’assessore alla cultura Stefano Miori – cioè le persone che hanno dato avvio al grande progetto collettivo di questo importante recupero. La cappella e questo luogo hanno una grande importanza storica per la nostra comunità, e la grande partecipazione di oggi ci dice che c’è anche un forte legame affettivo. Un grazie speciale va al Gruppo Alpini di Tenno che ha dedicato tantissimo tempo e impegno a quest’opera, ma le persone da ringraziare sono davvero tante; tra queste i proprietari, che hanno creduto nel recupero e dato la loro più ampia disponibilità».

I lavori di recupero sono partiti nel 2013, seguiti e curati dall’infaticabile Ferdinando «Nando» Miorelli, desideroso di ricordare con questo progetto il figlio Stefano, prematuramente scomparso. E ora questo piccolo luogo di culto, un pezzo di storia e di tradizione che rischiavano di andare perduti per sempre, sono tornati alla comunità. La cappella, di modeste dimensioni e di fattura semplice, si trova a lato dell’antica strada della Maza che saliva a Nago, ancora percorribile, e di quella, non più esistente, che portava a Torbole lungo la riva sinistra della Sarca. Un tratto di viabilità ora abbandonato, ma che nell’antichità costituiva una delle principali vie di comunicazione del territorio, tanto che sembra ospitasse, vicino alla chiesa di San Luigi, la stazione di posta per il cambio dei cavalli.

Dopo il saluto, l’assessore Miori ha scoperto la targa che ricorda le vicende e le persone legate al recupero. Quindi Giancarla Tognoni, responsabile dell’Ufficio cultura del Comune di Arco, ha raccontato la storia della cappella. Sono intervenuti anche Marisa Miorelli, per la proprietà, e il vicesindaco di Tenno Giuliano Marocchi. Quindi la benedizione della cappella e dei presenti, e la prima Santa Messa. Tra le donazioni, il crocifisso originale della cappella, rinvenuto in tempo immemore tra le rovine e custodito per tanti anni da un arcense che ha voluto rimanere anonimo, e i candelabri. Massimo Floriani ha donato una preziosa litografia dell’Ottocento, anch’essa raffigurante San Luigi Gonzaga.

Costruita nel 1779 quale ex voto della famiglia Marosi, era oggetto di devozione non solo per le poche famiglie che stabilmente abitavano in quel luogo, ma anche per gli abitanti dell’Oltresarca, in particolare delle frazioni di Vignole, Bolognano e Pratosaiano. Gli atti visitali del 1827 la descrivono in eccellente stato e dotata di tutto il necessario per celebrare le messe: un calice, i paramenti, i camici e i messali. E l’usanza di queste celebrazioni si protrae anche per buona parte del Novecento. A partire dalla fine degli anni Sessanta, con la vendita delle case d’intorno e poi la loro demolizione, la chiesa è stata via via abbandonata, fino ad essere ridotta a poco più di un cumulo di macerie.

Dopo due anni di impegno, la chiesetta si può dire salva e viene riconsegnata alla comunità arcense con una solenne cerimonia che è stata voluta nella ricorrenza di San Luigi Gonzaga, il 21 giugno. L’unico rammarico, in questa bella storia di volontariato, passione e sensibilità storica e civica, è dato dalla scomparsa, intervenuta nel frattempo, sia di Angioletta, che di Ferdinando Miorelli. Non hanno potuto vedere la fine del loro impegno e la realizzazione compiuta del loro progetto. Ferdinando in particolare, scomparso nel gennaio 2015, aveva già ideato e programmato la cerimonia di fine lavori, dopo essere stato il sostegno ed il punto di riferimento di tutti i volontari che erano accorsi ad aiutare; tutti lo ricordano per il vettovagliamento e per le sue grandi doti di motivatore, oltre che di lavoratore, all’interno di questo gruppo di persone.

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