La guerra dell’acqua tra il Garda e il Po

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LAGO DI GARDA – Il Po in secca ha sete e chiede acqua, ma il Garda non ci sta. Il Benaco misura 50 cm in meno rispetto al 2014. Intanto si aspetta la pioggia.

Caldo e siccità abbassano i livelli idrometrici di fiumi e laghi, soprattutto in Lombardia, dove si profila una nuova guerra sull’utilizzo della preziosa risorsa idrica.

Il Po è in secca e presenta livelli molto vicini a quelli del 2003, l’estate dei record. Per questo l’Autorità di bacino del fiume Po, ente che gestisce il bacino idrografico del corso d’acqua, ha chiesto di aumentare il deflusso dal Garda del 10 per cento, ovvero dagli attuali 80 metri cubi d’acqua al secondo ad 88 mc/s.

La richiesta è stata indirizzata all’Aipo, l’Autorità interregionale per il fiume Po, ente strumentale di quattro Regioni (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto) che è di fatto il “regolatore” del maggiore bacino idrografico italiano, che comprende anche il Garda.

A tale richiesta si oppone però la Comunità del Garda, il cui parere, pur non essendo vincolante, non può non essere tenuto in considerazione.

«Anche il lago – spiega Lucio Ceresa, segretario generale della Comunità – è in sofferenza, pur non trovandosi ancora in una situazione di allarme».

Oggi, mercoledì 22, il lago misura 79 cm sullo zero idrometrico di Peschiera, ben 50 cm in meno rispetto al 2014. Un livello non preoccupante, ma abbiamo ancora tutto agosto davanti.

Al primo di luglio il livello del Garda segnava 99 cm: in 20 giorni abbiamo perso 20 cm. Questo caldo, inoltre, provoca una forte evaporazione. Insomma, il Garda non sembra in grado di rilasciare maggiori quantità di acqua.

La Comunità, dunque, si oppone alla richiesta di maggiori rilasci dall’edificio regolatore di Salionze (nella foto sopra). «Anche perché – conclude Ceresa – per il Po un maggiore apporto di 8 metri cubi al secondo sarebbe irrilevante, mentre per il Garda sono quantità d’acqua importantissime».

C’è il rischio di compromettere, nel bel mezzo dell’estate, le condizioni di numerose spiagge: livelli troppo bassi farebbero emergere alghe maleodoranti. Non certo un bello spettacolo nel pieno della stagione balneare. Per non parlare dei problemi per la navigazione pubblica presso quegli attracchi che presentano un pescaggio limitato. Questione ben note all’Aipo. Vedremo quale sarà la decisione.

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