Pesca dell’anguilla, prorogato il divieto

LAGO DI GARDA – Prorogato il divieto di pesca all’anguilla nelle acque del Garda. La specie contaminata da Pcb e le diossine. Le preoccupazioni per la salute del Garda.

La Regione Lombardia, con decreto n. 6245 del 1 luglio 2016 (lo puoi scaricare qui), ha istituito il divieto di pesca dell’anguilla sia professionale che sportivo-dilettantistica, sul lago di Garda nel territorio di competenza di Regione Lombardia a integrazione dell’Ordinanza del Ministero della Salute dell’8 giugno 2016.

Con lo stesso atto, Regione Lombardia, ha stabilito:

a) il divieto di trattenimento e detenzione sul luogo di pesca (inclusa l’imbarcazione e il relativo sito di approdo) di esemplari di anguilla;

b) l’obbligo dell’immediata liberazione in loco dei capi eventualmente catturati;

c) il divieto d’uso e di riposizionamento dell’attrezzo denominato Cogolo di cui all’articolo 11 comma 1 lett. b) punto 3) del regolamento regionale 9 dicembre 2013 n. 5 – Regolamento per la tutela della fauna ittica e per la disciplina di pesca nelle acque del lago di Garda.

Niente di nuovo sotto il sole. Il divieto è in vigore ormai dal 2011. Ma quando si potrà tornare a pescare e mangiare anguille gardesane?

Qualcuno ipotizza che la pesca all’anguilla sarà vietata per sempre, come l’ambientalista bresciano Marino Ruzzenenti ha dichiarato in un’intervista pubblicata tempo fa sul quotidiano trentino L’Adige.

«Il lago ormai è contaminato – ha detto -,  il Pcb e le diossine sono “inquinanti indistruttibili, rimangono per sempre”.

Le cause di tutto ciò? Per Ruzzenenti tutto cominciò con le centrali idroelettriche a monte del lago, che hanno utilizzato olio al Pcb” per quasi 50 anni, dagli anni ’30 al 1984, l’anno in cui il Pcb fu vietato.
Ma anche con l’industria pesante e siderurgica, le acciaierie delle valli, le industrie chimiche.

«Non possiamo nemmeno immaginare – ha dichiarato Ruzzenenti – quante tonnellate di Pcb e diossine siano finite in fondo sul Garda».

Le anguille del lago potrebbero rimanere contaminate per sempre, perché “Pcb e diossine sono indistruttibili”.

Niente più anguille in tavola, dunque.

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