Ferdinando Bertoni, la musica di velluto di un compositore salodiano

SALÒ – Questa sera, giovedì 21 alle 20.30 in Sala dei Provveditori si presenta il volume “La musica di velluto. Ferdinando Bertoni. Protagonista della vita musicale del ‘700 veneziano ed europeo” del musicologo don Ardiccio Dagani.

Il dettagliatissimo volume, che si apre con un quadro storico articolato del panorama politico/sociale e musicale della Repubblica Veneta e delle sue istituzioni, è la prima opera biografica di tale ampiezza sulla vita e sulle opere di Ferdinando Gasparo Bertoni (Salò 15 agosto 1725 – Desenzano 1° dicembre 1813).

Segue a poche edizioni critiche, ad alcune tesi di laurea musicologiche, più o meno recenti, e si accoda al filone della riscoperta del compositore salodiano. “Oltre al merito di aver riunito in un unico testo  tante testimonianze e documenti sulla vita di Bertoni – scrive nella presentazione Oliver Cherubini -, il testo ha il pregio di offrirli in una veste divulgativa, chiara, di facile lettura e al tempo stesso esaustiva per i temi collaterali che incorniciano i dati biografici e l’opera compositiva”.

“La sua musica, copiosa e raffinata – scrive l’autore – sbocciata sugli scenari vellutati e sontuosi della capitale della Repubblica di Venezia, riscosse, presso i suoi contemporanei autentica celebrità e ampia popolarità. Eppure il suo nome, ancora oggi, a stento appare nei testi ufficiali del mondo musicale classico… La presente opera rappresenta un contribuito inteso ad affidare anche al nostro tempo la memoria e il valore di un compositore che ha percorso e arricchito un intero secolo della storia della musica”.

Con l’autore del libro intervengono lo scrittore Egidio Bonomi, il musicologo Oliver Cherubini e la pedagoga Daniela Lamberti.

La serata prevede interventi musicali del Coro San Matteo di Villanuova con la partecipazione della Corale Marco Enrico Bossi di Salò.

Biografia. Ferdinando Gasparo Bertoni nacque a Salò il 15 agosto 1725. Rimane incerta la sua prima formazione musicale, proseguita a Brescia sotto la guida di Orazio Pollarolo II e successivamente a Bologna alla celebre scuola di padre Giovanni Battista Martini. Nella città emiliana fu successivamente ammesso all’Accademia Filarmonica.

Trasferitosi a Venezia nel 1745, vi rimase per quasi tutta la vita ricoprendo incarichi prestigiosi: fu primo organista e successivamente maestro di cappella nella Basilica di San Marco, nonché maestro del coro presso il Pio Ospedale dei Mendicanti. Il soggiorno veneziano venne interrotto da due lunghi viaggi a Londra, il secondo in qualità di operista presso il King’s Theatre di Haymarket.

La produzione di Bertoni annovera da un lato le composizioni sacre richieste dall’esercizio delle sue funzioni in San Marco: messe, salmi, mottetti, oratori; dall’altro un vasto numero di opere teatrali serie e buffe, alcune sonate strumentali e quartetti. Il compositore ebbe occasione di collaborare con i grandi librettisti Bertati, Metastasio e Zeno.

Le sue opere vennero applaudite nei maggiori teatri italiani ed europei, guadagnandogli un posto accanto ai più illustri colleghi del tempo. Bertoni fu stimato e lodato da autorevoli musicisti e recensori, tra i quali Charles Burney, il già citato padre Martini, Galuppi, Jommelli, Porpora, Hasse, oltre che da Leopold e Wolfgang Amadeus Mozart. Apprezzato anche come didatta, tra i suoi allievi si ricordano Simone Mayr, Ferdinando Paer, Antonio Calegari, Gianbattista Grazioli, l’amico Gaspare Pacchierotti e il nipote Ferdinando Gasparo Turrini (detto anche Bertoni o “il Bertoncino” o “Bertoni l’orbo”), la cui omonimia con lo zio ha generato non pochi fraintendimenti nella storiografia, tanto da portare alla consuetudine di chiamare erroneamente il Nostro Ferdinando Giuseppe o addirittura Giuseppe Ferdinando.

Nel 1808 Ferdinando Bertoni si ritirò a Desenzano del Garda dove morì il 1 dicembre 1813.

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