La vela terapia del progetto Hyak

DESENZANO - Venerdì 25 ottobre alle 17.30 alla Fraglia Vela Desenzano si parlerà di Hyak, il progetto riabilitativo e di integrazione che porta in barca a vela pazienti psichiatrici gravi.

Nel 1997 gli operatori del Centro Psico-Sociale Alto Garda dell’Azienda Ospedaliera di Desenzano d/G (BS), con la collaborazione della Canottieri Garda di Salò, il Circolo Vela Gargnano e dal Circolo Nautico Portese (fino all’esperienza con Fraglia Desenzano) hanno iniziato a portare in barca a vela i pazienti gravi della Unità Operativa di Psichiatria n.21.

Del progetto Hyak si parlerà venerdì a Desenzano.

Interverranno:

  • Roberta Brenna, Direttore Socio Sanitario ASST Garda
  • Francesco Maria Saviotti, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze ASST
  • Gianluigi Nobili, Direttore UOP 21 ASST Garda
  • Operatori CRA e CPS Lonato
  • Sandro Pellegrini, Presidente Associazione Hyak
  • Aureliano Casuccio, Consigliere Associazione Fraglia Vela
  • Francesca Gardenato, addetto stampa Fraglia Vela Desenzano

L’evento è aperto a tutti.

A portare avanti i vari progetti di riabilitazione targati Hyak sono stati nel tempo il dottor Gigi Nobili, responsabile dei reparti degli Ospedali di Gavardo e Salò, il dottor Franco Tirelli, medico e appassionato velista, oggi presidente del Circolo Nautico di Portese.

Il progetto nasce nel 1997 con la convinzione che la vela sia un mezzo di trasporto estremamente particolare e affascinante. Da qui l’idea di provare a valutare come pazienti psichiatrici gravi si adattassero ad una situazione che richiedeva la messa in atto di comportamenti antitetici alla loro patologia.

Questo tipo di pazienti soffre di sintomi quali: impoverimento ideo-affettivo, autismo, deliri, allucinazioni uditive e visive, profonda diffidenza nei confronti del prossimo. tutte situazioni che portano, con l’andare del tempo, ad abbandonare qualsiasi progetto esistenziale. L’isolamento sociale che ne deriva mina oltremodo la qualità della vita di chi già porta in sé una grande sofferenza.

Sottolineando l’esigenza di stimolare l’adattamento sociale, si è pensato di proporre ad alcuni pazienti un’esperienza particolare, il navigare in barca a vela, in cui la collaborazione reciproca e la fiducia nell’altro rappresentano i presupposti per il raggiungimento di una relazione e di un obiettivo comune. La barca a vela è tutte queste cose (e molto di più), richiede collaborazione reciproca, fiducia, rispetto dei ruoli e dei tempi nel compiere le manovre; il tutto in una cornice naturale come il lago di Garda.

Diventa obbligatoria una piccola digressione sul nome, infatti viene naturale chiedersi cosa significhi. In realtà il nome ha un precedente illustre, cioè è il nome della barca con cui Jack Nicholson nel film “Qualcuno volò sul nido del cuculo” porta i pazienti di un reparto psichiatrico a fare una gita in mare.

 

Le imbarcazioni del progetto sono un Carrera 38 avuto in dono da una famiglia del lago di Como e un Piviere, cabinato di 6 metri, che i pazienti del Cps di Salò hanno restaurato durante un corso dedicato alla manutenzione delle imbarcazioni.

Il Piviere oggi ricoverato in un capannone dovrebbe tornare a nuova vita grazie ad un progetto che vedrà coinvolte varie realtà, come una associazione di categoria (Artigiani del legno), la Zona Gardesana della Federazione Italiana Vela.

L’imbarcazione Carrera 38 Hyak ha partecipato al circuito delle veleggiate compresa la presenza alla 69° edizione della Centomiglia, nella versione Cento People, alle Regate di Portese, al Trofeo Veleggiata dell’Odio.

 

 

 

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