Garda Uno: allarme per la carenza di impianti di trattamento dei rifiuti finali

LAGO DI GARDA - La carenza di impianti di trattamento dei rifiuti finali nell’area lombardo-veneta e, in particolare nel bacino del Garda, si fa sempre più preoccupante. Come anche preoccupa la collocazione dei rifiuti della raccolta differenziata (vetro, carta, plastica), la cui valorizzazione è in contrazione. Queste le previsioni contenute nella relazione programmatica di budget 2020-2022 di Garda Uno.

Ma come intervenire, per risolvere questi problemi ? “Occorre studiare” ragiona il presidente di Garda Uno, Mario Bocchio “una nuova filiera di trattamento dei rifiuti raccolti che ne permetta un migliore reinserimento nel mercato del riuso e anche, ove possibile, ne estragga le capacità energetiche, pensiamo al biometano, dai processi di trasformazione”.

La relazione previsionale, puntualizza Massimo Pedercini Dirigente del settore Igiene Urbana della multiutility Gardesana, preannuncia “significative criticità su molte tipologie di rifiuti con particolare attenzione per il “legno” ed i “rifiuti solidi ingombranti” i cui costi di trattamento finale nel corso del 2020 incrementeranno notevolmente”.

“Con l’introduzione del modello di raccolta “Porta a porta” ad oggi esteso a circa il 90 % della popolazione servita” continua Pedercini “si sono raggiunti obiettivi impensabili, prevediamo nel corso del 2020 di raggiungere l’80 % di raccolta differenziata sull’intero bacino operativo di Garda Uno, ma tutto questo non basta. Se vogliamo sostenere – prosegue – processi virtuosi di “Economia circolare” con i fatti, non solo con le parole, è necessario dotare il paese di impianti di trattamento con capacità e dimensioni adeguate a soddisfare la domanda, che oggi si chiama “emergenza”, di trattamento finale dei rifiuti”.

Insomma, il monito lanciato dalla multiutility è che servono urgentemente impianti di recupero in grado di trasformare rifiuti in risorse, sia sotto forma di materia che di energia, e di smaltimento, quindi discariche moderne e limitate ai soli rifiuti residuali generati dai processi di riciclo che non possono essere altrimenti valorizzati.

E ancora, servono politiche di sostegno alla “green economy” in grado di facilitare e rendere economicamente sostenibile il riutilizzo di giganteschi flussi, in costante crescita, di rifiuti differenziati che in questo momento trovano enormi difficoltà ad essere collocati sui mercati.

Attualmente, Garda Uno eroga servizi di igiene urbana su un’area di circa 150.000 abitanti residenti (270.000 equivalenti) che, durante il periodo estivo, possono raggiungere la soglia delle 400.000 presenze giornaliere. Nel corso del prossimo anno si prevede di toccare le 100.000 ton/anno di rifiuti solidi urbani raccolti, di cui 80.000 ton. avviate al recupero di materia e le restanti 20.000 ton. al recupero energetico. Un dato che collocherebbe Garda Uno tra le aziende pubbliche lombarde leader del comparto dell’igiene ambientale.

Relativamente gli investimenti di settore questi ammontano, per l’anno 2020, a circa 1 milione e 700mila euro di cui una parte investititi nell’efficientamento della flotta aziendale, costituita al momento in circa 130 automezzi, ed in parte in opere di riqualificazione dei centri di raccolta.

La previsione, infine, del valore della produzione del servizio si aggira (per il 2020) sui 24 milioni di euro (24.245.000 nel 2021 e 24.500.000 nel 2022).

Da sinistra: Massimo Pedercini e Mario Bocchio.

 

 

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