Coronavirus, atterrati 10 medici e 20 infermieri albanesi destinati a Brescia

Sono atterrati a Verona 10 medici e 20 infermieri albanesi destinati agli Spedali Civili di Brescia per il coronavirus. L'assessore regionale Rolfi: «Non è vero che Brescia è discriminata». Ma per il sindaco di Brescia Del Bono non basta: «I primari della Lombardia chiedono solidarietà alle regioni vicine. Esiste ancora il servizio sanitario nazionale?».

Ad accogliere i medici e gli infermieri albanesi il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. “Grazie – ha detto Fontana – per l’aiuto concreto in un momento molto complicato per la Lombardia. Siete la testimonianza dell’amicizia che lega l’Italia all’Albania. Sono certo che potrete contribuire ad alleggerire il lavoro dei nostri eccezionali rappresentanti della sanità che in queste settimane hanno dato una dimostrazione di dedizione, capacità, eccellenza superiore all’immaginabile”.

“Speriamo – ha aggiunto – che la situazione migliori così che presto si possa cominciare a pensare alla ripartenza. Ai nostri cittadini ripeto che non possiamo mollare, perché diversamente rischieremmo di rientrare nel buio. E noi non possiamo permettercelo”.

“Stiamo lavorando ininterrottamente – ha rimarcato il vicepresidente Fabrizio Sala – per offrire la migliore assistenza a chi sta soffrendo per aver contratto il virus, ma anche per incoraggiare il sistema delle micro, piccole e medie imprese a sopravvivere a questo tsunami che ha sconvolto anche la nostra economia”.

L’assessore regionale bresciano Fabio Rolfi ha detto: «Non è vero che Brescia è discriminata nell’assegnazione del personale: dal 20 febbraio a oggi, agli Spedali Civili, sono state assunte ben 140 persone grazie alle misure e alle risorse della Regione Lombardia. E ancora, dei 10 volontari della Protezione civile nazionale, 6 sono stati destinati a Brescia e, grazie all’ impegno e all’amicizia dell’Albania e della Polonia potremo disporre di altri 45 medici. Importantissimi sono stati anche l’intervento di Guido Bertolaso e le capacità diplomatiche della Regione».

L’assessore Rolfi spiega inoltre che “sono 80 i malati lombardi che sono stati trasferiti nelle altre regioni, secondo le decisioni presa dall’Unità di crisi della Protezione civile nazionale che è a capo dell’attività di ‘cross’”.

Il sindaco di Brescia Emilio Del Bono, però, chiede risposte su tre grandi questioni:

  • sapere dove sono inviati i medici rianimatori ed anestesisti che il Governo ha mandato alla Regione Lombardia (14 sono già arrivati e 50 arriveranno giovedì). Che arrivino a Brescia!
  • fare tamponi alle persone in malattia domiciliare indicati dai medici di base. Una platea ben definita. Che si faccia!
  • dare seguito all’appello dei primari anestesisti e rianimatori della Lombardia che chiedono solidarietà alle regioni vicine. Se esiste ancora il servizio sanitario nazionale, questo è il momento di verificarlo.

Vogliamo risposta su tre grandi questioni:➡️ sapere dove sono inviati i medici rianimatori ed anestesisti che il Governo ha mandato alla Regione Lombardia (14 sono già arrivati e 50 arriveranno giovedì). Che arrivino a #Brescia!➡️ fare tamponi alle persone in malattia domiciliare indicati dai medici di base. Una platea ben definita. Che si faccia!➡️ dare seguito all’appello dei primari anestesisti e rianimatori della Lombardia che chiedono solidarietà alle regioni vicine.Se esiste ancora il servizio sanitario nazionale, questo è il momento di verificarlo.Noi andiamo #avanti. Vogliamo risposte.

Posted by Emilio Del Bono sindaco on Saturday, 28 March 2020

 

 

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