Grandi carnivori in Trentino, il report di agosto

TRENTINO - L'osservatorio sui grandi carnivori - orso, lupo, lince - della provincia di Trento ha pubblicato il report di agosto. Tengono banco le vicende degli orsi M49 e M57, che da soli, a fronte della presenza di circa un centinaio di orsi, hanno cagionato il 73% degli eventi di danno da orso al patrimonio zootecnico per il mese di agosto.

Ecco il report dell’osservatorio sui grandi carnivori in Trentino relativo al mese di agosto.

ORSO

Nel mese in oggetto, caratterizzato dalla massiccia presenza di persone negli ambienti di vita degli orsi, si sono registrati avvistamenti dei plantigradi su base giornaliera. Al contempo, in agosto ha inizio la fase di iperfagia, che porta gli orsi a consumare crescenti quantità di cibo per ingrassare in vista dell’ibernazione invernale. Per tale motivo, oltre a fare affidamento sulle risorse disponibili in bosco, in questo periodo gli orsi sono fortemente attratti anche dalle colture agricole in via di maturazione, in particolare uva e mais, ma anche prugne, pere e altro. Di conseguenza, si sono registrate le prime richieste di indennizzo da parte di agricoltori che hanno subito danni alle colture. Come di consueto, i danni da orso hanno riguardato anche apiari e animali domestici.

Sia riguardo agli avvistamenti che ai danni da orso vale la pena evidenziare alcuni dati significativi.

Sulla base delle informazioni acquisite dalla reperibilità dedicata ai Grandi carnivori (335 7705966) e da altri strumenti di comunicazione interni al Servizio Foreste e fauna, in agosto si sono registrati 47 avvistamenti di orso. Di questi, 15 (32%, un terzo del totale quindi) sono con grande probabilità avvistamenti ascrivibili al solo orso problematico M57 (in base ad aspetto e, soprattutto, luoghi, tempi e comportamento dell’animale).

Per quanto riguarda i danni, in agosto si sono registrati 49 eventi di danno da orso (14 danni agricoli, 9 danni apistici, 26 danni zootecnici). Per quanto riguarda i danni zootecnici, ben 10 eventi di danno su 26 (38% del totale) sono opera di M49, che in Trentino orientale ha predato soprattutto bovini, ma anche asini e ovicaprini, e 9 eventi (35% del totale) sono con ogni probabilità attribuibili ad M57, il quale ha, perlopiù, rivolto le sue attenzioni ai pollai. L’attività combinata dei soli M49 e M57 ha quindi cagionato il 73% degli eventi di danno da orso al patrimonio zootecnico per il mese di agosto in provincia di Trento, a fronte della presenza di circa un centinaio di orsi bruni sul territorio. Ciò evidenzia ancora una volta il grande impatto che la presenza di singoli orsi particolarmente dannosi (ma innanzitutto pericolosi, nei casi di M49 ed M57) può avere sull’attitudine umana nei confronti dell’orso.

Come è noto M49 è stato catturato per essere messo nuovamente in cattività il 7 di settembre (comunicato), mentre M57 è stato catturato sempre per essere messo in cattività il 23 agosto, a seguito di un attacco all’uomo (comunicato). Ciò ai fini della tutela della sicurezza pubblica in quanto entrambi classificati quali orsi pericolosi in base a quanto disposto dal Piano d’Azione Interregionale per la Conservazione dell’Orso Bruno sule Alpi Centro-orientali (PACOBACE).

Proprio la vicenda di M57, orso molto confidente che già da settimane frequentava i centri abitati dell’altopiano, evidenzia in modo chiaro come sia necessario mantenere alta la vigilanza su alcuni fattori, come l’eventuale presenza di rifiuti accessibili ai plantigradi. Ciò vale per la popolazione residente – si tenga conto peraltro che nella zona sono presenti cassonetti e contenitori di rifiuti non accessibili agli animali – come pure per i turisti.

Si sottolinea in ogni caso, ancora una volta, la necessità di prevenire il problema, evitando in ogni modo di abbandonare rifiuti e altre fonti di cibo appetibili a disposizione degli orsi in particolar modo nei pressi di abitazioni isolate, frazioni e periferie dei centri abitati, dove l’occasionale transito di animali, soprattutto di notte, è possibile.

L’orso M49 catturato per la terza volta.

 

LUPO

La seconda parte della stagione di alpeggio rappresenta, statisticamente, il periodo in cui gli attacchi da lupo al bestiame domestico aumentano di frequenza. Agosto 2020 ha confermato tale tendenza, con un aumento degli eventi di danno rispetto al mese precedente.

I 21 eventi di danno registrati provengono da varie zone del Trentino, con una netta prevalenza del Trentino orientale, dove è presente la maggior parte dei nuclei riproduttivi; gli animali predati o feriti dai lupi sono ovicaprini, asini e giovani bovini. In due distinte occasioni, cani da guardianìa maremmano abruzzesi, impegnati a difendere animali al pascolo da tentativi di predazione in atto, hanno riportato ferite (non gravi) contrastando i lupi, sventando gli attacchi in un caso e contenendo il danno nell’altro.

Si ricorda che l’Amministrazione provinciale può concedere il comodato d’uso gratuito o il finanziamento dal 60 al 90% per opere di prevenzione quali reti elettrificate e recinzioni elettrificate multifilo, e il finanziamento dal 60 al 90% per l’acquisto di cani da guardianìa appartenenti a razze idonee alla difesa del bestiame.

 

LINCE

Non si registrano segnalazioni riguardanti B132, l’unica lince per cui si è accertata la presenza sul territorio provinciale nell’anno in corso.

La lince B132 fotografata sui monti ad ovest di Storo lo scorso mese di aprile. Foto F. Cadonna – Archivio Servizio Foreste e fauna PAT.

 

 

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