L’ex casinò intitolato a Wimmer, pioniere del turismo gardonese

GARDONE RIVIERA – L’ex Casinò, fresco di restauro, diventa Palazzo Wimmer. La nuova intitolazione è un tributo al pioniere del turismo gardonese. Ecco la sua storia.

L’ing. Luigi Wimmer (1842-1883), patriota, garibaldino e sindaco di Gardone Riviera nel 1881, fu il primo a intuire le potenzialità benefiche del microclima benacense.

Di salute precaria, Wimmer si ritirò a Gardone nel 1875, dove acquistò un podere a Cargnacco (che mezzo secolo dopo sarebbe stato trasformato da d’Annunzio nel Vittoriale) e costruì, «più che altro per crearsi un’occupazione e fare in pari tempo cosa utile al paese», una modesta pensione in riva al lago, l’Albergo Pizzocolo.

Fu il primo nucleo del futuro Grand Hotel Gardone e, soprattutto, la scintilla che avviò la trasformazione del povero borgo di pescatori, contadini e carbonai, pressoché sconosciuto fino allora, in celebre stazione climatica invernale mitteleuropea.

L’ing. Luigi Wimmer (1842-1883), pioniere del turismo gardonese.

A Luigi Wimmer ora il Comune intitola l’edifcio del casinò, fresco di restauro, che diventa così Palazzo Wimmer. «Abbiamo valutato un ventaglio di proposte – dice il sindaco Andrea Cipani – e tutti abbiamo concordato di intitolare l’ex casinò a questa figura tanto significativa per la nostra storia».

In atteso dell’inaugurazione ufficiale (che avrà luogo una volta completato l’arredo interno ed esterno, probabilmente in primavera), già da ora Palazzo Wimmer torna ad essere sede di eventi.

Un’occasione per ammirare lo splendido salone delle feste completamente restaurato è in programma sabato 24, alle 21, con il concerto «Opera Swing» (ingresso gratuito su prenotazione, tel. 0365.20470).

 

La storia dell’immobile

Si apre dunque un nuovo capitolo nella lunga storia di questo edificio simbolo della Belle Époque gardesana, che nei primi anni del ‘900 ospitò concerti, veglioni e tavoli verdi.

Venne costruito in stile liberty nel 1909 e funzionava come Kurhaus con Kursaar, cioè come locale pubblico destinato all’intrattenimento di una clientela “di cura” che, a Gardone, nel 1913, era costituita da 12.000 persone, in un primo tempo, soprattutto tedeschi e poi anche inglesi, polacchi e russi.

Il bel soffitto, restaurato, della sala del casinò.

 

Da settembre a maggio vi si tenevano varie manifestazioni: conferenze, concerti pomeridiani, spettacoli teatrali, proiezioni cinematografiche, secondo il modello dei luoghi di cura mitteleuropei.

Fino alla seconda guerra mondiale, il Kurhaus rappresentò la maggiore attrazione della zona. Disponeva anche di un parco di 40.000 mq. Al primo piano funzionava la ‘sala da gioco’ che fu attiva negli anni 1911/12 e nella prima metà degli anni 20, quando venne chiusa con un provvedimento fascista.

Riaperta nel 1945, per otto mesi, sotto l’amministrazione militare alleata, la casa da gioco venne definitivamente chiusa nel luglio del 1946.

L’ingresso principale di Palazzo Wimmer.

 

L’immobile fu acquistato dal Comune, per 160mila lire, nel 1917.

In anni più recenti il salone divenne un cinema, che funzionò fino alla chiusura definitiva a causa del terremoto del 24 novembre 2004.

Poi il recupero. In questi giorni si è concluso il secondo stralcio del secondo lotto del progetto di restauro, per un investimento di 450mila euro. È l’ultimo atto di un’opera avviata nel 2015, con il primo intervento da 200mila euro per recuperare la porzione ora sede del consorzio Garda Lombardia, e proseguita nel 2018, con il primo stralcio del secondo lotto: opere edili ed impiantistiche per 530mila euro.

Dopo anni l’ex casinò ritrova una funzione pubblica, grazie alla splendida sala che, a piena capienza, avrà 200 posti a sedere.

L’ex casinò in una cartolina d’epoca.

 

 

 

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