Fugatti: riaprire le piste da sci se la situazione sanitaria lo permetterà

TRENTINO - Il presidente della Provincia di Trento: «Livello contagi stabilizzato. Se questa situazione proseguisse, la riapertura crediamo sarebbe possibile. Ma il premier Conte ricorda che il tema è europeo. Senza apertura necessari ristori».

Ieri, martedì 24, il Trentino ha contato 14 decessi da Coronavirus, 9 in ospedale. I positivi sono 143, di cui 66 ultrasettantenni. 177 i guariti. 2235 i tamponi eseguiti.

Il tema principale, richiamato dal presidente Maurizio Fugatti nella consueta conferenza stampa di aggiornamento, è quello delle piste da sci. La posizione del Governo italiano è quella di prevedere un inverno senza sci. Le Regioni interessate, che hanno elaborato un apposito protocollo, ritengono invece si possa aprire qualora la situazione sanitaria lo permetta.

“In Trentino, al netto dei decessi, il livello dei contagi nelle ultime due settimane si è stabilizzato. – ha detto Fugatti – Se questa situazione proseguisse, la riapertura crediamo sarebbe possibile. Noi dobbiamo lavorare per favorirla. Il premier Conte ci ha ricordato però che il tema è europeo. Quindi, dovremo vedere anche cosa dirà l’Europa. Qualora la decisione fosse di non aprire, in ogni caso, sarà necessario prevedere i ristori conseguenti”.

Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti.

 

In Trentino il turismo vale il 20% del pil – ha detto ancora Fugatti. – Quindi una eventuale chiusura degli impianti ha ricadute molto ampie, anche su tutto l’indotto che dipende dall’attività sciistica. Se il Governo decide per la chiusura, gli aiuti del Governo non dovranno riguardare solo gli impiantisti e i maestri di sci, ma tutto il complesso di attività economiche che ruota attorno al turismo invernale”.

Riguardo alle scuole, il Trentino è stato l’unico territorio a non chiedere la Dad per le superiori, e l’unico ad aprire le scuole dell’infanzia fra giugno e luglio. “Noi crediamo alla scuola in presenza. – ha sottolineato Fugatti. – Se però il Governo prevede la chiusura con un dpcm, anche una provincia autonoma come la nostra deve adeguarsi”.

Alla conferenza stampa è quindi intervenuto l’assessore allo sviluppo economico Achille Spinelli che ha esposto l’operato del Tavolo del Lavoro, realizzato in collaborazione  con l’Apss, che ha elaborato nuove linee guida per la gestione dei casi positivi nei luoghi di lavoro. Il documento sarà ultimato a breve e sarà oggetto di una prossima ordinanza provinciale.

Pier Paolo Benetollo, direttore f.f. dell’Azienda sanitaria, ha ricordato che “l’’Apss sta organizzando un nuovo servizio per comunicare la fine della quarantena ai cittadini risultati positivi al test. L’Azienda sanitaria invia all’interessato, cioè a chi è risultato positivo al contagio, un certificato di isolamento, in cui è indicata l’inizio e la fine della quarantena. L’isolamento durerà al massimo 21 giorni. Potrebbe però essere ridotto in presenza di un successivo tampone negativo. Il documento indicherà la possibilità di prenotare immediatamente con apposito codice, il tampone in questione. Oggi già 66 persone, seguendo queste istruzioni, si sono prenotate”.

Per quanto riguarda l’immunizzazione delle persone che sono state contagiate, a qualche mese dall’infezione, l’indagine effettuata ha dimostrato che ¾ degli interessati, a distanza di qualche mese dal contagio, avevano conservato gli anticorpi; ma ¼ di loro, invece, era nuovamente esposto al virus. Per questo si raccomanda la massima prudenza anche a chi ha già superato l’infezione e si è negativizzato.

 

 

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