Piroka: sciopero alla rovescia per rivendicare il diritto al lavoro

TOSCOLANO MADERNO - Uno «sciopero alla rovescia» per rivendicare il proprio diritto al lavoro e far sentire la voce di una delle categorie più colpite dalle restrizioni. È la protesta inscenata dalle titolari del bar Piroka di Toscolano.

 

La protesta delle titolari del bar Piroka è stata annunciata con una lettera aperta inviata «alla Repubblica Italiana, alle nostre concittadine e concittadini, a colleghi e colleghe», nella quale si richiama il diritto al lavoro sancito dal primo articolo della Costituzione.

La riportiamo integralmente:

«Alla c.a. della nostra Repubblica Italiana.
PC
Alla c.a. delle nostre concittadine e dei nostri concittadini;
Alla c.a. dei nostri colleghi e delle nostre colleghe;
OGGETTO: sciopero alla rovescia

Cara Repubblica,
il tuo primo articolo recita così: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro“. In un momento storico in cui, per ragioni di ordine superiore ci fai divieto di lavorare , a lungo e con notevole sofferenza ci siamo interrogate su cosa questa dichiarazione di principio potesse significare in concreto, nel quadro dell’epidemia che ci sta colpendo.

Come ogni persona, riteniamo anche noi di avere il pieno diritto a guadagnarci da vivere con la forza e la dignità del nostro lavoro, come Tu stessa dichiari nel Tuo articolo di apertura.

Nel corso dell’anno passato, come pressoché tutti i nostri colleghi, abbiamo pagato imposte, affitti, utenze, aggiornamenti e corsi; e con tempestività abbiamo sostenuto investimenti per adeguarci a DPCM, DL indicazioni varie che man mano ci fornivi. Nonostante gli sforzi compiuti ci siamo trovate deprivate del nostro diritto al lavoro. Ripetutamente.

Quello che poteva e doveva essere un sacrificio momentaneo, è diventato un intero anno, senza la minima prospettiva che cambi qualcosa nell’ anno futuro. O oltre?

Ma come puoi credere possibile, cara Repubblica, che milioni di famiglie affrontino la paura di restare senza reddito per un anno intero? Come puoi pensare di far vivere milioni di famiglie di assistenza e sussistenza, dando per scontato che possano continuare a sopravvivere indebitandosi nell’attesa di tornare ad avere un reddito autonomo?

Il tipo di sacrificio che hai richiesto a noi commercianti, non è lo stesso che ci pare Tu abbia richiesto ad esempio alle aziende fornitrici di utenze, le cui tariffe sono anzi aumentate, gravando ulteriormente sugli esercizi commerciali chiusi. Il tipo di sacrificio che ci hai richiesto, non è lo stesso che ci pare Tu abbia richiesto ad esempio, alle fabbriche, dove migliaia di operai si incontrano quotidianamente, pasteggiando nelle mense aziendali ( unico sistema di ristorazione rimasto sempre attivo, oltre al ristorante di Montecitorio).

Nel nome dell’uguale dignità di chi lavora pretendiamo, cara Repubblica, di poter godere degli stessi diritti che sono riconosciuti al resto della popolazione cui è stato concesso invece di continuare a lavorare nell’ambito delle attività extra sanitarie. Di poter tornare a vivere del nostro lavoro dopo un anno di sacrifici. Come fare per rivendicare nei tuoi confronti la possibilità di esercitare, nel pieno rispetto delle regole sanitarie vigenti, il nostro uguale diritto al lavoro?

Da quando abbiamo scelto di fare questo mestiere, i giorni delle feste li abbiamo sempre passati al lavoro, per festeggiare con la nostra seconda grande famiglia: i nostri clienti. Per rivendicare il nostro uguale diritto al lavoro per noi ed i nostri colleghi, abbiamo dunque deciso che anche quest’anno trascorreremo le festività natalizie sul luogo di lavoro. Gridando in silenzio il nostro diritto al lavoro.

Ci è parso, cara Repubblica, il modo più efficace per non tacere la solitudine in cui noi e i nostri colleghi sentiamo addosso in questi tempi così tristi.

In segno di protesta, di resistenza e di obiezione al protrarsi delle continue chiusure, per non poter più accettare l’ inaccettabile, comunichiamo il presidio solitario, silenzioso e pacifico del Piroka.

Restare sul posto di lavoro, infondo, sarà forse di buon auspicio per l’anno venturo.

Cara Repubblica, aiutaci a rimanere aggrappate ad un po’ di speranza.  Sperando nella comprensione e l’appoggio alla nostra categoria da parte dell’ amministrazione, e confidando nella solidarietà dei colleghi, auguriamo buone feste e la speranza di un migliore anno nuovo.

Piroka snc

PS: Il bar, in ottemperanza a tutte le disposizioni, sarà quindi chiuso».

 

 

 

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