Collettore del Garda veronese: a giugno la consegna dei lavori, a ottobre cantieri al via

VERONA - Azienda Gardesana Servizi, alla presenza del ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini, ha presentato il Bando di Gara per realizzare il primo lotto del Nuovo Collettore del Garda. Il progetto, del valore complessivo di 250 milioni di euro (116 milioni per la sponda veronese, 140 per la sponda bresciana) è già stato finanziato per 100 milioni di euro dal Governo.

Per il Lago di Garda è una giornata storica. Azienda Gardesana Servizi, infatti, ha pubblicato il Bando di gara europeo per l’affidamento dei lavori del primo lotto del Nuovo Collettore da Villa Bagatta (Lazise) a località Ronchi (Castelnuovo del Garda).

Il nuovo Collettore del Garda è la più importante e strategica opera pubblica realizzata da decenni nella nostra provincia. Il suo impatto sull’economia e sulla tutela dell’ambiente lacustre è fondamentale per la difesa dell’ecosistema gardesano, del suo turismo e di tutte le sue attività economiche. Un iter iniziato nel 2013 e che, oggi, si concretizza grazie al caparbio impegno dell’allora presidente Alberto Tomei che, con il supporto di Massimo Giorgetti, all’epoca assessore regionale, si assunse l’onere di far conoscere i rischi e i problemi dell’attuale infrastruttura.

Alla conferenza stampa, che si è tenuta in Sala Consiglio della Provincia di Verona, hanno partecipato la ministro degli Affari regionali e presidente della Comunità del Garda Mariastella Gelmini, il presidente di Azienda Gardesana Servizi Angelo Cresco con il direttore generale Carlo Alberto Voi, la vice presidente con delega ai Lavori pubblici della Regione del Veneto Elisa De Berti, la presidente della Commissione Ambiente e Lavori pubblici della Camera Alessia Rotta, il presidente della Provincia di Verona Manuel Scalzotto e il presidente di ATS Garda Ambiente Giovanni Dal Cero.

“Questa è una giornata storica – ha detto il presidente di AGS Angelo Cresco – perché da un sogno che era diventato un obiettivo, oggi possiamo dire con chiarezza che il Nuovo Collettore è una realtà. A ottobre partiremo con i lavori del primo tratto, ma va detto che siamo pronti per realizzare anche gli altri tratti per terminare il nuovo collettore lungo la sponda veronese nei tempi previsti. Il progetto prevede di investire sul depuratore di Peschiera perché vogliamo che le acque immesse nel Mincio siano sempre più pulite e rispondano al meglio alle sollecitazioni e alle istanze dei cittadini e della associazioni che vivono lungo il corso d’acqua”.

Nel complesso gli investimenti per la realizzazione del Nuovo Collettore del Garda, sponda veronese, sono di circa 116 milioni di euro. Prevedono la realizzazione di 8 lotti funzionali, per quel che concerne le condotte in linea, più un intervento ad hoc sull’impianto di depurazione di Peschiera del Garda.

Verona è stata più veloce rispetto a Brescia – ha detto il ministro Mariastella Gelmini – e devo fare i complimenti a tutti i sindaci e agli amministratori che si sono adoperati per individuare soluzioni unitarie con l’obiettivo di far partire questo bando di gara per il Nuovo Collettore. Anche Brescia è al lavoro. Questa sarà una settimana importante perché si riuniranno diversi tavoli per addivenire alla scelta migliore sul depuratore. È importante non disperdere le risorse stanziate anche in vista del futuro Recory Plan che ha nell’ambiente e nella sostenibilità ambientale un punto molto importante”.

Il bando riguarda il tratto di collettore che va da Villa Bagatta a località Ronchi e che misura complessivamente 4 chilometri, per un valore complessivo pari a circa 10 milioni di euro. La conclusione dell’iter per l’individuazione del Contraente è prevista per la fine del mese di giugno/inizio luglio 2021, data cui seguirà immediatamente la consegna formale dei lavori. La realizzazione delle opere comincerà al termine della stagione turistica, quindi, a partire da ottobre.

“Il progetto complessivo – spiega il direttore generale di AGS Carlo Alberto Voi – ha l’obiettivo di eliminare dal lago tutte le condotte sublacuali, che oggi rappresentano l’elemento più critico. Il bando del primo lotto è già in fase di scadenza e a nel mese di maggio arriveranno le prime offerte. In questo primo lotto, i lavori saranno realizzati lungo la passeggiata Lazise – Castelnuovo e non interesseranno la Gardesana orientale. L’intervento prevede la posa di 3,7 km di nuova tubazione a gravità. In parallelo vengono posati 4 km di nuove tubazioni in ghisa sferoidale che rappresentano il primo tratto della tubazione in pressione che va da Brancolino di Torri del Benaco al depuratore di Peschiera del Garda. Questo tratto sarà temporaneamente utilizzato come bypass per il collettore fognario durante i lavori”.

La durata dell’intervento per questo primo lotto è di 1 anno, compresa la sospensione estiva dei cantieri prevista per favorire il turismo.

La procedura di gara in corso per l’aggiudicazione dei lavori prevede “l’Offerta Economicamente più vantaggiosa” che attribuisce l’80% del punteggio alle migliorie tecniche del progetto e il 20% alla valutazione di ribasso economico. Nel corso del 2021 AGS procederà con l’affidamento di progettazione, lavori e appalto integrato per ulteriori lotti.

“Il lago di Garda meritava e merita di essere considerato a livello nazionale – ha detto la presidente Alessia Rotta –. Il nuovo collettore è un’opera strategica per la sua vita, per il suo futuro, per il benessere del suo ambiente, il che significa benessere per il turismo e per l’economia. Questo risultato è frutto di un lavoro trasversale dal punto di vista della politica e questo significa che è stata fatta buona politica. A livello nazionale abbiamo dimostrato di saper spendere, rapidamente, stando nei tempi e nelle regole, le risorse che ci vengono assegnate e sulla base di questa evidenza, credo che possiamo avere credito per chiederne di nuove, visto che il finanziamento necessario per completare l’opera è imponente”.

“La Provincia – ha spiegato il presidente Manuel Scalzotto – nel progetto del nuovo collettore è, innanzi tutto, tra i soggetti finanziatori, con 1 milione di euro per un’opera di visione assolutamente indispensabile. In secondo luogo, quale ente di area vasta, può contribuire al coordinamento tra più Comuni veronesi impegnati per la tutela del territorio e lo sviluppo economico”.

Angelo Cresco, presidente di AGS,  con in mano alcuni bulloni ammalorati del Collettore.

 

Il collettore del Garda: scheda tecnica

L’attuale sistema di collettamento dei reflui fognari del bacino del Lago di Garda, il cosiddetto “collettore”, è un complesso di tubazioni a gravità ed in pressione (con relativi impianti di sollevamento) che provvedono a trasportare le acque reflue raccolte dalle reti fognarie dei Comuni rivieraschi e di alcuni dell’entroterra, al depuratore centralizzato di Peschiera del Garda. Qui vengono trattati, prima della restituzione delle acque pulite al fiume Mincio, emissario del Lago di Garda, tramite il canale Seriola.

Il collettore dell’intero sistema del Lago di Garda è sostanzialmente diviso in 4 rami:

  • Alto Lago Veronese che va da Malcesine fino a Brancolino, in Comune di Torri del Benaco;
  • Alto Lago Bresciano che va da Gargnano a Toscolano da dove (in località Lancio) attraversa il lago di Garda in condotta subacquea per innestarsi a Brancolino nel ramo dell’Alto Lago Veronese, per poi proseguire in sponda est del lago fino a Peschiera mediante il ramo del Basso lago veronese;
  • Basso Lago veronese che da Brancolino, mediante tratti subacquei e tratti ripariali, giunge fino al depuratore di Peschiera del Garda;
  • Basso Lago Bresciano che da Manerba, mediante tratti subacquei e tratti ripariali a sud del lago, giunge fino al depuratore di Peschiera del Garda.

Il depuratore di Peschiera, oggi al servizio dell’intero sistema (sponda veronese e sponda bresciana) dopo aver provveduto a trattare i reflui, li scarica nel fiume Mincio, affluente di sinistra del fiume Po.

Il collettore veronese è lungo circa 55 km e riceve anche parte delle acque fognarie provenienti dall’altra sponda dell’alto lago bresciano, attraverso la linea sublacuale tra Toscolano Maderno e Brancolino di Torri del Benaco.

La sua realizzazione e le criticità

Il Collettore del Garda, realizzato progressivamente a partire dagli anni ’70, comprende tratti sia interrati al di sotto delle sponde del lago, sia posati sul fondale del lago e all’interno di esso. Le condotte e gli impianti presentano crescenti criticità che presentano un rischio ecologico significativo per l’ecosistema gardesano e sono ormai giunte a fine vita tecnica.

Tali criticità principali sono riferite alla presenza di giunti ammalorati con infiltrazioni di acque parassite di lago, ridotta capacità idraulica di trasporto legata a questo fenomeno e al carico antropico cresciuto notevolmente, oltre ad alcuni episodi avvenuti recentemente con la scoperta di gravi corrosioni nella tubazione che attraversa il lago e fenomeni di “galleggiamento” in alcuni tratti di condotta sublacuale, fiancheggianti la sponda veronese che, fortunatamente, sono stati riposizionati senza danni.

Gli investimenti per il Nuovo Collettore del Garda

Il Nuovo Collettore va, dunque, a sostituire l’esistente e consentirà di eliminare TUTTE le tratte sublacuali oggi presenti. Il valore complessivo per la realizzazione della nuova opera per la sola sponda veronese è pari 116 milioni di euro. Per la realizzazione sulla delle opere sulla sponda bresciana è prevista una spesa di oltre 140 milioni.

Il progetto complessivo (sponda veronese più sponda bresciana) ha ottenuto il finanziamento ministeriale per un importo complessivo di 100 milioni di euro, così ripartito:

  • 40 milioni di euro per la sponda Veronese;
  • 60 milioni di euro per la sponda Bresciana.

Ulteriori finanziamenti già ottenuti per la sponda Veronese:

  • 300 mila euro da parte della Regione Veneto per le spese di progettazione;
  • 1.5 milioni previsti dalla Regione Veneto nella Legge di Bilancio 2018-2020;
  • 1 milioni stanziati dalla Provincia di Verona.
La planimetria dell’attuale sistema di depurazione con la condotta sublacuale Maderno-Torri che si vuole dismettere.

 

Regione Veneto: “Eliminare al più presto le condotte sublacuali”

“Le comunità che vivono sulle sponde del lago, gli operatori turistici e commerciali, le famiglie e le aziende gardesane debbono poter guardare al loro futuro con la certezza che la loro principale risorsa, data dallo straordinario ecosistema lacuale, non sia a rischio. L’opera, di cui oggi finalmente si indicano le tappe realizzative, consentirà non solo di eliminare una spada di Damocle che da troppo tempo incombe su questi territori, ma anche di riqualificarli dal punto di vista ambientale, economico, della sicurezza e salubrità, rilanciandone l’immagine sul piano internazionale”.

Lo ha detto la vicepresidente e assessore ai lavori pubblici e infrastrutture della Regione del Veneto, Elisa De Berti, intervenendo stamane a Verona alla conferenza stampa, promossa dall’Azienda Gardesana Servizi, di presentazione del piano per la realizzazione lungo la sponda veronese del nuovo Collettore del Garda, che andrà a sostituire l’ormai vetusta e inadeguata infrastruttura fognaria, vecchia di 40 anni.

Il quadro economico del progetto definitivo approvato per la sponda veronese ammonta a circa 116,5 milioni di euro, già finanziato per il 38% con 40 milioni di risorse statali, 3,3 milioni della Regione del Veneto e 1 milione della Provincia di Verona. L’Azienda Gardesana Servizi, per coprire la rimanente spesa di 72 milioni di euro, al fine di non gravare sulla tariffa del servizio idrico integrato, sta ricercando altre fonti di finanziamento e ha inoltrato al Ministero della Transizione Ecologica richiesta di inserimento nell’elenco delle opere finanziabili attraverso il Recovery Fund.

“Mi auguro – ha aggiunto De Berti – che a livello statale si comprenda l’importanza di sostenere economicamente la realizzazione di un’opera che serve a mettere in sicurezza uno dei maggiori laghi d’Europa e una delle più grandi riserve continentali di acqua dolce, in un’area vasta che coinvolge i Comuni rivieraschi e quelli del relativo entroterra di tre province di altrettante regioni, sommando complessivamente oltre 24 milioni di presenze turistiche. Nelle strutture ricettive della sola sponda veronese, nel 2019, prima della tragica pandemia dalla quale speriamo di uscire al più presto, sono state registrate oltre 13 milioni di presenze, 11 delle quali di turisti stranieri”.

L’attuale collettore è stato costruito a partire dagli anni ‘70 per raccogliere i reflui (quasi interamente di natura civile) provenienti dagli insediamenti dei Comuni rivieraschi e di alcuni Comuni contermini, convogliando i reflui dell’intero sistema, cioè sia della sponda veronese che di quella bresciana, al depuratore di Peschiera. Dal 2013, per eliminare il possibile rischio di inquinamento ambientale derivante dall’attuale presenza di condotte di grosso diametro sul fondale del lago, le due aziende che gestiscono il servizio idrico integrato lungo le sponde veronese e bresciana del lago, l’Azienda Gardesana Servizi spa e la Acque Bresciane srl, hanno sviluppato il progetto del nuovo sistema di raccolta delle acque reflue a servizio dei comprensori di entrambe le sponde, perseguendo l’obiettivo di ottimizzare e migliorare l’attuale schema idraulico, separando i due ambiti veronese e bresciano e assegnando a ognuno il proprio impianto di depurazione.

“Per tutelare l’intero territorio – ha concluso la vicepresidente De Berti – è necessario eliminare al più presto le condotte sublacuali che presentano segni di ammaloramento, ma anche sostituire tratti di tubazione in prossimità dei quali si sono verificati cedimenti delle infrastrutture sovrastanti, come strade carrabili e percorsi ciclopedonali del lungolago. Abbiamo un patrimonio da difendere e un progetto per farlo: non possiamo più permettere che passi altro tempo per intervenire”.

Sub al lavoro per la manutenzione della sublacuale.

 

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