Arturo Cozzaglio, note autobiografiche del grande geologo tremosinese

TREMOSINE - E stato presentato ieri, sabato 18, a Tremosine il libro «Arturo Cozzaglio. Note biografiche 1861-1890» curato da Giacomo Girardi. Un diario inedito del celebre geologo tremosinese.

Nel 1882, anno del diploma in agrimensura (quello che oggi è il diploma di geometra) al Regio Istituto Tecnico di Brescia, il professore di Storia Naturale, Giuseppe Ragazzoni, propose ad Arturo Cozzaglio di aiutarlo a preparare nel Palazzo Bargnani, sede dell’istituto, la mostra di minerali e rocce che avrebbe dovuto solennizzare le feste agostane per l’inaugurazione del monumento ad Arnaldo da Brescia (14 agosto 1882).

Ragazzoni insegna allo studente il criterio della stratigrafia storica. Tornato a Tremosine per le vacanze, Cozzaglio riscontrò nelle rocce del suo paese, quelle rocce che sempre aveva visto ma forse mai guardato, ciò che stava scritto nei libri studiati a scuola. «Fu uno dei giorni più belli della mia vita!», annoterà.

Nacque così il geologo che dopo poco lavorerà alla ferrovia di Valle Camonica, all’acquedotto di Adro e, soprattutto, alla progettazione della Vesio-Pieve-Porto, la più nota e difficoltosa delle sue opere, con il celebre stratto della Forra.

È uno dei tanti aneddoti che emergono dalla lettura del libro «Arturo Cozzaglio. Note autobiografiche 1861-1890», che fa nuova luce, introducendo dati biografici e dettagli sulla complessità, quasi la stranezza, della personalità del grande geologo tremosinese.

Nel libro è riportato il diario in cui Cozzaglio (19 marzo 1862 – 16 maggio 1950) ripercorre gli anni dal 1961 (quando «scendevo in grembo a mia madre…») al 1890.

Sono scritti inediti, la cui esistenza è stata appurata da Giacomo Girardi, al quale i nipoti dell’autore li hanno consegnati. Girardi ne ha curato la trascrizione e la stampa, con note esplicative per una adeguata comprensione. È un diario che Cozzaglio scrisse «non per la stampa, ma per me solo» nel 1946, dunque molti decenni dopo gli avvenimenti di cui parla.

Oltre ad essere «letterariamente bello», come evidenzia don Gabriele Scalmana nella prefazione, «le descrizioni degli avvenimenti ci permettono di ricostruire, con riferimento a micro-luoghi ben precisi, la vita quotidiana del popolo tremosinese e bresciano nella seconda metà dell’Ottocento».

Arturo Cozzaglio (con cappello e barba) ritratto con alcuni familiari.

 

Lo scritto è denso di avvenimenti e personaggi rappresentativi di quel periodo: il cannoneggiamento di Gargnano da parte degli austriaci, la morte di re Vittorio Emanuele II nel 1878, il prof. Ragazzoni che instillò nello studente di Tremosine il germe della geologia.

Cozzaglio ricorda gli anni della scuola a Brescia, dove il padre Eugenio gestiva una farmacia, l’irrazionale fobia per la radice quadrata, la passione per le scienze e la geologia, le operette al Sociale (allora Teatro Giullaume), il rapporto con le donne, il lavoro di disegnatore nello studio degli ingegneri Ravelli e Barbieri e quello di assistente nell’ufficio tecnico provinciale. Il diario chiude nel 1889: «Il resto – annota Cozzaglio – non dovrebbe essere ricordato, ma sepolto, perché il vero Arturo degno di esistere si è dileguato in un mare di errori».

In appendice due lettere del Cozzaglio (una allo storico Guido Lonati sulla fase preparatoria della pubblicazione «Origini del Golfo di Salò»), alcuni sui articoli di stampa e l’albero genealogico dei Cozzaglio a Tremosine, da Giacomo Antonio (1794-1868) agli attuali discendenti.

Veduta di Pieve.

 

Il libro «Arturo Cozzaglio. Note biografiche 1861-1890» è stato presentato ieri, sabato 18 giugno alle 21 sul sagrato della chiesa di San Giovanni Battista, a Pieve di Tremosine.

Sono intervenuti il curatore del libro, Giacomo Girardi, autore di numerose ricerche e pubblicazioni dedicate a Tremosine, don Gabriele Scalmana e Gian Pietro Brogiolo, presidente dell’Associazione storico-archeologica della Riviera, promotrice della pubblicazione, che è stata sostenuta da Comune e Comunità Montana Parco Alto Garda bresciano.

Sulla copertina del libro il “Portale del Lis”, acquarello di Arturo Cozzaglio (1920).

 

 

 

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