Salmo Carpio: due affermazioni rilevantissime da parte della Comunità del Garda

LAGO DI GARDA - Continua a far discutere la candidatura al Life del progetto di salvaguardia del carpione. Interviene il consigliere comunale di Toscolano Maderno Davide Boni.

Dopo la lettera dell’«Associazione per la salvaguardia del carpione», critica nei confronti della candidatura al Life del progetto di salvaguardia del carpione (la puoi leggere qui), e la risposta del vicepresidente della Comunità del Garda Filippo Gavazzoni  (la trovi qui) interviene il consigliere comunale di Toscolano Maderno Davide Boni con questa lettera che pubblichiamo integralmente.

«Gentilissimo direttore,

sono a chiederle spazio – scrive Boni –  per poter intervenire in merito alla polemica innescatasi attorno alla vicenda che riguarda la candidatura di una nuova proposta progettuale per intercettare fondi LIFE a sostegno di un progetto a tutela del carpione del Garda (Salmo carpio).

Non condivido affatto le modalità provocatorie con cui la fantomatica ’“Associazione per la salvaguardia del Carpione” – di cui per altro non ho mai udito menzione nel corso del decennio di cui mi sono occupato di queste tematiche a differenza ad esempio di WWF Bergamo Brescia, Legambiente per il Garda, associazioni di pescasportivi varie ecc. – è intervenuta sul tema.

Ritengo che l’anonimato squalifichi a prescindere le argomentazioni di chiunque lo pratichi, e bene dunque ha fatto la Comunità del Garda a diffidare gli autori dal proseguire con le illazioni.

Detto ciò, testimonio che le preoccupazioni espresse dalla lettera della fantomatica associazione circolano da lungo tempo nel territorio dell’Alto Garda Bresciano e che parte di esse erano già state formalizzate a mia firma nella “petition” che avevo presentato al Parlamento Europeo nel lontano 2019 (ne avevamo scritto qui).

Invito le persone interessate al tema carpione a rileggerle e ribadisco che esse erano state redatte in seguito alla preoccupazione in me scaturita dall’aver individuato una coppia di esemplari di carpione in frega nell’asta fluviale del torrente Toscolano durante una campagna di monitoraggi ittici nel quadro del progetto L.A.Cust.R.E. (finanziato da Fondazione Cariplo). Ribadisco il dato: una coppia di Carpioni in frega nelle acque di un fiume.

In merito alla risposta fornita dalla Comunità del Garda alla provocatoria lettera segnalo due dati a mio avviso rilevantissimi e per certi versi preoccupanti poiché complicano anziché chiarire il quadro:

  • la Comunità del Garda dichiara ufficialmente che non si è provveduto ad effettuare alcun monitoraggio sulle semine di avannotti di Carpione avviatesi nel 2015 (letteralmente “non essendo stati previste allora azioni di monitoraggio successivo a quel ripopolamento, per cui nessuno può dire quale esito abbia avuto”).

Tale affermazione è a mio avviso sufficiente a mettere in discussione non solo la bontà dei presupposti scientifici da cui si parte per “fare qualcosa di concreto” ma la stessa efficacia, efficienza ed economicità delle attività di ripopolamento fin qui sostenute da Regione Lombardia e/o altri enti come già avevo indicato nella Petition che andrebbero immediatamente sospese per rendere credibile la candidatura appena avanzata.

Sulla base delle notizie degli organi di stampa ed istituzionali si apprende infatti quanto segue. Nel 2015 l’Assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia Claudio Fava dichiarava ( Gardapost “Carpione , semina di speranza”):

“Abbiamo circa 40 mila esemplari pronti ad essere immessi nel lago […] i giovani esemplari seminati nel Garda provengono dall’incubatoio dove nell’estate 2015 si è riusciti ad ottenere 7.600 carpioni e 41 mila uova. L’obbiettivo è seminare nel giro di un paio di anni almeno 500mila esemplari. Il successore all’assessorato Rolfi dichiara che al centro ittiogenico di Desenzano “sono stabulate circa  8000 uova di carpione ed in un impianto privato  è stabulato uno stock di circa 2500 Carpioni per un peso stimato di 500 kg”.

Qual è il senso di sostenere le filiere di presunto ripopolamento se non si è a conoscenza dei risultati (positivi/negativi/nulli) che queste producono?

Può sembrare una questione secondaria ma in realtà non lo è affatto poiché per mantenere la diversità genetica delle popolazioni allevate è necessario ogni anno “risanguarle” allo scopo di evitare l’incrocio genetico degli esemplari in cattività.

Tradotto: ogni anno una certa quota di ormai rari esemplari selvatici deve essere prelevata dal lago per essere spremuta al fine di garantire il mantenimento della qualità genetica dello stock allevato. L’impatto di questi prelievi dovrebbe essere valutato attentamente prima di effettuare una proposta di progetto Life.

Traduco: ogni anno la popolazione di un animale endemico ed in via di estinzione deve essere intaccata allo scopo di mantenere una sottopopolazione il cui allevamento non dà garanzie di risultato in termini di ampliamento della popolazione originaria – essendo stato dichiarato dalla Comunità del Garda che mai ne è stato effettuato il monitoraggio,

“Taglio ancora più sottile” : riduciamo il numero di carpioni selvatici nel Lago per mantenere (o forse aumentare) il numero di carpioni in cattività che sono necessari a ripopolare il lago che abbiamo appena contribuito a svuotare senza però aver mai messo in pista il monitoraggio di tale attività!

Se le Regioni che si affacciano sul Lago ritengono che il Carpione nel Lago non abbia più futuro farebbero bene a dirlo e farebbero benissimo ad attivarsi per garantirne la sopravvivenza ex situ mediante il pieno sostegno all’allevatore che ha maturato negli anni le competenze per mantenere tale popolazione; ma la condizione dovrebbe essere quella di un monitoraggio subordinato all’applicazione di protocolli rigidissimi previo un’effettiva analisi di impatto da esse stesse pagata con i soldi che già hanno in cassa anziché un generico “chiedere i soldi all’Europa” per vedere se le cose fin qui fatte – ivi compreso il presunto prelievo dal lago – hanno avuto senso; perché purtroppo nessun allevamento fatto su piccoli numeri può avere alcun senso ecologico se non si può avvalere in modo sistematico del prelievo di esemplari selvatici da una popolazione sufficientemente ampia in natura.

A meno che l’obbiettivo non sia di natura solamente “commerciale”. Anche qui andrebbe però dichiarato esplicitamente e non vi sarebbe in ciò nulla di male. Voler rendere il carpione un brand culinario sarebbe una cosa che io non condividerei (NO LOGO, SI LAGO!) ma in sé del tutto legittima se si dimostrasse che ciò non avviene a spese della popolazione selvatica. Se, tuttavia, di operazione commerciale e zootecnica si tratta, allora lo strumento finanziario LIFE è del tutto inappropriato. Ci sono altre fonti di finanziamento (e.g., Programma operativo FEAMP del Mipaaf).

I problemi invece insorgono poiché data le necessità tecnico scientifiche di cui sopra (tutela della diversità genetica) una parte del territorio non ha chiaro dove inizi l’aspetto commerciale e dove quello ecologico e tale mancanza di chiarezza (anche solo presunta)  offre la ghiotta occasione per gridare – anche in modo sguaiato e non condivisibile come evocato in premessa – “Fuori i mercanti dal Tempio”!

Bene quindi ha fatto la Comunità del Garda a rilanciare il dialogo nel merito per cercare di andare oltre la polemica e dipanare pubblicamente le numerose problematiche che la tematica Carpione porta con sé tra cui quelle che ho cercato di spiegare; “e a proposito del coregone lavarello, richiama le disposizioni per cui tale specie esotica non è utilizzabile per il ripopolamento nel Lago di Garda, come avviene da due anni a questa parte”. L’affermazione sopra riportata non corrisponde al vero e data la vasta e profonda conoscenza che ha il Vicepresidente della Comunità del Garda delle Vicende alieutiche relative al Garda fa sorgere perplessità in merito all’effettiva paternità dell’affermazione.

Regione Lombardia ha impugnato la normativa che vietava l’immissione di pesci alloctoni e pertanto il 2021 il coregone o lavarello (oregonus lavaretus) è stato regolarmente seminato nel Garda nel corso del 2021 come riporta Bsoggi del 22 febbraio 2021 dal Titolo “Un’ondata di coregoni: il Garda ha fatto il pieno”: ”Siamo già alla terza semina e martedì prossimo è in programma la quarta – spiega il portavoce dell’incubatoio – Man Mano che si schiudono le varie partite consegniamo il novellame agli agenti della Polizia Provinciale per il rilascio nei vari punti…Stiamo parlando più o meno di circa 18 milioni di piccolissimi esemplari di taglia di un centimetro”.

Anche in questo caso la criticità è manifesta: se da un lato, si dichiara di voler salvare il carpione (che è un salmonide), dall’altro, avrebbe naturalmente senso evitare di introdurre specie che esercitano una pressione ecologica diretta o indiretta sullo stesso, come appunto il coregone che è anch’esso un salmonide.

Ma poiché analisi di impatto non si effettuano sul carpione, figuriamoci se si effettuano sul coregone… ciò lascia sempre la speranza che l’introduzione di milioni di avannotti possa risultare irrilevante sullo stock di coregoni già presenti e quindi non concorrere a peggiorare le condizioni di vita delle popolazioni di carpione superstiti.

Un amministratore locale illuminato dichiarava il 4 di settembre 2022 «Servono delle stime sul reale stato della biomassa ittica, oltre che un censimento aggiornato quale sia la competizione alimentare in atto e la disponibilità della stesse…Se penso al carpione sono stati fatti alcuni progetti e sforzi per recuperarlo , ma vani, spesso non coordinarli tra loro. Non si può pensare di proteggerlo solo riproducendolo in cattività per poi liberarlo in un ambiente divenuto per lui “tossico».

Sarebbe rilevante che la comunità del Garda ed il suo Vice Presidente accogliessero il suggerimento dell’amministratore citato e si attivassero nei confronti delle Regioni affinché finanzino queste attività preliminarmente rispetto a qualsiasi ipotesi di candidatura progettuale, che rischierebbe altrimenti di passare per il semplice tentativo di accaparrare risorse.

Anticipo infine – ancora una volta per rimarcare la distanza rispetto a chi agisce in veste anonima – che sulla scorta della delibera approvata dal consiglio comunale di Toscolano Maderno  tre anni or sono su mia istanza (rintracciabile sul sito internet del Comune) che tracciava gli indirizzi rispetto ai quali condurre la tutela della specie Salmo carpio, quale specie ombrello e non quale specie logo rispetto alla quale adoperarsi per la tutela dell’ecosistema del Garda, avvierò attività di richiesta di accesso agli atti relativi alle varie amministrazioni coinvolte così da valutare man mano in merito a come procedere anche rispetto alle autorità cui è demandato il controllo delle normative vigenti in tutela della biodiversità.

PS: Un proverbio gardesano riportato da Bongianni Grattarolo nella “Storia della Riviera di Salò” ( ed.or 1599- riedito Dall’Ateneo di Salò + Il Sommolago nel 2000, pag.52) recita: “Chi vive di Carpioni/ more nelle prigioni”…che Dio ce la mandi buona!».

Davide Boni, Consigliere Comunale di Toscolano Maderno

 

 

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