Verso la luce. Giovanni Segantini, dalla maniera scura alla pittura in chiaro
ARCO - Per la prima volta esposti uno accanto all’altro, «A messa ultima» (1886-1887), dipinto recentemente acquistato dal Comune di Arco; il celebre «A messa prima», proveniente dal Segantini Museum di St. Moritz, anteriore di circa due anni e a questo collegato per tecnica e tema.
Dell’opera «A messa prima» esposti anche i due dipinti preparatori: «Studio di scalinata» (1884-1885, Chur, Bündner Kunstmuseum) e «Studio di architettura con prete» (1884 circa, collezione privata).
Il nuovo percorso espositivo della galleria civica di Arco «Verso la luce. Giovanni Segantini, dalla maniera scura alla pittura in chiaro» (a cura di Niccolò D’Agati, inaugurazione sabato 12 novembre con inizio alle ore 18) si concentra su un momento cruciale della produzione artistica del grande pittore nato ad Arco nel 1858 e morto sullo Schafberg in Svizzera nel 1899, accompagnando il visitatore a scoprirlo e percorrerlo in maniera documentata. La mostra sarà aperta alla visita da domenica 13 novembre fino al 29 gennaio 2023.
«Il dipinto “A messa ultima” -ha spiegato il curatore Niccolò D’Agati nel corso della conferenza stampa che si è tenuta sabato 5 novembre, presenti anche il sindaco Alessandro Betta, l’assessore alla cultura Guido Trebo, la responsabile dell’Ufficio cultura Giancarla Tognoni e la direttrice del Segantini Museum di St. Moritz Mirella Carbone- opera che già vira verso una trattazione divisionista del colore, essendo riferibile all’anno del rifacimento di “Ave Maria a trasbordo”, ci ha offerto l’occasione di articolare un percorso espositivo centrato sulla genesi dell’opera tramite il recupero e la presentazione di materiali archivistici e documentari, nonché delle opere connesse all’elaborazione del motivo dal quale il dipinto deriva. La tela, sotto questo profilo, offre la possibilità di seguire l’evoluzione della pittura segantiniana tra il 1884 e il 1887, trattandosi di un ritorno, con una tecnica rinnovata, su un soggetto affrontato negli anni immediatamente precedenti. Come riporta la corrispondenza di Vittore Grubicy a Benvenuti, il dipinto “Non assolta”, poi rielaborato in “A messa prima”, e le tele connesse a questo lavoro segnano l’avvio del “terzo periodo” della produzione segantiniana, tra il 1884 e il 1886, durante il quale, complice la riflessione mediata da Grubicy sugli esempi della pittura olandese, si dispiega quella pittura “in chiaro”, come la definisce Primo Levi, segnata da una maggiore freschezza e semplicità della colorazione. “A messa prima”, insieme al coevo “La benedizione delle pecore”, costituisce la prima e più immediata risposta di Segantini alle sollecitazioni e alle riflessioni pittoriche tecniche che, in quegli anni, nascono nel rapporto costante tra Segantini e Vittore Grubicy. La nuova acquisizione del Comune di Arco si è dunque prestata alla realizzazione di un focus espositivo che permette di concentrarsi su un momento cruciale di passaggio della produzione artistica del pittore di Arco».
Parte integrante del focus è dedicata, oltre che alla presentazione di documenti e materiali archivistici e fotografici, a un approfondimento, proprio in virtù della sua particolarità pittorica in rapporto alla datazione tra il 1886 e il 1887, sulle tecniche e la materialità del dipinto, grazie a indagini di laboratorio non invasive condotte sull’opera, che permettono al visitatore, grazie a contributi video e fotografici, di conoscere più da vicino i particolari tecnici ed esecutivi dell’opera.
«A fianco del focus su “A messa ultima” -ha aggiunto il dott. D’agati- nelle sale della galleria è proposto un riallestimento delle opere della collezione che, grazie all’integrazione con lavori provenienti da altre collezioni pubbliche e private, è articolato su alcuni nuclei tematici.
Il primo è dedicato a un affondo sulla prima parte della produzione pittorica segantiniana: opere come “La falconiera” (Musei Civici di Pavia), “Il campanaro” (Rovereto, Mart) e “La raccolta dei bozzoli” (Milano, collezione Intesa San Paolo Gallerie d’Italia) permettono di seguire lo svolgimento della prima attività segantiniana, caratterizzata da quella tendenza alla pittura scura che si manifesta appieno nelle opere esposte a Brera nel 1880. Questa prima parte costituisce una necessaria premessa utile a seguire la successiva evoluzione della pittura di Segantini, documentata dalle opere risalenti al 1884-1885, tra le quali “A messa prima”.
Il secondo presenta un percorso cronologico sul tema del paesaggio. Partendo da due inediti dipinti rintracciati all’Archivio Pompeo Mariani e presentati nell’allestimento inaugurato a maggio, le opere -tra le quali il celebre “Naviglio a Milano”- permettono di cogliere l’evoluzione della pittura di paesaggio dai tardi anni Settanta fino alla piena maturazione del linguaggio divisionista, con opere come “L’ora mesta” e la coeva “Testa di vacca”».
A corredo e complemento dell’esposizione sarà a breve pubblicato un catalogo, in edizione bilingue italiana e tedesca, corredato da contributi scientifici di studiosi dell’opera segantiniana dedicati alla ricostruzione della storia della genesi della serie di “A messa prima” e “A messa ultima”, alla sua contestualizzazione nel percorso segantiniano tra il 1878 e il 1885 nonché alla presentazione, a cura del prof. Gianluca Poldi, dei rilievi tecnici emersi in occasione delle indagini diagnostiche condotte su alcune delle opere esposte, al fine di fornire utili coordinate sulla materialità della pittura utili alla lettura del percorso.
Hanno detto, inoltre:
Sindaco Alessandro Betta: «La magnificenza dei quadri in mostra mi ha lasciato senza parole. Io credo davvero nella cultura e nell’arte come strumento di crescita e di pace per la comunità, e un obiettivo del nostro programma già da anni è valorizzare la figura di Segantini, un artista di fama internazionale, tra i più importanti di tutti i tempi. Essere qua oggi è una particolare soddisfazione perché segna il raggiungimento di un obiettivo importante che gli abbiamo dedicato, con in più questa bella collaborazione con la Svizzera, il luogo dove è morto. Mi voglio sbilanciare: questa mostra avrà sicuramente un grandissimo successo. E auspicio che il legame tra Arco e St Moritz possa crescere ancora, diventare stabile, all’insegna di questo artista straordinario che ci lega: Giovanni Segantini.
Assessore Guido Trebo: Verso la luce: questo non è solo il bel titolo della mostra ma anche un augurio che ci facciamo per la nostra galleria civica. Finalmente la nostra amministrazione ha quello che si era prefissata, non semplicemente un museo che espone opere ma un luogo che fa ricerca scientifica su Segantini. Non iniziative celebrative, quindi, ma indagini e ricerca, cioè quello che vogliamo sia il nucleo fondamentale dell’attività di questa galleria. Segantini è un tema che merita, da parte della sua città natale, un ragionamento approfondito, scientifico e artistico. Una tappa importante è stata aver conosciuto il dott. D’Agati, un professionista particolarmente capace e preparato, col quale abbiamo potuto creare un lavoro d’equipe che funziona bene e promette ancora meglio. Già con la scorsa mostra, anch’essa da lui curata, abbiamo quasi raddoppiato il numero di visitatori. Una cosa importante è ricordare che sarà presto disponibile un bellissimo catalogo, che abbiamo voluto bilingue italiano-tedesco.
Direttrice del Segantini Museum di St. Moritz Mirella Carbone: Io sono italiana, anche se lavoro in Svizzera da trent’anni, e sono molto contenta di questo legame con Arco, che per il nostro museo è importante. Sono direttrice dal 2016, quando già il museo di St. Moritz aveva collaborato con Arco e aveva lavorato benissimo. Oggi riuscire a mostrare questo insieme di opere e a raccontarle, grazie al lavoro del dott. D’Aagati, è importantissimo per il pubblico. Il nucleo di questa mostra conto che potrà essere esposto più avanti anche da noi, e con questo di iniziare un percorso insieme.
La genesi
In occasione dell’acquisizione del dipinto di Giovanni Segantini «A messa ultima» per le collezioni del Comune di Arco, la galleria civica «Giovanni Segantini» ha inaugurato la prima di una serie di esposizioni, a cadenza annuale, dedicate ad approfondire lo studio, la conoscenza e la valorizzazione delle opere appartenenti alle collezioni del Comune di Arco. Il primo appuntamento espositivo incentrato su questo focus ha documentato e individuato la denominazione originale del dipinto (acquistato con il nome di “Scalinata con prete”): il titolo corretto è quindi risultato essere “A messa ultima”. Questa rivelazione ha reso ancor più evidente il legame con la celebre opera “A messa prima”. La galleria civica ha quindi ripreso i contatti con il museo segantiniano di St. Moritz, che già nel 2008 aveva offerto una importante collaborazione, per garantirsi il prestito di alcune opere di eccezionale importanza nella produzione segantiniana e per l’approfondimento scientifico di questo focus. Attraverso questo dialogo istituzionale, si è giunti quindi a coinvolgere nel progetto sia il Segantini Museum, sia il Museo d’Arte dei Grigioni di Coira (Bündner Kunstmuseum Chur) e ad avere ad Arco il grande dipinto “A messa prima”, ma anche l’opera “La benedizione delle pecore” e lo “Studio di scalinata”, che insieme alle opere “A messa ultima” di proprietà comunale e “Studio di architettura con figura”, che proviene da una collezione privata, costituiscono un nucleo straordinariamente ricco per la comprensione di questo tema. Da segnalare che “A messa prima” non era stato esposto nella grande mostra che nel 2008 ad Arco aveva preso parte alle celebrazioni per il 150° anniversario della nascita di Segantini, e quindi la sua precedente presenza nella città natale risale alla mostra del centenario, nel lontano 1958, mentre lo “Studio di scalinata” di Coira non è mai stato presentato ad Arco. Ma non sono le uniche sorprese di questa mostra, che permette di ammirare anche “La falconiera” e “La raccolta dei bozzoli”, pitture del periodo milanese di grandissima importanza nella pittura segantiniana, provenienti rispettivamente dal Musei Civici di Pavia e dalla Collezione Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, che finora mai si sono potute vedere ad Arco. Completa il nucleo di opere dello stesso periodo anche il quadro “Il Campanaro”, grazie alla disponibilità al prestito del Mart, Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.
Esposte, poi, anche numerose altre opere provenienti da diverse collezioni private nazionali, molte delle quali -come il bellissimo “Interno con frate”- inedite per il Trentino.
Opere in collezione e prestiti da:
- Segantini Museum di St. Moritz (Svizzera)
- Collezione Fondazione Otto Fischbacher
- Museo d’Arte dei Grigioni, Coira Bündner Kunstmuseum, Chur (Svizzera)
- Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
- Musei Civici di Pavia
- Collezione Intesa San Paolo, Gallerie d’Italia
- Archivio Pompeo Mariani, Milano
- Bottegantica, Milano
- collezioni private
Galleria civica «Giovanni Segantini»
- Palazzo dei Panni, via Segantini 17, Arco
- apertura: dal 13 novembre 2022 al 29 gennaio 2023
- da martedì a domenica della ore 10 alle ore 18 (lunedì chiuso)
- chiusure straordinarie: 24, 25, 26 e 31 dicembre e 1° gennaio
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