Arco, al via i lavori di restauro del parco Arciducale

ARCO - Iniziano il 20 aprile i lavori di restauro e di rivalorizzazione del patrimonio botanico e architettonico del parco Arciducale, che hanno ottenuto un finanziamento del Pnrr. L'ultimo giorno di apertura al pubblico sarà martedì 18 aprile; i lavori richiederanno all’incirca un anno.

L’arboreto di Arco, un lembo dell’antico parco creato dall’arciduca Alberto d’Asburgo intorno al 1872, copre oggi una superficie di circa un ettaro.

Il suo interesse scientifico è dato dalle oltre 240 tra specie e varietà di piante, la stragrande maggioranza sempreverdi ed esotiche, provenienti da tutti i Continenti. Tra queste, conifere nordamericane, piante del sud est asiatico e piante mediterranee.

Il progetto prevede il recupero filologico del sedime originario del parco Arciducale a partire dall’aggiornamento della planimetria (con quote e dislivelli) e della catalogazione e mappatura digitalizzata degli alberi e delle specie erbacee presenti a oggi, tuttavia la quasi totalità degli interventi è finalizzata al restauro e alla salvaguardia delle parti botaniche, che saranno implementate nel numero grazie al ridisegno delle aree di coltivazione originali.

Saranno restaurate anche le parti architettoniche, in particolare le due serre, da impiegare per lo studio di collezioni di specie rare ai fini della biodiversità locale, secondo la programmazione scientifica in atto con il Muse di Trento. Saranno restaurati anche il portale di ingresso, le murature storiche e i numerosi manufatti lapidei originali, e adeguato il padiglione storico in ingresso con infopoint e biglietteria per gli eventi culturali.

Il restauro e l’arricchimento delle collezioni botaniche suddivise nelle originali microaree climatiche sarà anche l’occasione per individuare ad Arco un avamposto internazionale per lo studio dei cambiamenti climatici, che si manifestano con l’insediamento in forma spontanea di specie botaniche che migrano dai climi più caldi verso nord. Un esempio è la pianta di avocado, che dal 1961 cresce e fruttifica nel parco Arciducale di Arco. Altri esemplari di specie botaniche, suddivisi nella aree microclimatiche già presenti, potranno essere oggetto di studio e valutazione per l’impatto sulla biodiversità botanica ed entomologa europea, in collaborazione scientifica con il Muse di Trento. Il parco, oltre che dai normali visitatori (mediamente oltre 200 al mese nella bella stagione), è frequentato dalle scuole, grazie ai laboratori organizzati dal Muse in collaborazione con gli istituti scolastici locali (attività che prima della pandemia richiamava oltre mille presenze all’anno).

Inoltre il progetto prevede sistemi di produzione di energia da fotovoltaico integrato nei vetri delle serre e la razionalizzazione dei consumi idrici, con un risparmio di acqua di circa un quarto. Il sistema di illuminazione passerà alla tecnologia a basso consumo, e saranno introdotti principi di economia circolare con un sistema di stoccaggio e compostaggio dei rifiuti organici.

Ancora, è in programma la realizzazione del catalogo digitale del patrimonio verde e del suo stato di consistenza fitosanitario; di un apparato didattico online e onsite del patrimonio verde; di itinerari didattici sulla biodiversità; dello sbarrieramento per le persone con disabilità sensorie, motorie o cognitive e per i passeggini; di apparati e predisposizioni per l’effetto terapeutico del paesaggio finalizzato al benessere e la salute dei cittadini; di dotazioni per implementare l’avifauna e gli insetti impollinatori.

A intervento concluso ci si aspetta il coinvolgimento negli itinerari didattici di un centinaio di classi all’anno della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria, per circa 2500 studenti; di circa 5000 persone all’anno per gli eventi turistici e culturali in primavera e in autunno; e circa 10 mila persone all’anno per il cinema all’aperto e le altre attività culturali a pagamento.

Progettista delle opere architettoniche è l’arch. Fabrizio Volpato, la parte geologica è a cura del geol. Silvio Alberti. Responsabile unico del procedimento è il dirigente dell’Area tecnica comunale, l’arch. Carmelo Capizzi; referente del progetto per il Servizio opere pubbliche è l’ing. Barbara Contessi; e coordinatore della sicurezza in fase di progettazione è il geom. Paolo Pedrotti.

 

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