Riva del Garda: le idee del Comune sugli alloggi turistici

RIVA DEL GARDA - Nel corso di una recente conferenza stampa il sindaco di Riva del Garda Cristina Santi ha proposto una relazione sul tema degli alloggi turistici.

«Il problema degli alloggi turistici – ha detto il sindaco – è il risultato di un’escalation che dura da almeno 10 anni, con un aumento considerevole negli ultimi anni. Oggi questa tendenza turistica sta creando problemi sociali, difficoltà a trovare appartamenti in affitto, aumento dei prezzi degli appartamenti in vendita.

Questo problema, è evidente, e particolarmente sentito nelle città turistiche, nelle città d’arte, nelle città universitarie, chiaramente in altre zone della nostra provincia gli alloggi turistici sono una forma di attività imprenditoriale e non, e raffigurano anche un’opportunità di crescita economica del territorio, basti pensare al recupero edilizio in zone disagiate ma anche il contrasto allo spopolamento di zone montane. Con riferimento al nostro territorio dell’Alto Garda e Ledro abbiamo zone sature di appartamenti turistici e zone dove grazie agli appartamenti turistici si mantiene vivo un territorio e si creano concrete opportunità lavorative. Di conseguenza risulta difficile pensare ad una normativa generalizzata».

«Cosa è stato fatto finora? Dobbiamo allora partire dalla legge Gilmozzi prima (legge provinciale n. 16/2005) che prevede una limitazione all’edificazione di case a uso turistico, e si applica solo in alcuni comuni ad alta vocazione turistica, prevede per le nuove edificazioni che il 50% sia destinato a residenziale e al massimo il 50% a uso turistico, nel 2021 e fino al 31 dicembre 2021 per contrastare la crisi economica dovuta al covid-19, la Provincia introduce delle disposizioni straordinarie in deroga a tale legge prevedendo la possibilità di passaggio da alloggio ordinario ad alloggio turistico, con l’unica limitazione prevista che è il consumo di suolo zero.

Il comune di Riva del Garda come primo passaggio per contrastare l’aumento degli alloggi turistici con delibera consigliare n. 22 del 2021 disapplica la normativa provinciale, uno dei pochi comuni a farlo. Segue un importante tassello proposto dall’amministrazione rivana e accolto dalla Provincia che è la “targhetta Cipat” per gli alloggi turistici che diventerà concreta nei prossimi giorni. Per distinguere gli alloggi turistici la targhetta dovrà essere esposta all’esterno dello stabile, questo ci permette già di identificare chi è regolare e chi non lo è».

«Passaggi da valutare:

1. La legge urbanistica provinciale 4 marzo 2008, all’art. 57 disciplina gli alloggi destinati a residenza, al comma 13 prevede che “gli alloggi ordinari possono comunque essere utilizzati quali alloggi turistici nel caso siano alloggi compresi nel medesimo edificio o in edifici contigui, nel limite di tre per ciascun proprietario o usufruttuario, ceduti in locazione a turisti in forma non imprenditoriale e con capacità ricettiva complessiva non superiore a dodici posti letto, a condizione che i proprietari risiedano nell’edificio medesimo o in uno degli edifici contigui, previa comunicazione al comune dell’esercizio dell’alloggio turistico”. Oppure alloggi di emigrati trentini all’estero che abbiano risieduto per 10 anni nel comune… In questo caso è necessario dare la facoltà ai comuni di scegliere di poter applicare questa deroga o meno. In particolare di concedere alle amministrazioni la facoltà di scegliere di mettere un “tetto massimo alle licenze turistiche” per alloggi turistici e CAV, altresì la facoltà di scegliere le zone dove poterla esercitare, mi spiego: a Riva del Garda in centro storico gli alloggi turistici hanno raggiunto un numero massimo, cosa diversa potrebbe essere nella frazione di Campi.

2. Permettere ai comuni di aumentare l’imis in caso di utilizzo del Cipat, ma allo stesso modo promuovere la riduzione delle imposte a carattere comunale come imis o rifiuti nel caso i cui il proprietario decida di passare da alloggio turistico ad alloggio ordinario (per un tempo fissato es.5 anni).

3. L’autorizzazione allo svolgimento di attività di alloggio turistico o CAV deve avere un vincolo di 5 anni, pertanto è temporanea ed è vincolante, una volta esercitata l’opzione, la scelta dura 5 anni. La modifica si potrà fare solo trascorsi il termine sia in un senso che nell’altra. Per le esistenti viene dato un tempo entro cui procedere nella scelta vincolante. Mettere un vincolo costringe ad una scelta più oculata.

4. Prevedere che gli alloggi turistici possano ospitare un numero massimo di persone, indicato dal certificato di agibilità per es. e comunque legato alla metratura dell’appartamento.

5. Negli edifici condominiali nel caso fosse consentito l’alloggio turistico (es. zone a meno concentrazione turistica, nel caso di Riva per esempio la frazione di Campi) oltre ad essere in possesso dell’autorizzazione, dovranno essere previsti dal regolamento condominiale ed in assenza della previsione nel regolamento condominiale devono essere approvati dalla maggioranza dei condomini.

6. Nei centri storici le amministrazioni comunali per evitare sovraffollamento di traffico e abuso delle ZTL possono chiedere il possesso di un parcheggio legato all’alloggio turistico.

Infine mi preme ricordare – conclude la sindaca – che l’amministrazione comunale deve in primis svolgere un’attività preventiva e riorganizzativa e non repressiva, il solo sistema sanzionatorio non produce gli effetti sperati, rischiando l’aumento di alloggi promiscui.

Serve inoltre una stretta collaborazione con la polizia locale e i residenti».

Alla conferenza stampa erano presenti anche i presidenti dell’Apt Garda Dolomiti Silvio Rigatti e di Altogarda Parcheggi e Mobilità Marco Torboli.

Veduta di Riva del Garda.

 

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