Il gonfalone d’argento a monsignor Amadori

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ARCO – “La città di Arco intende esprimere la gratitudine per il modo in cui monsignor Luigi Amadori ha svolto il proprio servizio di decano in questo territorio, nei sedici anni che lo hanno visto impegnato nella vita della comunità arcense”.

E ancora: “La motivazione si esplica nel riconoscimento da parte della città del fatto che egli ha sostenuto e favorito lo sviluppo sociale del territorio arcense, dimostrando un impegno ed una dedizione straordinarie”. È la motivazione con cui la Giunta comunale di Arco ha deciso di attribuire l’onorificenza al merito del gonfalone d’argento al proprio decano, che da settembre lascerà la parrocchia per altra destinazione. La cerimonia di consegna è già fissata per il 14 agosto. 

Per l’interessato la comunicazione ufficiale è stata una sorpresa accuratamente architettata, realizzata nella serata di venerdì 27 giugno all’oratorio di San Gabriele, nel corso della grande festa di conclusione del Grest 2014, presenti per l’amministrazione comunale il sindaco Alessandro Betta, l’assessore Stefano Miori e la responsabile dell’Ufficio cultura Giancarla Tognoni. Davanti a centinaia tra ragazzi e genitori, la reazione di monsignor Amadori è stata di sorpresa e di commozione, sentimenti che però si sono ben diluiti nel suo celebre, contagioso sorriso di gioia, quello che ogni giorno dispensa a chi incontra. A proporre l’onorificenza è stata l’associazione «Noi Oratorio Arco».

Monsignor Luigi Amadori, decano della parrocchia di Santa Maria Assunta, si è insediato ad Arco nel 1998. Durante i sedici anni del suo servizio nella comunità, e riuscito a costruire una importante rete di solidarietà e partecipazione fra i membri della comunità, diventando un importante punto di riferimento per l’intera cittadinanza.

«La partecipazione e il sostegno che monsignor Amadori ha garantito alla città durante gli anni del suo servizio ad Arco è stata di valore incommensurabile – ha spiegato il sindaco Alessandro Betta – e ogni iniziativa, ogni progetto realizzato ha avuto il suo sostegno e il suo appoggio, morale e pratico. In tutti questi anni, davvero la città ha avuto la percezione viva e concreta che la chiesa, l’oratorio, la canonica fossero un punto di riferimento preciso. Nei momenti di bisogno come nei momenti di festa; per la vita religiosa e spirituale, ma anche per i momenti di cultura e partecipazione, nelle ricorrenze civili e in tutte quelle occasioni in cui è sembrato giusto dare un segno certo del fatto che Arco è un’unica comunità, aperta alle persone di fede come ai laici, ai cittadini e agli stranieri che ospitiamo”.

 

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