Sull’Alto Garda si rivede la lince

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ALTO GARDA –  Era da una quindicina d’anni che non si attestava la presenza di questo splendido animale sui monti altogardesani. Ora la lince è tornata. Ed è stata pure filmata.

Già nel 2000, nell’ambito degli studi effettuati con il progetto europeo «Life Natura», fu accertata la presenza di questo felino selvatico nel Parco altogardesano.

Animale schivo, la lince si tiene il più possibile lontano dall’uomo. È difficilissima da osservare. Infatti sull’Alto Garda non si registravano avvistamenti da lunghi anni. Ecco perché sono davvero eccezionali le immagini di una lince adulta, realizzate nei giorni scorsi da Giampietro Pace, cacciatore con l’hobby della fotografia, nel comune di Tremosine.

Utilizzando una videocamera ad infrarossi, Pace è recentemente riuscito a catturare nel suo obiettivo un orso bruno, un’aquila reale e, nei giorni scorsi, appunto una lince. La lince, così come l’orso, sono specie di altissimo valore biologico e simbolico.

Le immagini della lince immortalata da Pace sono state pubblicate sulla pagina Facebook della Polizia Provinciale di Brescia. Eccole.

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Questo il commento: Ecco le eccezionali immagini di una lince adulta, realizzate dal sig. Pace Giampietro nel comune di Tremosine. Riguardano un maschio di circa 8 anni e 24 kg di peso, identificato con la sigla B132. Questa lince è nata nel 2006 nel Cantone San Gallo (Svizzera nord occidentale); dal 2008 ha intrapreso un percorso di dispersione che l’ha portata da prima in Engadina (Svizzera), luogo ove è stata radioccolarata per motivi di studio, e successivamente in Trentino, zona Dolomiti di Brenta, dove ha stabilito il suo areale. Dall’estate 2012 si è spostata piu a sud, arrivando fino ai confini della nostra provincia, stabilendo il suo nuovo areale sulla sponda destra Val Chiese. Grazie ai segnali inviati dal collare GPS/VHF il 26 novembre 2012 e’ stata verificata la presenza in Provincia di Brescia, sulle pendici del Monte Carena in comune di Bagolino. Era la prima presenza certa di una Lince, dopo 167 anni dall’uccisione dell’ultimo esemplare a Vezza d’Oglio nel 1845. Fino ad aprile 2013 grazie ai segnali del collare si era potuto monitorarne la presenza, individuando l’areale frequentato, nella vicina Val Daone in provincia di Trento, ma da aprile in poi le pile del collare si erano scaricate ed il monitoraggio dell’animale è stato possibile solo grazie a osservazioni dirette o tramite tracce. L’ultima traccia certa, prima delle eccezionali immagini riprese dal sig. Pace Giampietro, risale al novembre dello scorso anno in comune di Condino (TN).

La lince

La lince appartiene alla famiglia dei felidi. È un animale selvaggio e misterioso, dalle abitudini piuttosto notturne ed estremamente difficile da osservare. Vive in luoghi il più possibile selvaggi ed incontaminati, lontano dalla presenza umana. La sua dieta è composta da lepri, volpi, cuccioli di capriolo e cervo, topi e altri piccoli roditori, uccelli e invertebrati. Nel comprensorio dell’Alto Garda bresciano la lince non si faceva vedere da tempo. Il suo recente ritorno accresce ulteriormente i grandi valori faunistici dell’area protetta. La frequentazione del Parco da parte delle lince è indice di un ambiante naturale «sano» ed è probabilmente stata favorita dagli interventi di gestione faunistica diretta (avviati dall’ufficio operativo gargnanese dell’Azienda regionale delle Foreste nel 1998 con il Progetto Life), tra i quali il recupero di un nucleo di marmotte preesistente in Val di Campo (nel Comune di Tremosine) e la creazione di altre due colonie in Valvestino per garantire, nel lungo periodo, l’insediamento stabile dei predatori che si trovano al vertici delle catena alimentare, come l’aquila reale (una coppia nidifica da anni sul monte Tombea) e, appunto, la lince. Consolidando la presenza delle marmotte sul territorio si sono ovviamente incrementate anche le possibilità dei predatori di catturare una preda e, dunque, di vivere in un habitat ospitale e favorevole. Il ritorno della lince sull’Alto Garda è proprio il segnale di una natura integra ed ancora incontaminata, di un ambiente ben preservato, protetto e valorizzato del Parco.

 

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