I sindaci soli davanti al disagio dei cittadini

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L’editoriale di Enrico Mirani pubblicato sul Giornale di Brescia di venerdì 7 novembre. Un’interessante fotografia della situazione in cui, oggi, operano i sindaci dei nostri comuni.

di Enrico Mirani

“Si scrive coesione sociale, si legge solidarietà. Vale a dire ciò che tiene insieme una comunità, che impedisce lo sfaldarsi della convivenza civile sotto i colpi delle diseguaglianze economiche, sociali, politiche, religiose. Tutte le mattine, agli uffici dei nostri sindaci, bussano sempre più persone che vogliono aiuto: il posto di lavoro,un sussidio, una casa decente. Oppure, semplicemente, chiedono di essere ascoltati nelle loro angosce di uomini e donne precari nella società e nella vita.

Loro, i nostri sindaci, sono lì, in prima fila, a rispondere, per lo più disarmati, con risorse insufficienti, l’animo spesso lacerato dall’impotenza. Non sono eroi, per carità, ma meritano senz’altro rispetto. Soprattutto dallo Stato, che dovrebbe appoggiarli, facilitare la loro funzione. Aiutarli a garantire, innanzitutto, quella coesione sociale, senza la quale c’è la barbarie civile. Lo Stato in questi anni ha fatto l’opposto. Invece di favorire i Comuni come argine alla disgregazione sociale, ha usato la scure, tagliando il possibile e l’impossibile. Gli enti locali sono stati colpiti molto più dei ministeri, della burocrazia, della politica, di altri pezzi dello Stato, che continuano imperterriti a godere di trattamenti e privilegi inaccettabili.

I sindaci sono in prima linea di fronte alla crisi, spesso disarmati: esposti alla tempesta senza riparo, ricordava qualcuno ieri durante l’Assemblea dell’Anci. Con grandi responsabilità sulle spalle, senza i mezzi per poterle esercitare. Di questo passo a rischiare è la democrazia stessa. I Comuni sono l’istituzione più vicina ai cittadini, il primo volto dello Stato. Talvolta usati dai politici come parafulmini del disagio sociale: tagliare gli stipendi dei sindaci, il numero degli assessori e dei consiglieri è stato un atto di pura demagogia, mentre altrove prosegue la cuccagna. Per altro, i sindaci restano gli unici ad essere eletti direttamente, visto che deputati e senatori sono di fatto nominati dai leader dei partiti.

La crisi morde, eccome, ed è giusto che anche i municipi abbiano adottato una cura dimagrante: ma non bisogna esagerare, si rischia la morte del soggetto. Nel nostro caso della democrazia”.

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