Campione, gli operatori vogliono risposte

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CAMPIONE – Sit-in dei dipendenti di Univela in municipio. Protestano per il “silenzio” dell’Amministrazione. Intanto anche l’associazione commercianti chiede indicazioni sul futuro.

«Questo silenzio assordante non ci fa dormire la notte». Il silenzio, secondo i dipendenti di Univela, è quello dell’Amministrazione comunale, dalla quale i venti lavoratori del centro velico di Campione, sgomberato in seguito alla frana del 19 novembre, aspettano risposte che non arrivano.

Sei di loro oggi, martedì 20, hanno stazionato presso il municipio (foto sopra), silenziosamente, per dar simbolicamente voce alle loro istanze.

«È come se ci trovassimo in un limbo – dicono -, viviamo in una condizione estenuante di incertezza». Sanno bene che la situazione di Campione è complessa e che non potrà essere risolta in tempi brevi, ma vorrebbero quanto meno avere informazioni certe, belle o brutte che siano. «Cosa sta facendo – chiedono – il Comune? Cosa dice il monitoraggio? C’è pericolo imminente? Quando inizieranno i lavori? Cosa ci aspetta?».

Domenico, il contabile di Univela, spiega: «La nostra attività dovrebbe cominciare in febbraio. Sono in programma iniziative della Federazione italiana vela, così come raduni tecnici delle federazioni francese, tedesca e russa. In questi giorni andrebbero confermati i contratti dei lavoratori stagionali, ma vista la situazione ogni programmazione è impraticabile».

Nel frattempo si muove anche la proprietà di Univela, che tramite il suo legale ha fatto sapere di essere pronta a portare il sindaco davanti ai giudici del Tar per poter riaprire la struttura. L’eventuale ricorso andrà presentato entro il 27 gennaio, ovvero entro i 60 giorni dalla data di pubblicazione dell’ordinanza di sgombero.

Risposte e indicazioni sono invocate anche dall’associazione dei commercianti di Campione. «Abbiamo chiesto un incontro con il sindaco – spiega Loris, titolare del Cuba Cafè in piazza e del Long Island sulla spiaggia – per avere indicazioni, in particolare sulla possibilità di trovare parcheggi alternativi all’autosilo (sfondato dalla frana, ndr). Dobbiamo siglare i contratti con i fornitori, assumere gli stagionali, organizzare gli eventi. Impossibile farlo senza sapere quanti posti auto avremo a disposizione. Se ne hai 500 ti aspetti un migliaio di persone ogni giorno, se ne hai 50 il discorso cambia».

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