Garda-Lombardia: no ai prelievi dal Garda

0

LAGO DI GARDA – La Giunta esecutiva del Consorzio Lago di Garda-Lombardia, riunitasi oggi a Gargnano, dice “no” alle ipotesi di prelievo delle acque del lago per il rifornimento idrico degli acquedotti di comuni diversi da quelli del comprensorio benacense.

“L’acqua – si legge in una nota diffusa dal Consorzio presieduta da Chicco Risatti – è un bene ambientale prezioso e insostituibile, patrimonio comune da salvaguardare, che non può essere sfruttato quale fonte a basso costo di ingenti quantitativi di acqua, ad uso e consumo della numerosa popolazione delle città che circondano il lago e dei loro hinterland.

Il collegamento di centinaia di migliaia di nuove utenze, per quanto possa apparire “economicamente e tecnicamente” vantaggioso, non può in alcun modo essere considerato compatibile con il rispetto e la tutela del delicatissimo ecosistema lacustre, aspetti questi inscindibili dalla vivibilità del territorio, da parte della comunità dei residenti della riviera e del suo primo entroterra.

Altrettanto gravi sarebbero da considerare le ricadute negative di interventi potenzialmente dannosi sulla qualità e quantità delle acque lacustri sulla fiorente economia turistica locale, che costituisce la primaria fonte di reddito e di occupazione per l’intera area gardesana.

Il Consorzio Lago di Garda-Lombardia, per quanto sopra esposto, intende farsi parte attiva, con tutte le istituzioni locali del Benaco che condivideranno questa visione, perché ogni ipotesi di intervento sia discussa con gli attori del territorio (Comunità del Garda, Amministrazioni Comunali ed altri) e, in caso di ulteriori passi nella direzione della realizzazione di una conduttura di prelievo delle risorse per la fornitura di acqua a realtà non gardesane, si sottoponga tale evenienza al giudizio di un referendum deliberativo popolare che coinvolga tutti i cittadini dei comuni della riviera del Garda”.

Ricordiamo che attualmente le acque del lago, che rappresentano il 40% del patrimonio nazionale di acqua dolce, dissetano 400mila persone, soprattutto nel basso Garda. Ma altri comprensori chiedono di abbeverarsi al lago, come Brescia e decine di comuni dell’hinterland. Se ne discute anche in Veneto, dove la Regione valuta di collegare al lago i rubinetti di aree siccitose, la Provincia di Rovigo e il Polesine. Ipotesi che destano preoccupazione tra gli operatori turistici, che fondano la propria impresa sulla qualità e quantità dell’acqua.

Lascia una risposta