Ecomafie, basta discariche a Montichiari

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MONTICHIARI – Nei giorni scorsi ha fatto tappa a Montichiari la Commissione parlamentare di inchiesta sulle ecomafie. Il sindaco ha ribadito il “no” a nuove discariche su un territorio già allo stremo.

Sentiti in audizione il sindaco Mario Fraccaro, assieme all’assessore all’Ambiente Lia Brogiolo e al dirigente comunale Alessandro Abeni oltre ad alcuni rappresentanti del Comitato Sos Terra. La Commissione necessitava di informazioni circa la situazione del territorio di Montichiari in relazione al numero ed alle tipologie delle discariche presenti.

«Come Sindaco – ha dichiarato Fraccaro – ho posto l’attenzione su diverse questioni a partire dal fatto che Montichiari, in particolare l’Ate43, presenti una concentrazione di discariche non riscontrabile in nessun altra parte d’Italia e d’Europa: 5 discariche attive, A2A, Valseco, Ecoeternit, Edilquattro, Gedit, che assommano a 9 milioni di metri cubi di rifiuti; 5 discariche dismesse ed in fase di post gestione (per un totale di 3 milioni di metri cubi di rifiuti) e che, in alcuni casi, presentano problematiche delicate come per la Seac 2 (rifiuti inerti ed amianto), discarica non ancora ultimata con la sigillatura.

Inoltre è stata presentata una relazione tecnica con una mappatura analitica che segnala, oltre alla situazione sopra citata, altri 11 siti riempiti negli anni ’80 e ’90 da bonificare, sparsi su tutto il territorio comunale, di cui 3 molto consistenti (siti Accini, Baratti, Bicelli)”.

«Nell’Ate 43 – ha proseguito il primo cittadino – sono stati riscontrati superi circa la concentrazione soglia nei pozzi degli impianti presenti in loco, superi che fotografano una situazione di allarme inquinamento. In tale contesto ho collocato anche la vicenda di Padana Green ribadendo l’assoluta contrarietà dell’Amministrazione Comunale all’apertura della stessa, la cui autorizzazione è stata richiesta nel 2011 e che la delibera regionale sull’indice di pressione escluderebbe per il futuro. Ma l’esperienza insegna che occorre vigilare e governare in maniera capillare la vicenda. Sia chiaro che il No a nuove discariche è un imperativo categorico“.

Dal sindaco è giunta, infine, una richiesta di legiferare affinché si adotti una normativa nazionale in grado di recepire alcune istanze indifferibili quali l’attribuzione di maggiori poteri di controllo e verifica per i comuni, l’obbligo per le aziende che conferiscono rifiuti di adeguati ristori ambientali alle popolazioni e la necessità di assumere anche a livello nazionale il valore dell’indice di pressione come discriminante per l’individuazione dei territori.

Da parte sua l’Assessore Brogiolo ha dichiarato in sede di audizione che “il Comune ha avviato un percorso del tutto innovativo e rivoluzionario rispetto all’approccio burocratico finora avuto sui problemi ambientali: monitorare il territorio di area vasta con sensori sugli elementi costitutivi dell’ambiente (aria, acqua, terreno) e ricondurre le informazioni ad un tavolo di governance al quale sono chiamati tutti i soggetti responsabili (Regione, Provincia, Arpa, Asl e Comuni) per porre in essere azioni mirate e concrete”.

Quanto alle famose compensazioni ambientali “si dovrà ragionare anche in sede di Piano di Governo del Territorio per individuare gli interventi a miglioramento dell’ambiente che verranno effettivamente realizzati”. Montichiari, dunque, batte i pugni sul tavolo della Commissione e lo fa anche in merito ai siti inquinati, i 3 che ancora mancano all’appello delle bonifiche. Qui l’Amministrazione comunale si è fatta parte in causa con un’altra iniziativa mai avvenuta in passato richiedendo l’inserimento degli stessi nell’elenco dei siti d’interesse nazionale, come regolamentato da apposito Decreto legislativo. Per trovarvi inserimento è necessario che il sito sottostia a determinati criteri e caratteristiche in relazione alle quantità ed alla pericolosità degli inquinanti previsti, al rilievo dell’impatto sull’ambiente circostante in fatto di rischio sanitario ed ecologico nonché al pregiudizio per i beni culturali ed ambientali eventualmente presenti in zona. “Si tratta – ha concluso Brogiolo – di una novità assoluta a Montichiari perché mai, e sottolineo mai, si era cercato negli scorsi anni di portare a casa una soluzione importante come la classificazione nazionale dei siti inquinati”.

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