Il morbo blu. Le epidemie di colera sul Garda

0

SALÒ – Venerdì 30 alle 17.30 a Salò conferenza di Giovanni Pelizzari, archivistica dell’Asar, sul «Morbo blu», le epidemie di colera sul Garda.

Si tratta dell’ultimo appuntamento con gli Itinerari storici gardesani, ciclo di conferenze organizzate dall’équipe archivistica dell’Asar (www.asar-garda.org) per diffondere la conoscenza delle antiche carte salodiane.

Il ciclo (qui il programma completo) si chiude venerdì 30 ottobre, alle 17.30 in Sala dei Provveditori, con Pelizzari che parlerà del «Morbo blu», il colera, con particolare riferimento alle epidemie verificatesi a Salò nella prima metà dell’Ottocento, durante la dominazione austriaca.

È un ricerca che si inserisce nel lavoro a cui gli archivisti salodiani si stanno dedicando in questi mesi: l’inventariazione dell’archivio storico del Comune di Salò nella parte ottocentesca. Una notevole mole di documenti, che permetteranno gradualmente di ricostruire un secolo molto importante della città gardesana, apertosi con il crollo del tradizionale scenario della Magnifica Patria e della Repubblica di Venezia sotto i colpi della Rivoluzione, seguito dalla dominazione asburgica, dal Risorgimento e conclusosi con la nascita del nuovo contesto nazionale del Regno d’Italia.

Itinerari storici gardesani – Gli “Itinerari storici gardesani” costituiscono per l’équipe archivistica dell’Asar un versante necessario del lavoro d’archivio, dal punto di vista sia scientifico sia civico.

“Sul piano scientifico – dicono gli archivisti -, se lo studio dei documenti deve seguire una disciplina e una deontologia che non possono essere influenzate dalla pubblica opinione, è però necessario giungere al momento della comunicazione del risultato delle ricerche, rendendone partecipe sia la comunità scientifica sia il pubblico non specialistico interessato. Studiare implica insegnare, anche se lo studio ha significato di per sé: tuttavia, noi siamo quasi tutti ex docenti e per noi i contenuti del nostro povero sapere, acquisito per coltivare il nostro gratuito interesse, sono naturalmente destinato ad essere comunicati ad altri.

Dal punto di vista civico, le nostre ricerche e soprattutto le nostre comunicazioni si fondano sulla convinzione che la consapevolezza della propria storia sia un fattore imprescindibile per trasformare una generica accolita di individui in una comunità, che sa da dove viene, cosa ha ereditato dalle generazioni del passato, cosa va difeso e conservato e in quali direzioni si può indirizzare il cambiamento”.

Lascia una risposta