ReGeneration 2016: progettare a impatto zero

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ARCO – Aperte le candidature per ReGeneration 2016. Cercansi 15 giovani progettisti europei chiamati a progettare la riqualificazione di un edificio pubblico secondo il protocollo Living Building Challenge. Domande entro il 29 gennaio.

Dopo il successo di «ReGeneration 64 hours european competition», il concorso di progettazione che s’è tenuto ad aprile, Macro Design Studio (società di consulenza in materia di sostenibilità insediata nell’hub della green economy italiana di Progetto Manifattura a Rovereto) rilancia con la seconda edizione il concorso europeo interamente basato sul protocollo Living Building Challenge (LBC), sistema di rating della sostenibilità degli edifici tra i più stringenti al mondo. Saranno selezionati quindici giovani progettisti europei (di cui due trentini), i quali si cimenteranno, divisi in tre team, nella stesura di un progetto di riqualificazione di un edificio pubblico di Arco (segreto fino al giorno del via), lavorando per sessantaquattro ore consecutive all’interno dell’art work space di Centrale Fies, dal 13 al 16 aprile 2016. Poi il Comune di Arco darà continuità concreta all’iniziativa, recuperando l’edificio.

L’iniziativa è aperta al pubblico: è infatti previsto, sabato 16 aprile dalle ore 10 nella Centrale Fies, la «ReGeneration conference», un convegno che intende rispondere alla domanda «Come ci immaginiamo le comunità del futuro?». Seguirà la presentazione dei lavori e la premiazione del team vincitore. L’evento è realizzato in collaborazione con il Comune di Arco, l’International Living Building Institute (ILFI) e il Living Building Challenge Collaborative.

«Per rispetto delle norme del concorso non possiamo rendere noto quale edificio pubblico arcense sarà oggetto del concorso di progettazione – ha spiegato il vicesindaco Stefano Bresciani nel corso della conferenza stampa di presentazione, che s’è tenuta in municipio nella mattina di venerdì 11 dicembre, presenti anche il sindaco Alessandro Betta e l’assessora al turismo Marialuisa Tavernini, assente per un imprevisto l’assessore all’urbanistica Stefano Miori, e presenti per Macro Design Studio Paola Moschini e Carlo Battisti – ma posso dire che è stato scelto con cura, nell’ottica di cogliere la preziosa occasione di questo concorso di progettazione internazionale, rivolto ai giovani progettisti, in una prospettiva concreta di reale intervento su quell’edificio. La nostra partecipazione è all’insegna dell’interesse, per noi si tratta di un’opportunità di notevole livello, a costo quasi zero, nel senso che si tratta di cifre molto lontane da quelle di un progetto tradizionale. Una iniziativa che abbiamo affrontato con un progetto di condivisione generale tra vari assessorati, come un progetto simile merita, specie in prospettiva di esiti successivi e concreti».

Il sindaco Betta ha ricordato che esiste una specifica delega ai grandi volumi, affidata al vicesindaco Bresciani, quale precisa scelta per il recupero dei grandi edifici storici in disuso: «Un progetto che necessariamente non può che procedere in linea con le grandi risosrse richieste, e per il quale quindi ci è parsa preziosa questa opportunità di una progettazione qualificata e “giovane”, a costo molto contenuto. Ma nel frattempo ci stiamo già muovendo per reperire le risorse con le quali dare poi continuità al progetto, realizzandolo concretamente».

L’assessora Tavernini ha sottolineato anche dal punto di vista delle sue deleghe, segnatamente quella al turismo, il valore dell’opportunità rappresentata dal concorso d’idee Living Building Challenge.

Rispetto ad altre certificazioni, il protocollo LBC è molto rigoroso e stringente sotto tutti gli ambiti di impatto ambientale dell’edificio: l’edificio dovrà essere non solo a bilancio zero riguardo all’energia (anzi l’edificio ne produce più di quanta necessiti) ma anche a bilancio zero di acqua (100% recuperata e trattata sul posto) e con il 100% di riciclaggio dei rifiuti (ad esempio col compostaggio). Oltre a ciò, LBC affronta per la prima volta il concetto di bellezza, per capire come trasformare ambienti degradati in ambienti di equità sociale e in armonia con il contesto.

«La certificazione LBC parla al cuore – hanno spiegato Paola Moschini e Carlo Battisti di Macro Design Studio – ed è impiegata da progettisti che vogliono veramente guardare al futuro, per garantire un pianeta che rispetti il diritto di equità intergenerazionale, lasciando alle generazioni che verranno le nostre città migliori di come le abbiamo trovate. Spesso le certificazioni sono soprattutto algoritmi di misurazione, si dice: vorrei un edificio che impatti sull’ambiente meno di edifici analoghi. Con LBC non ci accontentiamo di edifici che impattino di meno o facciano “meno male” all’ambiente, ma vogliamo edifici che non impattino per nulla. E’ un approccio che ha bisogno di soluzioni tecnologiche e progettuali innovative, accessibili e condivise con tutte le parti coinvolte nel progetto».

La sfida è partita: sono già aperte le candidature di giovani architetti, ingegneri, esperti della sostenibilità, under 35 anni provenienti da paesi membri dell’Unione Europea, per la selezione dei 15 partecipanti, con due posti riservati a progettisti locali.

La scadenza è il 29 gennaio 2016. Info e application form alla pagina www.macrodesignstudio.it.

Nella foto sopra: la conferenza stampa nel municipio di Arco. Da sinistra, CARLO BATTISTI (Macro Design Studio), il sindaco Alessandro Betta, il vicesindaco Stefano Bresciani, l’assessora Marialuisa Tavernini e Paola Moschini (Macro Design Studio).

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