Zanardelli si rifà il look

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SALÒ – Dopo i Caduti, tocca a Zanardelli. Il monumento salodiano dedicato allo statista bresciano, opera dello sculture Angelo Zanelli, presto sottoposto a restauro conservativo.

Continuano gli interventi di riqualificazione dei monumenti salodiani. La scorsa primavera il restauro conservativo della scultura bronzea di Angelo Zanelli dedicata ai Caduti, collocata nel 1930 al centro di piazza Vittoria.

Ora è la volta del monumento dedicato allo statista Giuseppe Zanardelli, posizionato sul lungolago nel 1904, anch’esso realizzato dallo scultore Zanelli. Nei giorni scorsi l’ufficio tecnico ha affidato l’intervento alla ditta San Luca Restauri di Milano, che dovrà rimuovere i depositi superficiali (polveri, inquinamento, guano…) e le patine di corrosione che rivestono l’opera.

Zanardelli non nacque a Salò, ma ebbe ottimi rapporti con questa città, dove spesso giungeva in visita ad alcuni carissimi amici. Fu presidente del Consiglio dei ministri dal febbraio 1901 all’ottobre 1903 e proprio in quel periodo si adoperò per la realizzazione del lungolago salodiano, dopo il terremoto del 1901. La sua predilezione per Salò fu premiata con la cittadinanza onoraria nel 1902 e nel 1904, appunto, con la posa del monumento.

Lo scultore Angelo Zanelli. Angelo Zanelli è nato a San Felice del Benaco nel 1879 e morto a Roma nel 1942. Dopo aver seguito gli studi a Brescia, Firenze e Roma, hasvolto la propria attività prevalentemente nella capitale, dove ricevette importanti commissioni istituzionali come il fregio per il Vittoriano, nelle quali Zanelli espresse un linguaggio classico-simbolista che preludeva agli esiti del Novecento.

Molteplici sono le opere dello Zanelli; le sue sculture sono in Italia, a Montevideo, a Parigi, al Campidoglio dell’Avana e a Rodi. Tuttavia la sua opera e più significativa rimane il capolavoro del Vittoriano a Roma. La scultura, lunga oltre 60 metri, rappresenta due grandi cortei: da una parte il lavoro e dall’altra l’amor patrio, che si congiungono al centro con l’immagine della dea Roma. Con questa libera concessione Angelo Zanelli conquistò la critica di quel tempo, che lo innalzò nell’Olimpo dei grandi artisti italiani.

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