Petizione su change.org per il progetto di depurazione del Garda

LAGO DI GARDA – «Mettiamo in sicurezza le acque del Garda» è il titolo della raccolta firme lanciata sul la popolare piattaforma per il lancio di petizioni su temi politico-sociali.

La petizione, promossa da Gianluigi Goi, giornalista e curatore del blog “Agricoltura e Ambiente“, come detto è stata lanciata su www.change.org, gigante da centocinquanta milioni di utenti nel mondo, con l’obiettivo di esercitare pressioni sui centri decisionali affinché non si perda più tempo e si mettano «in sicurezza le acque del lago di Garda, minacciate dalla inadeguatezza e dalla vecchiaia delle condotte fognarie subacquee».

La petizione è «aperta al contributo di tutti i cittadini che hanno a cuore il futuro ecologico ed economico-sociale del bacino gardesano» e rivolge «un sentito appello alle associazioni, alle comunità e a tutti gli enti presenti sul territorio – soprattutto  a quelli che hanno il compito di promuovere il turismo – affinchè accolgano il nostro invito a raccogliere il maggior numero possibile di firme a sostegno di questa battaglia di civiltà».

L’unico fine di questa petizione, spiega il promotore «è infatti quello di esercitare una forte  pressione, la più ampia ed incisiva possibile, sulle competenti autorità politiche ed amministrative per spronarle ad intervenire e a decidere, come è loro preciso dovere,  in tempi rapidi e nel rispetto delle regole e della trasparenza. Per salvare le acque del lago di Garda è prioritaria l’immediata stesura del progetto definitivo,  indispensabile  per il via ai lavori. I tempi di realizzazione saranno necessariamente non brevi: con le nostre firme facciamo in modo che non diventino infiniti»

La petizione sarà consegnata al Ministero dell’Ambiente, Regione Lombardia, Regione Veneto, Provincia Autonoma di trento, Provincia di Brescia, Provincia di Verona, Legambiente e Wwf.

Il collettore sublacuale che porta i liquami fognari dalla riviera bresciana a quella veronese.

Continua la petizione: «Il lago di Garda, universalmente conosciuto per la bellezza dei luoghi, del paesaggio e la varietà dei suoi colori, è meta turistica, con 25 milioni di presenze all’anno, ambita e molto frequentata anche da una affezionata clientela estera, soprattutto tedesca.  Esteso per 370 kmq di superficie che spazia su tre regioni (Lombardia, Veneto e Trentino e le province di Brescia, Verona e Trento) rappresenta anche un’entità idrica di straordinaria rilevanza, destinata ad aumentare a causa dei cambiamenti climatici in atto. Infatti, con i suoi circa 50 km cubi di volume di acqua è il maggiore bacino d’acqua dolce italiano arrivando a coprire il 40% della risorsa idrica nazionale. Le spiagge balneabili, e come tali sottoposte ai controlli igienico-sanitari di legge, sono 125. Nel complesso lo stato di salute delle acque è buono anche se non mancano elementi di criticità dovuti soprattutto alla presenza di circa 450.000 residenti (rivieraschi e dell’immediato retroterra) e soprattutto alla fortissima presenza turistica.

Gran parte delle acque reflue urbane delle sponde bresciana e veronese – preponderanti per estensione e presenze umane – confluiscono nell’unico grande depuratore di Peschiera del Garda, in provincia di Verona, in funzione dalla metà degli anni Ottanta del secolo scorso. Un impianto che ha svolto una funzione molto importante di salvaguardia dell’ecosistema lacustre ma ormai inadeguato a fronte dei quantitativi crescenti di liquami da trattare e soprattutto dei picchi di reflui in entrata.

depuratore Peschiera
Il depuratore di Peschiera.

Allo stato attuale i punti più pericolosi e critici  sono purtroppo presenti in numero consistente nelle condotte subacquee, vecchie e ai limiti quanto a resistenza meccanica, che convogliano i liquami da Toscolano (Alto Garda bresciano) a Peschiera (nel Veronese). Sempre possibili eventuali rotture – fra l’altro la zona è sismica – delle condotte sublacuali, con relativo sversamento diretto dei liquami nel lago, causerebbero danni gravissimi all’intero sistema gardesano in quanto non sarebbe possibile bloccarne a monte il deflusso. Di qui la necessità, assoluta e primaria, di mettere in sicurezza l’intero sistema idrografico dismettendo queste tubazioni quanto prima.

Il problema, di assoluta e oggi finalmente riconosciuta rilevanza nazionale, è da anni all’attenzione di politici e amministratori pare avviato ad una soluzione, ancorchè di lungo periodo. Troppo lungo: 2030, in base alle attuali ipotesi.

Il progetto preliminare, del gennaio 2015, “Interventi di riqualificazione del sistema di raccolta del reflui nel Bacino del lago di Garda“, prevede che quasi tutti i reflui della sponda bresciana vengano convogliati a Visano (nella Bassa bresciana) dove saranno trattati in un maxi impianto frutto della riconversione di un depuratore attualmente inutilizzato. In questo modo sarà possibile eliminare gran parte delle condotte sublacuali che costituiscono il punto critico dell’intero sistema in quanto già oggi molto degradate. Il piano prevede inoltre, grazie al generalizzato interramento delle tubazioni, l’eliminazione dei non pochi sfiori a lago ancora esistenti (anche di frazioni di acque nere) il che comporterà rilevanti effetti positivi per la qualità delle acque.

Il ministero dell’Ambiente, in base alla delibera 2 luglio 2017 del Cipe che ha stanziato 100 milioni di Euro, prevede l’attivazione di due sistemi di collettamento e depurazione. uno nel Veronese e un altro nel Bresciano. Con la stessa delibera il Cipe ha dato il primo via libera ai lavori – fondamentali per la dismissione delle condotte subacquee – per il depuratore bresciano. L’importo complessivo dei lavori, della durata di dieci anni, è stimato in 220 milioni di euro».

Potete leggere e firmare la petizione a questo link.

La planimetria dell’attuale sistema di depurazione.

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