La rimonta della trota lacustre nel Toscolano per deporre le uova

TOSCOLANO – Si rinnova il fenomeno della “rimonta” della trota lacustre nel Toscolano. Segno che i lavori effettuati sul fiume sono serviti. Ma per preservare la specie servono maggiori rilasci d’acqua dalla diga.

Il primo esemplare ad intraprendere questa spettacolare migrazione riproduttiva, simile a quella che fanno i salmoni, è stato osservato nei giorni scorsi, prima delle piogge di sabato (la foto che vedete qui sopra e il video sotto risalgono a  giovedì 23 novembre), nel tratto di fiume che corre a monte del municipio. Si tratta di una bella lacustre di una settantina di centimetri e almeno 6 kg, indaffarata a predisporre, con poderosi colpi di coda, le zone dell’alveo dove poi deporrà le uova.

Non è scontato che questo fenomeno, chiamato “homing”, avvenga: «L’acqua è poca – dice Paolo Marai dell’associazione di pescatori ZPS “La Fario” – a causa della siccità e degli scarsi rilasci dal bacino di Valvestino, ma questa lacustre ce l’ha fatta. Segno che i lavori effettuati per restituire al fiume la naturalità perduta e facilitare la risalita delle trote sono serviti».

Sul Toscolano – l’unico fiume bresciano in cui si osserva la rimonta, che ormai avviene solo qui e nel Sarca, in Trentino – sono appena terminati alcuni interventi di riqualificazione ambientale previsti dal progetto «Lacustre», finanziato da Fondazione Cariplo con 250mila euro e predisposto dagli ittiologi Alessandro Marieni e Antonella Anzani. Sono state di fatto ripristinate le condizioni per la risalita dei pesci, creando zone di riparo, sistemando il letto e le sponde, nonché attrezzando apposite “rampe” per la risalita nei punti in cui sono presenti sbarramenti artificiali, come quello situato poco più a monte del Ponte Vecchio.

Grazie a tutto questo si rinnova quel fenomeno sorprendente che in questo periodo vede le trote (non tutte, solo quelle “selvatiche”, patrimonio esclusivo della biodiversità gardesana) abbandonare il lago per risalire il torrente e tornare là dove erano nate per dare avvio ad un nuovo ciclo della vita.

Il fatto che una trota ce l’abbia fatta è rassicurante, ma i lavori effettuati sul fiume potrebbero non bastare se in futuro Enel non rilascerà dalla diga di Valvestino maggiori quantità d’acqua.

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