Locazioni brevi, pronto il codice identificativo contro l’abusivismo

LAGO DI GARDA - La lotta all’abusivismo nel settore turismo giunge ad un punto di svolta. Un emendamento al decreto crescita prevede l'introduzione del CIR -Codice Identificativo di Riferimento, un censimento di tutte le strutture parallele che vendono camere in rete.

Il codice identificativo consentirà di migliorare l’offerta turistica, realizzando un mercato più trasparente, a tutela dei consumatori, dei lavoratori, delle imprese, delle comunità locali e dell’erario.

L’emendamento prevede che tutte le strutture ricettive, inclusi gli immobili destinati alle locazioni brevi, vengano iscritte in una banca dati istituita presso l’Agenzia delle Entrate. Ad ogni struttura sarà assegnato un codice identificativo, che dovrà essere pubblicato obbligatoriamente in tutte le forme di comunicazione rivolte al pubblico.

“Apprezziamo questa proposta – ha detto il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca – e ringraziamo il ministro Centinaio per l’importante segnale di attenzione verso il settore, che ci era stato preannunciato nel settembre scorso, in occasione della sua partecipazione alla riunione del nostro Consiglio Direttivo, e poi confermato durante l’Assemblea di Federalberghi che si è tenuta a Capri ad inizio maggio”.

Strumenti analoghi sono stati introdotti con buoni risultati in tutto il mondo – ha proseguito Bocca, ricordando i casi di Parigi, Barcellona, Buenos Aires, Toronto, Germania, Grecia, Svezia e Croazia – e confidiamo che anche in Italia contribuiscano alla bonifica del mercato, in favore di tutte le strutture, di tutti i generi, che operano nel rispetto delle regole, per una concorrenza sana, trasparente e leale”.

“Questa proposta – ha concluso Bocca – costituisce il primo passo di un percorso strategico, che deve proseguire introducendo un set minimo di norme di tutela del turista, in materia di igiene, sicurezza, prevenzione incendi, etc. che Federalberghi ha chiesto di adottare in occasione della recente audizione parlamentare sul disegno di legge delega sul turismo”.

 

Il monitoraggio del mercato

Federalberghi, con l’assistenza tecnica di due istituti di ricerca, l’italiano Incipit e la statunitense Inside Airbnb, monitora costantemente il mercato degli affitti brevi.

Il fenomeno è in continua espansione e non si è arrestato neanche dopo l’arrivo della legge che assegna ai portali il compito di trattenere alla fonte e versare allo Stato il 21% del prezzo pagato dai turisti.

Nei due anni successivi all’entrata in vigore della legge, il numero di annunci su Airbnb Italia è praticamente raddoppiato, passando da 214.483 ad aprile 2017 a 421.086 ad aprile 2019 (+96,33%).

Le prime città per numero di annunci sono Roma (con 30.037 annunci), Milano (20.344) e Firenze (11.557). La regione con più annunci è la Toscana (61.529), seguita da Sicilia (53.886) e Lombardia (43.627).

 

Gli annunci su Airbnb ad aprile 2019

regioni

n. annunci

Toscana

61.529

Sicilia

53.886

Lombardia

43.627

Lazio

41.822

Puglia

36.495

Sardegna

31.676

Campania

27.311

Veneto

25.723

Liguria

19.289

Piemonte

15.791

Emilia – Romagna

13.760

Umbria

8.608

Trentino – Alto Adige

8.483

Calabria

8.094

Marche

7.938

Abruzzo

6.497

Friuli – Venezia Giulia

4.358

Valle d’Aosta

3.229

Basilicata

2.111

Molise

859

Italia

421.086

 

 

La posizione di Federalberghi Garda Veneto

Nei giorni scorsi, in seguito ad una sentenza della Corte costituzionale che aveva dato il via libera al CIR, il presidente di Federalberghi Garda Veneto Ivan De Beni aveva dichiarato: “Finalmente una bella notizia! Siamo molto contenti di questa presa di posizione della Cassazione. É da anni che Federalberghi denuncia questo problema che è diventato ormai emergenza nazionale. Se ne discute in tutti i direttivi nazionali, l’ultimo è stato a Firenze, lo scorso febbraio durante il quale tutti i presidenti hanno auspicato una legislazione che normasse il fenomeno. Ora abbiamo il sostegno legale per poter fare pressione in Regione, affinché venga al più presto istituito il CIR -Codice Identificativo di Riferimento, un vero e proprio censimento di tutte le strutture parallele che vendono camere in rete”.

“Negli ultimi anni – continua De Beni –  è stata data la possibilità di aprire nuove forme di turismo che si sono sviluppate in maniera esponenziale mentre gli organismi di controllo non hanno reagito con la stessa velocità e, soprattutto, il nuovo settore non è stato chiaramente disciplinato. Questo ha dato spazio alla diffusione del fenomeno del sommerso e dell’abusivismo contro il quale combattiamo perché va a scapito dei “buoni e corretti imprenditori” che seguono le regole e offrono garanzie di sicurezza ai loro ospiti, ai lavoratori e alla collettività”.

Infine una doverosa precisazione: “Non è detto – dice Federalberghi – che gli appartamenti presenti su Airbnb e altri canali web siano abusivi, ma già di per sé il database è un forte indicatore di un fenomeno ormai fuori controllo. Basta infatti fare un controllo in Regione per vedere che le attività ricettive di questo tipo regolarmente iscritte sono in numero infinitamente inferiore.

Ad agosto 2018, erano disponibili su Airbnb 397.314 alloggi italiani, mentre le strutture extralberghiere di natura analoga (appartamenti in affitto e bed and breakfast) censite dall’Istat in Italia sono 113.538. Si può pertanto certificare ufficialmente l’esistenza di almeno 280.000 alloggi che sfuggono ad ogni controllo, con l’avvertenza che le strutture mancanti all’appello sono probabilmente molte di più. (Fonte Federalberghi)

 

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