Pra’ de la Fam, tre giorni di apertura al pubblico per l’antica limonaia

TIGNALE – Lunedì 24, martedì 25 e sabato 29 febbraio dalle 11 alle 16 apertura della settecentesca limonaia del «Pra’ de la fam», che si mostra nella veste invernale. Visite guidate alle 14.30 e alle 16.

Tornano le aperture invernali della Limonaia Pra dela Fam di Tignale. Situata strategicamente sulla sponda più soleggiata del lago, questa splendida limonaia, una delle più grandi e suggestive del lago, è stata ristrutturata nel 1985 e dal 2012 è entrata a far parte della realtà ecomuseale nazionale, che offre al visitatore la possibilità di riscoprire un peculiare habitat per i limoni e altri agrumi, quali mandarini, kumquat, pompelmi e bergamotti.

Sarà l’occasione per ammirare questo splendido giardino d’agrumi nella sua “veste invernale”, con il giardino d’agrumi trasformato in una grande serra per proteggere gli agrumi dai rigori invernali (che quest’anno, invero, ancora non si sono visti) .

Info sull’apertura e le visite: 0365.73354, www.limonaiagarda.com.

La vasta serra, ubicata in riva al lago, a monte della strada Gardesana, tra le rocce a picco sulla distesa d’acqua, in stretta connessione con esemplari secolari di cipresso in gruppo, risulta di notevole interesse paesaggistico-architettonico. La limonaia costituisce il primo esempio di struttura museale realizzato dalla Comunità Montana dell’Alto Garda Bresciano nel 1985 con i lavori di recupero delle tre terrazze (còle) inferiori del Giardino Nuovo. Dopo interventi di consolidamento strutturale e di rimozione sia degli alberi morti per il gelo sia della vegetazione infestante, si sono ripristinati gli elementi fissi di copertura e si sono ricostruiti, su modello di quelli storici, i serramenti del fronte solare. Da allora la limonaia viene coperta e chiusa secondo le tecniche tradizionali.

Rappresentazione d’epoca della limonaia tignalese.

 

Il giardino è stato dotato di impianti di illuminazione, di irrigazione automatica e di riscaldamento ad aria, che ha sostituito i fuochi di un tempo durante le notti più fredde.

Al Pra’ de la fam sono presenti 88 piante di agrumi (nella maggioranza limoni, ma anche aranci amari e dolci, cedri, pompelmi, mandarini e bergamotti). Le piante, disposte secondo il tradizionale sesto d’impianto e sorrette dalla storica incastellatura lignea, provengono da un vivaio della Liguria.

La limonaia del Pra’ de la Fam.

 

Le limonaie del Garda

La coltivazione del limone a terra ha come limite il parallelo di Napoli: più a nord si effettua in Liguria e in Costa Azzurra, oppure in vaso, per cui necessita del riparo di una serra durante l’inverno (come avveniva nelle “Orangerie” toscane o del nord Europa).

Si ritiene che i limoni siano stati introdotti sul lago di Garda dai frati del Convento di San Francesco di Gargnano alla fine del sec. XIII: lo testimoniano i bassorilievi raffiguranti il frutto sui capitelli delle colonne del chiostro.

Il clima mite del lago sicuramente fece sì che si potessero piantumare in terra queste piante, ad esempio anche a Maderno e a Toscolano, producendo molti più limoni di quelle coltivate nei vasi: si potevano così ottenere in un anno fino a 600-800 frutti per pianta. Questo accade quando la pianta gode di un terreno leggero, è ben curata e soprattutto non subisce un’eccessiva aggressione del freddo durante l’inverno. Infatti il limone a 12°C vegeta e, a 0°C per più giorni, muore per via delle sue radici superficiali.

Già alla fine del 1500 si cominciarono a realizzare sull’Alto Garda particolari strutture a difesa delle piante, le limonaie, con pilastri sempre più alti per consentire alle piante di crescere e all’aria di circolare.

La limonaia del Pra’ de la Fam, a Tignale.

 

La coltivazione e il commercio dei limoni si svilupparono sulla sponda occidentale del lago fino a divenire di fondamentale importanza per l’economia delle popolazioni locali. La vicinanza con il confine austriaco agevolava l’esportazione dei frutti nei confronti di quelli prodotti nel Sud d’Italia, fortemente penalizzati dai dazi imposti dai molteplici staterelli che fino a metà Ottocento componevano la nostra penisola. La richiesta era forte per l’alto contenuto di vitamina C, particolarmente richiesta a scopo medicinale, in particolare per sconfiggere lo scorbuto. I limoni del Garda venivano esportati ed apprezzati fino a San Pietroburgo.

A seguito della devastante aggressione della gommosi, una malattia che si diffuse a partire dal 1855, poi con l’unità d’Italia e la conseguente concorrenza dei limoni meridionali, con l’aumento dei costi della manodopera e con la scoperta dell’acido citrico sintetico (1893) la coltivazione divenne troppo dispendiosa e non remunerativa; per questo fu lentamente abbandonata.

Delle centinaia di limonaie presenti sul Garda un tempo, oggi ne restano attive e visitabili solo quattro o cinque. La limonaia del Pra ‘de la Fam è la più vasta.

Info tratte da: www.limonaiagarda.com

Ogni inverno vetrate e assi chiudono la limonaia del Pra’ trasformandola in una grande serra.

 

 

I commenti sono chiusi.