Il relitto della cannoniera Sesia racconta il più grande disastro avvenuto in acque interne italiane

LAGO DI GARDA - Dopo averci parlato del relitto del Dukw, Luca Turrini dei Volontari del Garda ci racconta, con una diretta Facebook, la storia del relitto della cannoniera Sesia, affondata l’8 ottobre 1860 al largo di Limone. Morirono 42 persone.

Appuntamento sabato 16 maggio alle 20.30 sulla pagina Facebook “La storia sommersa del Garda”. Luca Turrini, responsabile del Nucleo nautico e subacqueo dei Volontari del Garda ci svela la storia di uno dei relitti più importanti del lago.

Dopo averci parlato, nei giorni scorsi, del mezzo anfibio Dukw dell’esercito Usa, affondato il 30 aprile 1945 con 26 soldati, di cui soltanto uno si salvò (puoi rivedere qui la diretta), ora Turrini ci racconta la storia della cannoniera Sesia, uno dei tanti relitti individuati dai Volontari del Garda.

La tracca radar del relitto della cannoniera Sesia.

 

Marzo 2012, al largo di Limone sul Garda. Violando l’oscurità delle profondità gardesane con i propri fari, il rov avanza lentamente. D’un tratto ecco apparire, tra la nebbia delle particelle in sospensione nell’acqua, lo specchio di poppa, poi la ruota del timone, il supporto dell’albero, la paratia del cannone, i legni dello scafo e del ponte, il fumarolo ed il fischietto a vapore.

Per la prima volta, 152 anni dopo il suo inabissamento, è possibile rivedere il relitto della «Sesia», cannoniera affondata l’8 ottobre 1860 al largo di Limone a causa di una improvvisa esplosione a bordo.

Lo hanno filmato per primi i Volontari del Garda, che il 4 marzo 2012, in collaborazione con lo storico limonese Cesare Montagnoli, avevano individuato il relitto sul fondale del Garda, a 330 metri di profondità. Che la motonave fosse là sotto, al largo di Limone, lo si sapeva. Ma nessuno l’aveva mai localizzata, né fotografata.

Lo stesso obelisco in marmo eretto in località Bine a ricordo delle vittime (ancora lo si scorge transitando sulla Gardesana), non era un’indicazione attendibile ed utile a localizzare il relitto: «Non molti lo sanno – aveva dichiarato Montagnoli – ma quel monumento è stato spostato ben tre volte in occasione della costruzione della Gardesana e di lavori successivi. Negli anni Cinquanta è stata addirittura smarrita la croce in ferro che aveva sulla sommità».

La motonave è integra. Alcune fonti storiche ipotizzavano che fosse spaccata in due. Invece è tutta intera. Probabilmente manca la porzione di ponte che si trovava sopra la caldaia esplosa, ma lo scafo è tutto d’un pezzo.

Nel disastro della Sesia, cannoniera della Marina del Regno di Sardegna trasformata in motonave passeggeri, morirono 42 persone (33 passeggeri e 9 marinai), tutte italiane, tra le quali anche sette membri della famiglia Arvedi di Limone sul Garda, di fatto quasi azzerata dal naufragio.

Di quel disastro (il più grave avvenuto in acque interne italiane) molti avevano perso memoria.

Grazie all’individuazione del relitto la storia della Sesia è tornata a galla. Una storia che comunque era sopravvissuta nei ricordi degli abitanti del Garda e nei racconti tramandati di generazione in generazione. Alcune cronache furono scritte da discendenti delle persone coinvolte nel naufragio o da storici del tempo, mentre traccia dell’affondamento si trova in diversi testi e manoscritti di testimonianze dirette di chi assistette alla tragedia o da persone tratte in salvo. Nel 2012, 152 anni dopo l’affondamento, la cannoniera Sesia era tornata a far parlare di sé.

Ed ora Mauro Turrini ci racconta quello straordinario ritrovamento (a questo link l’evento della presentazione online).

Lo speccio di poppa del relitto della cannoniera Sesia.

 

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