Ti avanzano 3,5 mln? Storico hotel Belle Epoque in vendita

MADERNO - L'ex Villa Bianchi, nota ai più come Hotel Golfo, affacciata sul golfo di Maderno, è in vendita. L'annuncio sui siti immobiliari. Ecco la sua storia, ricca di fascino.

Nel Settecento apparteneva alla famiglia dei Conti Bettoni di Bogliaco. Nell’Ottocento, al suo interno, pulsava un piccolo e vivace microcosmo: nei suoi locali c’erano infatti una minuscola ma efficiente cartiera, un filatoio di bozzoli di bachi da seta e un torchio per le olive.

Sul finire del 19esimo secolo la villa fu di proprietà del generale piemontese Lamberti, che costruì la tipica torretta centrale e diede alla facciata un pregevole stile liberty.

Parliamo di Villa Bianchi, ora Hotel Golfo, chiuso da qualche anno e adesso finito sul mercato. L’annuncio è sui siti immobiliari (leggi qui). Il prezzo? 3.500.000 euro.

 

L’edificio si sviluppa su 4 piani (semi-interrato, rialzato, primo, secondo) di 500 mq ciascuno con torretta, veranda liberty e giardino di 500 mq. Le finiture sono originali dell’epoca dei primi 900 in stile Liberty e Art Decò, con lampadari veneziani, camino rinascimentale in marmo e pavimenti in parquet di rovere e faggio ad intarsi lignei mogano.

Presenta un salone d’ingresso, due sale da pranzo, un salone con camino, un salottino art decò e un grande scalone affrescato, dispone di 25 camere, cucina con 4 vani, 27 bagni e un grande appartamento.

Il salone d’ingresso è interamente rivestito da uno splendido damier in onice il cui soffitto affrescato è opera incompiuta del Pittore Landi. Il salottino con soffitto affrescato in puro stile Art Decò.

La scala monumentale è magnificamente affrescata dal Pittore Angelo Landi che dipinse le storie di Engardina una ninfa cui la mitologia attribuisce la nascita del lago di Garda: Nettuno, in forma di cervo, si innamora della ninfa Engardina dalla chioma azzurra. Engardina regala a Nettuno la sua meravigliosa chioma celeste che si trasforma in onde azzurre del lago.

 

La sua storia è stata ricostruita dal compianto Andrea De Rossi, culture di cose toscomadernesi, nel suo blog (storiaditoscolanomaderno.blogspot.com). La riportiamo.

«I nostri padri o nonni chiamavano semplicemente “Villa Bianchi”, lo stabile che fu poi adibito ad “Albergo Golfo” in Piazza di Maderno in quanto il Cav. Bianchi G. Battista ne era il proprietario, così come lo era del “Serraglio” e relativa palazzina, per oltre mezzo secolo.

Ma quest’edificio, già appartenente nel 18° secolo circa alla facoltosa famiglia dei Conti Bettoni di Bogliaco, insieme a numerose altre proprietà sparse per tutta la Riviera fino a Limone, non fu solo una casa di abitazione privata, ma fu adibita a vari usi industriali. Si presume che la famiglia Bettoni, nota per essere dedita alla esclusiva attività della coltivazione dei limoni, l’abbia anche usato per scopi inerenti questa attività.

Da un documento datato 1849 dell’archivio del comune di Maderno risulta che in quell’anno in questo stabile vi era installata, probabilmente esistente già da diverso tempo, una piccola cartiera appartenente a Franco Veronese, appartenente ad una nota famiglia di Maderno risultante proprietaria, già dal 1811, di un’altra cartiera nella valle in località Maina di sotto, dove è sorto recentemente il Museo della carta. In questa piccola cartiera esistente in Via dell’Arco, ora Via Aquilani, venivano in quell’epoca impiegati ventinove operai e la produzione si riferiva a carta fine di gran qualità. Dallo stesso documento risulta che in questo stabile funzionasse anche un filatoio di “galete”(bozzoli dei bachi da seta) con 16 fornelli e 37 dipendenti, di Erculiano Veronese il quale gestiva, probabilmente nello stesso edificio, anche un torchio da olive.

Appartenente alla famiglia Veronese e non Veronesi, come indicato erroneamente in diversi volumi, è noto un Giovanni Francesco per aver pubblicato nel 1774 un interessante volume di matematica.

Le suddette attività svolte in quest’edificio cessarono definitivamente nell’ultimo decennio dell’Ottocento, quando nel 1894 passò di proprietà ad un certo Generale Lamberti di Castelletto del Piemonte, il quale lo trasformò in abitazione privata. Per questo scopo il Lamberti provvide a lavori di ristrutturazione della facciata verso il lago, alla costruzione della torretta principale e a qualche aggiunta stile “liberty. In quel tempo non esisteva ancora la strada statale, che fu costruita qualche anno dopo, e quindi il giardino della villa confinava con il lago.

Intorno agli anni quaranta il palazzo fu ceduto dal Bianchi ad una società immobiliare con a capo G. Battista Benoni, il quale fece eseguire numerosi lavori interni d’abbellimento. Fu verso la fine del 1940 che, per una disposizione governativa, conseguente alle necessità della guerra allora in corso, fu tolta l’artistica cancellata di ferro che cingeva il parco a lago lasciando solo l’attuale muretto. Nel 1942 il Benoni chiamò il noto pittore salodiano Angelo Landi (1879-1944) a decorare con preziosi affreschi, tuttora esistenti, le pareti dello scalone che porta al primo piano nonché il soffitto della veranda, ora rovinato dalle infiltrazioni d’acqua, e di una saletta accanto.

Gli affreschi dello scalone riproducono la “Leggenda di Engardina”, la mitica regina dei nani che, rapita dal dio delle acque, Nettuno, celato sotto le spoglie di un camoscio, con lui s’immerge nelle acque del Benaco donandovi il colore e lo splendore dei suoi lunghi capelli azzurri.

Pochi mesi dopo che questi dipinti furono ultimati, e precisamente nell’ottobre 1943, quando Mussolini liberato dalla prigionia al Gran Sasso costituì la Repubblica Sociale Italiana, viene scelta la Riviera del Garda quale sede di questo nuovo governo ed a Maderno (anche se la Repubblica è ora comunemente chiamata di Salò) fissano la loro sede i principali uffici Ministeriali. Il Ministero dell’Interno, uno dei più importanti di ogni governo, s’installa nell’edificio scolastico mentre la Sede del Partito Fascista Repubblicano ed il Comando delle Brigate Nere è sistemata nella villa Benoni.

La direzione di quest’importante ufficio politico è assunta da Alessandro Pavolini, ex Federale di Firenze, il quale fissa la sua abitazione presso la Villa Cavallero posta sul Lungolago di Maderno. Intorno a questo palazzo fu posto un servizio di sorveglianza continua composto da Agenti di Polizia alternati da gruppi di giovani fascisti chiamati “Bir el Gobi”, armati di mitra.

Verso la fine dell’aprile 1945, quando l’Italia settentrionale è raggiunta dalle forze alleate, gli uffici sono frettolosamente abbandonati ed inizia una fuga generale. Ricordo che, prima di partire, sul terrazzo superiore della villa Benoni, i fascisti appiccarono fuoco a numerosi documenti. Pavolini fu poi catturato e ucciso dai partigiani a Dongo il 28 aprile e la sua salma, successivamente, fu esposta in Piazzale Loreto accanto a quella di Mussolini ed altri gerarchi.

Dopo alcuni anni dal termine della guerra il Benoni cedette il palazzo alla famiglia Piva, già proprietaria dell’Albergo Maderno, la quale, dopo opportune modifiche, lo trasformò in Albergo. In un primo tempo fu chiamato Albergo Palace, mentre dal 1965 prese definitivamente il nome di Albergo Golfo».

 

 

 

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