Olio D.O.R., denominazione d’origine ribelle, contro l’abbandono degli olivi

ALTO GARDA - Campagna contro l’abbandono degli oliveti montani dei ragazzi del collettivo 2020ResetAll. Raccolte 258 kg di olive in un campo semi abbandonato. Diventeranno olio D.O.R., denominazione d'origine ribelle.

Quante olive restano a terra a marcire ogni autunno negli oliveti abbandonati? Quanta ricchezza va perduta nei prati? Domande che si sono poste i ragazzi del collettivo 2020ResetAll, gruppo partecipativo costituito durante il lockdown di primavera, che in Alto Garda ha dato avvio ad una campagna contro l’abbandono degli oliveti montani, elemento caratterizzante del paesaggio ma anche preziosa risorsa economica e baluardo contro la perdita di terreno agricolo.

Prima, durante il lockdown da zona rossa, 2020ResetAll si è fatta parte attiva per far sapere a tutti che andare «a goèr», a raccogliere l’oliva, era «ragione di necessità connessa al rischio di ordine igienico derivante dall’eventuale abbandono del raccolto», come confermato dalla Prefettura (ne avevamo scritto qui)

E ora il collettivo accende i riflettori sul patrimonio di olivi da ripristinare, per «dimostrare l’esistenza di una ricchezza sprecata perché non valorizzabile attraverso consueti meccanismi di mercato».

Così, nella giornata di domenica 13 dicembre gli attivisti del collettivo altogardesano sono entrati in un campo semi abbandonato per raccogliere l’abbondante oliva che altrimenti sarebbe andata perduta (in questo caso con l’autorizzazione della proprietà del terreno).

 

«Con questa iniziativa – spiegano – vogliamo accendere un faro sulla tematica dell’abbandono. In un periodo storico in cui in occidente torna ad affacciarsi lo spettro della scarsità, vogliamo far sapere che viviamo in un territorio che non può più permettersi di sprecare una risorsa preziosa come l’olio, lasciando marcire olive sulle piante o sul terreno. Oltre al problema fitosanitario che l’abbandono può causare per tutti, riteniamo profondamente ingiusto assistere ad uno spreco del genere senza muovere un dito».

Come sarà utilizzato l’olio ricavato? «Una parte verrà usato per coprire i costi di molitura, il resto decideremo insieme come destinarla. Di certo una parte verrà donata ai sindaci dei Comuni dove sono state effettuate le raccolte per far loro conoscere la ricchezza che ad oggi non si è stati ancora capaci di valorizzazione. Confidiamo che le nostre attività consentano di promuovere una grande campagna di recupero che possa coinvolgere risorse pubbliche e private per produrre lavoro, per affrontare i prossimi mesi che saranno duri per molti».

Le olive raccolte domenica da 2020ResetAll.

 

Dalle olive raccolte, 258 chili conferiti al frantoio OlioCru di Riva del Garda, 2020ResetAll riceverà un olio D.O.R., vale a dire un olio a denominazione di origine ribelle.

Sarà il simbolo della ribellione contro lo spreco di ricchezza destinata a marcire nei campi, contro le occasioni di ben-vivere lasciate sfumare, contro l’abbandono “colposo” di chi si disinteressa di un bene prezioso come le olive da cui si ricava da millenni l’«oro verde» del Garda, contro l’abbandono “doloso” di chi persegue la strategia dell’incuria, sperando di veder aumentate le possibilità di cementificare.

Così i ragazzi di 2020ResetAll hanno iniziato a entrare in quei terreni abbandonati presenti sul territorio per raccogliere oliva altrimenti destinata a marcire (lasciandone comunque un po’ sulle piante per i volatili di passaggio).

Perché anche nei campi abbandonati gli alberi superstiti continuano ostinatamente a produrre, quasi aspettassero solo che qualcuno vada a prendersene cura.

 

 

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