Addio a Caparelli, vigile a Peschiera e Lazise

PESCHIERA - Vasta eco e vivo cordoglio nelle comunità di Peschiera e di Lazise per la improvvisa morte di Ercole Caparelli che è stato vigile urbano per un lungo periodo sia a Peschiera che a Lazise.

Era andato in quiescenza dal comando dei vigili urbani di Lazise solamente 11 mesi fa. Lascia la moglie Marisa ed i figli Mirko e Mauro con i nipotini Emanuele ed Ilaria. I funerali si sono svolti questa mattina, martedì 26 gennaio, alle 10,30 nella chiesa parrocchiale del Beato Andrea a Peschiera.

“Perdiamo un amico, un vice commissario che ha lavorato con noi più di tre lustri – spiega commosso il collega Luigi Busi – e che era andato in pensione appena undici mesi fa. Non se l’è proprio goduta- continua Busi – e si che la aspettava con ansia per dedicarsi completamente alla famiglia ed ai nipotini.”

“Un uomo generoso, con i pregi i difetti di tutti noi – soggiunge il sindaco Luca Sebastiano – ma che su tutti prevale la sua generosità e disponibilità. Proveniva dal comando di Peschiera del Garda e grazie alla mobilità è arrivato a Lazise al mio primo mandato da sindaco. La sua scomparsa spiace all’intera comunità.”

“Un uomo davvero generoso, un donatore con uno spirito apertissimo, con ben 184 donazioni di sangue effettuate nel corso della sua vita – spiega incredulo il presidente dell’Avis di Peschiera Fiorenzo Zambelli -sempre vicino all’Avis anche adesso che per l’età non poteva più donare. Avevamo una targa pronta da consegnare nel mese di maggio prossimo proprio per ringraziarlo dei suoi immensi gesti di donazione. Certi mesi anche quattro donazioni nel periodo. Era stato presidente della sezione nel 1988 per un paio di anni. Una grandissima perdita per tutti noi.”

Prima di accedere alla professione di vigile urbano a Peschiera del Garda aveva lavorato anche a Navigarda e per un buon periodo era stato addetto alla pompa di benzina collocata proprio sul porto arilicense, di fronte al monumento ai caduti.

“A Peschiera fra i donatori di sangue ha lasciato il segno – conclude Zambelli – perchè il suo gesto nobilissimo vale di gran lunga di più di mille parole. Un esempio da consegnare ai giovani perchè diventino donatori di sangue e della vita.”

Sergio Bazerla

 

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